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Duchessa 1935 proForum 2022 - le mie impressioni

Presentazione e caratteristiche della FP.it 2022 e delle iniziative ad essa collegate.
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riktik
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Duchessa 1935 proForum 2022 - le mie impressioni

Messaggio da riktik »

Sperando di far cosa gradita, a distanza di oltre un anno riporto qui di seguito la mia esperienza e le mie impressioni sul progetto e sulla penna proForum 2022.

Non allegherò foto o video a meno che non interessi a qualcuno che non ha la penna e desideri vederla nel dettaglio, questo messaggio ha la finalità di dare un feedback a chi si è impegnato in questo progetto e di condividere l'esperienza con gli altri finanziatori che vi hanno aderito.

Scrivo solo ora per due motivi:
-il primo è oggettivo, la penna è rimasta in assistenza moltissimo tempo (credo 5 mesi o giù di li),
- il secondo soggettivo, a distanza di tempo e con il progetto credo ormai archiviato ritengo se ne possa scrivere con maggior serenità e consapevolezza.

E' un po' che non leggo il forum e non so se vi sono ancora i flame di qualche tempo fa, a scanso di equivoci ci tengo a sottolineare che non è mia intenzione sollevare polemiche, ho cercato di essere costruttivo in ogni critica positiva o negativa espressa.

Duchessa 1935: Pro Forum 2022
Quando ho visto l’annuncio sul forum fountainpen.it con la proposta per la produzione di una penna dedicata ai suoi lettori, ho subito deciso di aderire e finanziare il progetto. Mi sembrava carino avere un ricordo fisico di un forum che bene o male mi teneva compagnia e dove il contributo di molti offre spesso informazioni preziose sul mondo delle stilografiche.

La foto del modello proposto, di per sé, non mi aveva molto attratto, ma vi erano soluzioni interessanti a partire dal sistema di caricamento, dall’uso di materiali nuovi e recupero di pezzi d’epoca, un progetto interessante e che mi era parso degno di sostegno.

A dire il vero, avrei preferito un maggior coinvolgimento degli utenti del forum, magari attraverso lo strumento dei sondaggi, piuttosto di un progetto fatto e finito, ma di certo non possiamo farne una colpa ai proponenti, che comunque hanno mostrato un grande spirito di iniziativa, meritevole senza dubbio di lode.

Pur non essendo una penna del forum, è indiscutibile che sia dedicata ai suoi utenti, non tanto per il marchio impressovi, ma per le soluzioni proposte, che possono interessare solo un pubblico curioso e composta da entusiasti appassionati. Soluzioni come quelle di un caricamento “antico”, certamente non riceverebbero una grande accoglienza da una utenza più vasta.

Il progetto era senz’altro ambizioso: la creazione di una penna originale, senza quindi prendere come base una penna già collaudata, con l’inserimento di elementi vintage di recupero e una realizzazione interamente artigianale.

Per la produzione di questo numero limitato di penne, il cui numero finale dovrebbe essere stato intorno ai 180 esemplari o poco più, i proponenti si sono appoggiati al sostegno di un rinomato laboratorio artigiano, il Pennaio di Firenze, che ha prodotto penne con il marchio Duchessa 1935, marchio attivo negli anni ’50 e da loro rilanciato.

Il sostegno de Il Pennaio è meritevole di elogio ai miei occhi, sia per la disponibilità ma soprattutto per il coraggio. In un contesto di questo tipo, con una produzione molto limitata, diretta ad un pubblico comunque esigente, i contro sono molto più numerosi dei pro. Dubito ad esempio che ne sia potuto scaturire un profitto molto allettante.

Realizzare un prodotto tanto insolito per un pubblico certosino e pignolo, alza enormemente il rischio di incorrere in brutte figure. E devo dire, ahimè, che in questo progetto dalla mia e da altre esperienze raccolte le brutte figure non sono mancate, anche nella qualità artigianale dimostrata.
In ogni caso il fatto che siano riusciti a portare a compimento il progetto, senza ritardi e rimanendo nel budget proposto, a me sembra già un piccolo miracolo.

