Di questa Wality 69t mi pare di non trovare traccia, per cui eccola:
Wality è principalmente un produttore indiano di pennini. I suoi pennini sono piuttosto diffusi in India, su penne di vario livello.
I pennini Wality sono in acciaio, generalmente placcati oro, e sono tipped (quindi con punta iridio presente). Credo tuttavia ne producano anche in oro per il mercato locale.
I pennini Wality sono praticamente sempre (per quel che ho potuto vedere io) montati in eyedropper con alimentatore in ebanite, e come ormai ho scoperto da un po', il diametro di curvatura dell'alimentatore si basa su misure anglosassoni, ossia nel caso qui in esame, un quarto di inch, pari a 6,35 mm.
Essendo Wality produttore di pennini, dubito che faccia anche la penna, questa 69t infatti la si incontra spesso menzionata come Airmail/Wality 69t, dal ché deduco che il produttore della penna sia Airmail Pen Co (di fatto cercando Airmail si trovano anche altre penne Airmail, tra cui la Airmail 69LG, che è in sostanza la stessa penna) azienda che pare esista dal 1951.
La Wality 69t è una penna economica in resina. Ha il fusto in plastica trasparente, piuttosto ben fatto, marchiato Wality REGD, mentre la sezione e il cappuccio sono in resina colorata.
La resina usata in questo caso è la vituperata (non a torto) tipica resina puzzolente indiana.
Cercando indietro nel forum ho trovato un intervento del 2017 di Polemarco che menziona che questa resina, di cui sono fatte diverse penne omaggio indiane di bassissimo costo (come le Oliver), sia un plastica prodotta usando come solvente l'acetato di butile, il colpevole dell'odore abbastanza nauseabondo (di banana marcia). Purtroppo l'unica soluzione a questo odore è lasciare la penna all'aria, senza cappuccio e molto a lungo (nella mia esperienza mesi, anche anni...).
La mia Wality 69t mi è stata omaggiata da Ranga in uno dei miei acquisti qualche anno fa e ha quasi completamente perso l'odore acetico pungente.
Il cappuccio ha una banda in metallo cromato marchiata WALITY REGD, un puntalino in metallo cromato e una clip molto semplice.
Il cappuccio si avvita con due giri e mezzo (su una eyedropper non sarei tranquillo con meno).
La sezione è piuttosto corta ma si raccorda al fusto con la sola filettatura e senza sbalzi, la penna è quindi comoda da impugnare.
Dimensioni: piccola sorpresa, ma non piccola penna; la penna ha dimensioni medio/grandi, è più grande di una Optima, simile ad una Parker Centennial. Non è comunque una di quelle indiane extralarge, il diametro è inferiore a quello della Optima.
Peso: abbastanza leggera, 24g con il cappuccio, 15 g senza. Il cappuccio può essere calzato ma la penna diventa eccessivamente lunga e sbilanciata indietro.
Essendo eyedropper l'inchiostro contenuto è parecchio, almeno un paio di ml.
Il riempimento si effettua svitando la sezione dal fusto (la filettatura è ingrassata con grasso di silicone, ed ha un buon numero di giri), si riempie il fusto (io ho usato una siringa) facendo attenzione a rimanere con l'inchiostro sotto la parte filettata, si avvita la sezione parzialmente, si capovolge la penna sul calamaio pennino in giù, si finisce di avvitare la sezione. In questo modo qualche goccia di inchiostro attraversa l'alimentatore e lo prepara alla scrittura.
Quello che mi sorprende è la piacevolezza del pennino (marcato special Wality tipped fine), un fine, rigido, ma assolutamente costante, piacevolmente scorrevole. Il flusso è controllato, non avaro, ma nemmeno copioso. Nell'uso, da piena, non ho avuto alcun accenno di burping.
Malgrado la sua fattura molto economica, e il riempimento eyedropper, la Wality 69t sorprende per il funzionamento efficace.
(per gli smanettoni, sì, ho provato a cambiare il pennino, e in effetti, malgrado il diametro appena maggiore, la penna accetterebbe la sostituzione con un size 6, tipo un Jowo o Bock, ma il pennino Wality è molto corto a confronto, per cui purtroppo lo spazio nel cappuccio per un Jowo o Bock è assolutamente insufficiente).
