Apro questo argomento con il link all'opera di Alessandro-courthand e Daniel-TheQuill, i nostri calligrafi, generosamente e gratuitamente messa a disposizione dai due formidabili autori. In questo modo avremo uno spazio ove verrà inserito tutto il materiale utile a chi si affaccia allo studio dell'Italico-Cancelleresca, ma non solo: schemi, esempi, varianti dello stile fra gli interpreti e nel corso del tempo, contando sulla maestria degli esperti che ci sono di supporto
Calligrafia Facile - la Cancelleresca
Naturalmente il link è come sempre reperibile anche nella Bibliografia della sezione
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18 Maggio 2024 - Ippodromo del Visarno, piazzale delle Cascine 29
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Calligrafia Facile - Cancelleresca
GLI SPAZI TRA LE LETTERE
Riprendo questo argomento di cui si è già parlato anche in Calligrafia Facile stimolato da un intervento di Daniela in un altra discussione.
Dare una corretta spaziatura fra le lettere che compongono una parola dona equilibrio a tutto lo scritto e rende più gradevole la lettura: riveste pertanto una notevole importanza nello studio calligrafico e i manuali di calligrafia, solitamente, ne parlano. Quasi tutti però, dividendo le lettere in funzione della loro forma in lettere curve come la "o" e lettere verticali come la "l", suggeriscono di lasciare il massimo spazio tra due lettere verticali, un po' meno tra una lettera curva e una verticale e meno ancora tra due lettere curve. Ma quant'è questo massimo spazio e quanto il meno e il meno del meno? Se è vero che con l'esperienza si acquisisce "occhio" e la corretta spaziatura finisce per diventare automatica, per il principiante la faccenda può risultare problematica senza riferimenti precisi.
In un manuale inglese (An Italic Calligraphy Handbook di Carolyn Knudsen Adams, Thorsons Publishing Group 1987)ho trovato un'indicazione che ritengo valida: tra due lettere curve lasciare lo spazio di almeno metà della larghezza del pennino che si sta usando, tra una lettera curva ed una verticale spazio pari alla larghezza del pennino e tra due lettere verticali una volta e mezzo la larghezza del pennino, come meglio evidenziato dallo schema sottostante (tratto dal sopra citato manuale:
Un discorso a parte va fatto per quelle lettere che risultano aperte, che non racchiudono completamente il loro "counter" (lo spazio bianco che rimane all'interno della lettera) come c, e, k, s, v, w, x e z ; con queste è meglio posizionare le lettere contigue un po' più vicine di quanto non risulterebbe dalla regola generale.
Tutto quanto sopra è realizzabile con una relativa facilità quando la misura del pennino è tale da rendere apprezzabile ad occhio nudo la differenza tra una larghezza e la sua metà: con pennini al di sotto del millimetro la faccenda richiede una certa esperienza per essere gestita al meglio. Un altro motivo per cominciare ad esercitarsi con pennini di dimensioni generose.
Riprendo questo argomento di cui si è già parlato anche in Calligrafia Facile stimolato da un intervento di Daniela in un altra discussione.
Dare una corretta spaziatura fra le lettere che compongono una parola dona equilibrio a tutto lo scritto e rende più gradevole la lettura: riveste pertanto una notevole importanza nello studio calligrafico e i manuali di calligrafia, solitamente, ne parlano. Quasi tutti però, dividendo le lettere in funzione della loro forma in lettere curve come la "o" e lettere verticali come la "l", suggeriscono di lasciare il massimo spazio tra due lettere verticali, un po' meno tra una lettera curva e una verticale e meno ancora tra due lettere curve. Ma quant'è questo massimo spazio e quanto il meno e il meno del meno? Se è vero che con l'esperienza si acquisisce "occhio" e la corretta spaziatura finisce per diventare automatica, per il principiante la faccenda può risultare problematica senza riferimenti precisi.
In un manuale inglese (An Italic Calligraphy Handbook di Carolyn Knudsen Adams, Thorsons Publishing Group 1987)ho trovato un'indicazione che ritengo valida: tra due lettere curve lasciare lo spazio di almeno metà della larghezza del pennino che si sta usando, tra una lettera curva ed una verticale spazio pari alla larghezza del pennino e tra due lettere verticali una volta e mezzo la larghezza del pennino, come meglio evidenziato dallo schema sottostante (tratto dal sopra citato manuale:
Un discorso a parte va fatto per quelle lettere che risultano aperte, che non racchiudono completamente il loro "counter" (lo spazio bianco che rimane all'interno della lettera) come c, e, k, s, v, w, x e z ; con queste è meglio posizionare le lettere contigue un po' più vicine di quanto non risulterebbe dalla regola generale.
Tutto quanto sopra è realizzabile con una relativa facilità quando la misura del pennino è tale da rendere apprezzabile ad occhio nudo la differenza tra una larghezza e la sua metà: con pennini al di sotto del millimetro la faccenda richiede una certa esperienza per essere gestita al meglio. Un altro motivo per cominciare ad esercitarsi con pennini di dimensioni generose.
Bene qui latuit bene vixit