Il costo della penna è stato di 174 euro, che per una produzione limitata ed artigianale ritenevo abbastanza contenuto, anche se in realtà l’oggetto per la sua qualità non appare valere quella cifra (successivamente entrerò nel dettaglio). A proposito dei costi, da economista ed appassionato, avrei trovato estremamente interessante che i proponenti avessero pubblicato, oltre a dettagli di realizzazione tecnica, anche le problematiche dei costi delle materie prime e delle lavorazioni nel dettaglio. Avrebbe dato a questo progetto un valore più alto, mostrando quanto costa effettivamente in tema di risorse realizzare una penna stilografica.

Osservando la proForum 2022:
È arrivata in una bella confezione protetta da una busta morbida, la scatola in cartone pressato e telato, leggera e robusta, tutto sommato piacevole il logo impresso nero su nero sul coperchio.
All’interno della scatola troviamo un certificato di garanzia ed autenticità sul quale, ottima idea, la firma della persona che fisicamente ha controllato la penna. Peccato che la firma sia incomprensibile e non sia possibile dare un nome all’artigiano, avrebbe aggiunto maggiore personalità all’iniziativa. Il foglio riporta il numero della penna, la mia è la numero 88, numero da me espressamente richiesto e che evidentemente era ancora disponibile al momento dell’ordine. Quindi troviamo riportate le caratteristiche tecniche, le intenzioni che hanno ispirato il progetto, le istruzioni di caricamento ed una presentazione del laboratorio artigiano. Un bell’opuscolo da conservare attentamente assieme alla penna.

La proForum 2022 è una penna dalle dimensioni generose, ma non troppo pesante.
La forma è “a sigaro”, con il dichiarato intento di richiamare le linee “streamlined” di tante penne famose del passato con un ridotto scalino tra cappuccio e corpo della penna. L’obiettivo è solo parzialmente riuscito, vi sono due punti che non seguono la streamline: il primo è la vera che è cilindrica, invece che tronco conica, e come tale “strozza” la curva del cappuccio creando un effetto a vite di vespa, inoltre l’assenza di uno smusso sulla vera lascia comunque uno piccolo spigolo; il secondo è verso la sommità del cappuccio, dove la streamline subisce una “accelerazione” eccessiva nella sua curva rendendo il cappuccio sgraziato. Nel mio esemplare devo purtroppo qui notare un grave difetto di accoppiamento la dove si innesta il fermaglio con la presenza di una fessura di oltre un millimetro non degna della lavorazione artigianale declamata (tale difetto non è stato corretto neanche dopo averla mandata in assistenza).

Non aiuta a migliorare l’aspetto del cappuccio l’incisione del logo e dell’indirizzo web del forum che, opinione personale, rende la penna un po’ pacchiana, come fosse brandizzata per pubblicità. Molto meglio sarebbe stato aggiungere una riga sul fusto sotto il logo con scritto “proForum 2022”, senza loghi o indirizzi web, e poi il numero dell'esemplare sul fondello.

Ad ulteriore peggioramento del cappuccio, un evidente errore di incisione: la scritta sul cappuccio è incisa in senso inverso di quella sul fusto. Sarebbero in linea solo a cappuccio calzato, ma il cappuccio non calza bene e comunque le dimensioni e la forma della penna suggeriscono di evitare.

Le minuterie vintage in metallo, di per sé, sono molto belle, adoro il fermaglio, ed hanno una colorazione fantastica, peccato solo per la vera che non si sposa bene con la linea della penna.

Il cappuccio si svita in due giri completi, si può apprezzare una certa cura al suo interno, in particolare nell’attacco delle filettature.

Tanto è criticabile il cappuccio, tanto è lodabile invece il corpo della penna, che dal punto di vista della linea è molto coerente oltre che bella.
Lo scalino tra fusto e filettatura della sezione, nonostante gli sforzi profusi, rimane abbastanza pronunciato. Se si impugna la penna sull’ampia sezione non da alcun fastidio e la posizione è abbastanza comoda grazie alle generose dimensioni del pennino. Se invece, come me, si tende ad impugnare la penna in alto, allora lo scalino e la filettatura, un filo troppo affilata, saranno sempre ben presenti al tatto soprattutto per il pollice. Non che non ci si abitui, ma il pensiero spesso ci va.

La lucidatura della penna è perfetta, così come la resina utilizzata. Mi sento di criticare la scelta del colore della trasparenza del fusto. Sebbene la trasparenza permetta di apprezzare il sistema di caricamento così particolare, rende l’oggetto più dozzinale ed economico di quanto sia. A penna completamente carica, magari con un colore scuro, l’aspetto migliora, ma man mano che l’inchiostro si consuma, la penna perde di eleganza. Avrei preferito una trasparenza molto più contenuta.

Il meccanismo di caricamento a sfiatatoio era una delle cose che mi incuriosiva di più, avendone solo letto e non avendolo mai provato. L’ho trovato subito molto soddisfacente, adorabile direi. Almeno la prima volta, poi è andato peggiorando fin quando non è passato per l’assistenza ed è tornato a funzionare egregiamente, speriamo duri.

Completando il discorso sull’estetica della penna, concentriamoci sul pennino. Esso è rigido, molto rigido, dall’aspetto semplice ma ben proporzionato, nel complesso fa la sua figura. L’incisione laser del logo, vista da vicino è invece appena passabile e poco chiara. Peccato non sia stato possibile avere dei pennini punzonati, avrebbe dato tutt’altro valore artigianale a questo elemento.

Il pennino da me scelto è un fine, ma non sempre si comporta come tale, ha una sua personalità ed a seconda del suo ghiribizzo decide con che spessore scrivere. È utilizzabile anche in reverse, dove si mostra extra fine, graffia un poco la carta, ma è utilizzabile per brevi appunti.

Ora sarebbe il momento di parlare di come scrive la proFORUM, ma per me è stato anche il momento più deludente. Il primo avvio è stato difficoltoso, e con il tempo le cose non sono migliorate, nonostante l’uso di inchiostro nero Aurora come consigliato, l’alimentatore non sembrava funzionare bene ed il pennino rigido non aiutava: i continui salti di tratto di fatto rendevano la penna non utilizzabile. Dopo numerosissime prove avevo trovato un compromesso: la proForum doveva avere più di mezzo serbatoio carico, il dorso del pennino doveva essere rivolto a 45° verso il viso dello scrivente e l’inclinazione della penna non doveva mai cambiare, inoltre quando a riposo la penna doveva rimanere orizzontale, mai in verticale. Rispettate queste condizioni la penna poteva scrivere due o tre righe prima di avere qualche salto di tratto.

Dopo alcune settimane ho deciso di portarla con me in un viaggio in treno (roma-torino) per farla vedere ad un altro utente del forum, non una buona idea. La penna non ha fatto altro con mia costernazione che sputare inchiostro in continuazione, anche dopo il viaggio, ed entrambi abbiamo passato giorni con le mani completamente imbrattate. Curiosamente la penna sputava fuori inchiostro anche da chiusa, ho dovuto sigillarla in una busta di plastica e dire addio ad una giacca.

Ho quindi deciso di contattare l’assistenza, cortese ma dai tempi biblici e necessitante di solleciti, dopo aver visionato la penna mi è stato proposto di sostituire il conduttore con uno moderno in plastica essendo quelli in ebanite in loro possesso dichiaratamente non di qualità tale da permettere un uso normale della penna. Mi è stato infatti spiegato che la volontà di utilizzare tali alimentatori per sottolineare la vocazione vintage del progetto, seppur apprezzabile, non si sposava (con le possibilità tecniche in loro possesso) di assicurare il corretto accoppiamento con le altri parti della penna provocando quindi un cattivo funzionamento nell'alimentazione della penna e nel sistema di caricamento. Ho dato assenso alla sostituzione richiedendo che mi venisse comunque riconsegnato anche il conduttore in ebanite per poter ripristinare l’originalità della penna.

La mia scelta è stata quindi quella di avere una penna che funziona anche se non conforme all’originale, ma di avere la possibilità di ripristinare la penna alla sua originalità in caso volessi.

A distanza di oltre un anno (ricordate i tempi di assistenza?) da qualche settimana posso utilizzare questa penna senza perdite di inchiostro o salti di tratto, che la rendevano veramente inutilizzabile nell’uso quotidiano.

Anche se ho partecipato semplicemente come finanziatore, questa iniziativa mi ha permesso di apprezzare quanto sia difficile realizzare questi nostri amati strumenti di scrittura. Mi è ora ancor più chiara l’importanza della progettualità e quanto conti l’esperienza e la tradizione in questo campo. Le case di produzione di stilografiche hanno i loro ottimi motivi per non avventurarsi su campi minati.
Artigiani conosciuti, persone che lavorano e vivono il campo quotidianamente da decenni, si sono scontrati in questo progetto con tante difficoltà nel provare qualcosa di nuovo ed insolito, e l’impossibilità (immagino) per tempo e risorse di poter correggere i difetti evidenziatisi per i tanti compromessi a cui sono stati costretti.

La proForum 2022 non è una penna perfetta, e credo non sia neanche un progetto particolarmente ben riuscito, ma è stato senz’altro interessante ed istruttivo. Ho odiato questa penna per mesi, considerandola il mio peggior acquisto e finendola anche per ignorare nel cassetto, non comprendendo per quale motivo non funzionasse a dovere, seguendo i suggerimenti espressi da altri utenti nel tentativo di capire se sbagliassi qualcosa. ora che dopo l’assistenza ha cominciato funzionare come avrebbe dovuto dall’inizio non posso dire di amarla, o che mi piaccia particolarmente, ma è lì sulla scrivania e di tanto in tanto verrà utilizzata. Ho letto e so di utenti più sfortunati di me e quindi non mi lamento.

A distanza di tempo sarebbe bello sapere cosa onestamente ne hanno tratto i proponenti, i realizzatori e gli altri finanziatori/utenti.

un caro saluto

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Messaggio da maylota »

riktik ha scritto: venerdì 10 novembre 2023, 16:25 A distanza di tempo sarebbe bello sapere cosa onestamente ne hanno tratto i proponenti, i realizzatori e gli altri finanziatori/utenti.
Parlo da utente:
Risolto il problema iniziale, mi trovo ad usarla molto più spesso di quanto ne usi molte altre.
Scrive bene e fluido, si tiene bene in mano, facile da portare in giro e ha una linea che non dà troppo nell'occhio pur non essendo dimessa o minimale.

Soprattutto contiene un sacco di inchiostro e si vede benissimo quanto ce n'è dentro: la mattina quando cerco una penna da portare con me non mi ricordo mai quale sia carica, quale quasi scarica e quale a metà: con la Duchessa non ho questo problema ed evito di portarmene in giro 3 perchè "non si sa mai" :wave:
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Messaggio da novainvicta »

maylota ha scritto: venerdì 10 novembre 2023, 17:03
Parlo da utente:
Risolto il problema iniziale, mi trovo ad usarla molto più spesso di quanto ne usi molte altre.
Scrive bene e fluido, si tiene bene in mano, facile da portare in giro e ha una linea che non dà troppo nell'occhio pur non essendo dimessa o minimale.

Soprattutto contiene un sacco di inchiostro e si vede benissimo quanto ce n'è dentro: la mattina quando cerco una penna da portare con me non mi ricordo mai quale sia carica, quale quasi scarica e quale a metà: con la Duchessa non ho questo problema ed evito di portarmene in giro 3 perchè "non si sa mai" :wave:
Condivido le valutazioni (bella firma :thumbup: ). Una volta sostituito il gruppo scrivente è nel giro delle penne con cui ho più piacere a scrivere. Quest'anno mi perfino seguito in un tour di dieci giorni in moto, all'interno della borsa serbatoio (quindi soggetta anche a varie sollecitazioni) e non ho riscontrato alcun inconveniente. L'ho sempre in carica eyedropper .
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“

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Messaggio da sansenri »

condivido tra le segnalazioni di riktik, soprattutto quelle relative a quali siano stati i problemi, ma non sottovaluto (come del resto fa lui) le difficoltà di un progetto del genere.
Commento anch'io senza polemica, ma con dovuta obbiettività (secondo, ovviamente, il mio soggettivo parere).
Ho molto ammirato la capacità di progettare una penna da zero, con una forma originale, e una qualità produttiva e di materiale riscontrata assolutamente di buon livello (non ho riscontrato nel mio esemplare le imperfezioni riscontrate da riktik), e ho aderito all'iniziativa per gli stessi motivi, che un progetto del genere meritava di volare.
La mia opinione sulla estetica è anch'essa divergente da quella di riktik, a me il cappuccio a forma di calamaro, piace!
L'estetica complessiva la trovo molto personale, mi piace il rosso della resina, mi piacciono le finiture, e onestamente non trovo nulla da ridire nemmeno sulle incisioni.
Non mi piace tanto il gradino e il fatto che sia affilato, allo stesso modo in cui lo descrive riktik, è noto che anch'io impugno alto, e con la Duchessa mi devo sforzare di stare sulla sezione (un po' di spazio, obiettivamente c'é).
Ma l'aspetto e la qualità finale del corpo penna e del cappuccio sono buoni.
Anche il sistema di riempimento in fondo era una bella idea.
Per come la vedo io, tutta la parte legata al pennino e l'alimentatore è degenerata in un mezzo disastro...
Bell'idea usare gli alimentatori in ebanite, quello che è mancata è la perfezione che avrei voluto vedere (e lo dico rendendomi conto delle difficoltà tecniche) nell'abbinare i pennini, con gli alimentatori, con la sezione. E nella qualità dei pennini.
Il pennino è stata forse la causa prima dei guai. Perché un penninaccio (scusate, questa è la mia opinione) del genere, di probabile origine indiana (questa è la mia impressione), spesso, tozzo, di curvatura e forma (spalla) non perfetta (come in un classico size 6) non a forma di "imbuto", ma praticamente a "V" (tipico dei pennini indiani, da cui il sospetto), che ha costretto a forare le sezioni, una ad una, oltre i 6mm classici?
(mi rispondo da solo, perché presumo nessun'altro fornitore di queste parti ti mette a disposizione un numero così ridotto di pennini sciolti).
Peccato poi (davvero peccato, lo dico con rammarico, perché adoro gli alimentatori in ebanite) che gli alimentatori di diametro così diversi l'uno dall'altro abbiano reso, immagino, montare pennino e alimentatore nella sezione un vero incubo.
Col senno di poi (di cui son piene le fosse) si sarebbe tirata fuori una penna perfetta, accontentandosi di un noiosissimo gruppo Jowo/Bock... (forse ad un costo aggiuntivo) ma poi sarebbe probabilmente andato a pallino tutto il bel progetto dell'alimentazione a sfiatatoio. No, capisco che non sarebbe stato lo stesso (per quanto, pare sia la soluzione che il Pennaio abbia proposto a diversi utilizzatori insoddisfatti, me compreso - e strada ancora tentata da alcuni col fai da te).
Dopo il problema del pennino con la rodiatura che si sfogliava, l'impossibilità di sostituirlo con altro data la sua strana forma e il collare fermamente incollato nella sezione della penna, l'attesa dell'assistenza (che invitava a non smontare la penna pena la perdita della garanzia... che fantasia, siamo in un forum di stilo!...), la scoperta che tornata dall'assistenza il pennino non solo era stato sostituito (come richiesto) ma anche incollato con la colla alla sezione :o (ma perché? :roll: )... la mia 021 giace lì, forse funzionante, ma con una amara da parte mia non voglia di utilizzarla. :|
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