Un (in)discusso capolavoro giapponese della scrittura: Pilot Custom Heritage 912 – Pennino FA
Inviato: martedì 18 marzo 2025, 19:24
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Ci sono, ci sono. Certo non devi pretendere la marca famosa, ma se ne trovano, anche con pennino in acciaio. Il problema è che ci vuole pazienza e fortuna per scovarle, qui ti basta pagare e non c'è bisogno di cercare e aspettare.Koten90 ha scritto: ↑martedì 18 marzo 2025, 18:58 Chiaramente ci sono alternative inarrivabili nel vintage, ma teniamo anche conto che è un penna tranquillamente acquistabile sotto i 200€ nell’usato o direttamente dal Giappone. Salvo trovare una svendita di una qualche eredità mal valutata, non ci sono penne paragonabili a quel prezzo
Prima di tutto grazie Enbi per la recensione ben fatta, appassionata, ed esaustiva. Ha portato ad una discussione interessante su questo controverso pennino. È notevole che Pilot scriva in modo esplicito che non è adatto a chi preme molto, che fa intendere cosa torni loro da riparare - in garanzia e non - quando si tratta di FA! Io ho provato quello della 912 e ammetto di non saperlo usare, è morbidissimo, un pennello, a me salta in tutte le salse, compresa quella con alimentatore in ebanite presa a parte. Devo ringraziare Koten di avermi fatto provare la 743 con l' FA, perché si tratta di un pennino diverso e molto più gestibile per me. E poi devo ringraziare Normie che ha avuto la pazienza di interagire al posto mio con il signore che aveva messo in vendita la 743 FA e la 74 SF su una nota piattaforma di oggetti usati. Il signore in questione aveva a malapena intinto le due penne ma aveva l' insulto facile e ingiustificato, ci è voluta la pazienza di Normie per chiudere la trattativa. La 74 a me però non dà affatto l' impressione di penna leggerina, anzi, il mio esemplare lo confondo facilmente con la 743. E qui arriviamo al dibattito sulle Pilot tutte uguali. Credo che per capire le scelte di catalogo bisognerebbe avere una conoscenza approfondita del Giappone e della loro cultura, della loro idea di "bello". Il bello non è univoco. Gli ex colleghi indiani che ci vedevano in completo blu non ci percepivano eleganti, né noi occidentali percepivamo loro tutti colorati eleganti. Per il Giappone, forse, bello e prezioso sono le urushi e le maki, ecco io credo che dietro al loro catalogo vi sia un fattore culturale, ed è di fatto una visione aziendale di successo perché i loro pennini, frutto pure della loro cultura produttiva, sono meravigliosi e si fanno desiderare.
Grazie a te per il bel commento e per aver riportato la tua esperienza!edis ha scritto: ↑martedì 18 marzo 2025, 23:46 Prima di tutto grazie Enbi per la recensione ben fatta, appassionata, ed esaustiva. Ha portato ad una discussione interessante su questo controverso pennino. È notevole che Pilot scriva in modo esplicito che non è adatto a chi preme molto, che fa intendere cosa torni loro da riparare - in garanzia e non - quando si tratta di FA!
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E qui arriviamo al dibattito sulle Pilot tutte uguali. Credo che per capire le scelte di catalogo bisognerebbe avere una conoscenza approfondita del Giappone e della loro cultura, della loro idea di "bello". Il bello non è univoco.
Sempre sia lodata!Enbi ha scritto: ↑mercoledì 19 marzo 2025, 8:38 Per quanto riguarda il catalogo Pilot, direi che più che il concetto di "bello", entra in gioco come è concepita una penna stilografica: per loro è innanzitutto uno strumento di scrittura, l'importante è il pennino, il corpo deve essere una penna, punto. Poi per i modelli di lusso c'è l'urushi e il maki-e.
[...] E devo dire che a me va bene così: Pilot continui pure a fare penne nere, basta che non smetta mai di fare i suoi magnifici pennini!
Credo di aver risposto nella mia recensione, ti riporto le righe in cui ne ho parlato:pbon ha scritto: ↑giovedì 5 giugno 2025, 10:01 Che ne pensi dell'alimentatore? ti trovi bene? alcuni su internet non si trovano bene con l'alimetatore stock e ne comprano uno diverso su un sito americano, altri dicono che è OK e lo preferiscono siccome fa linee più fini e funziona.
Probabile dipenda da persona a persona, io penso userei l'alimentatore normale. Da quello che ho letto online sembra tutto a posto e non ci sono problemi. Chi usa pennino FA per fare linee spesse oltre 1.5 mm secondo me esagera. lo dico "a naso" siccome la penna non la possiedo. Ho stabilito queste cose " a naso". non ne ho idea.
Grazie della info relativa all'alimentatore. Pare che tu confermi che non è necessario cambiarlo, io ho concluso stessa cosa. Penso l'alimentatore originale è OK e così dicono anche altri. Meglio così, alla fine costa comprare quei componenti tra dazi e spedizione.Enbi ha scritto: ↑giovedì 5 giugno 2025, 10:13 Credo di aver risposto nella mia recensione, ti riporto le righe in cui ne ho parlato:
Ho visto che da molti viene adattato per la calligrafia nostrana, e qui mi preme specificare: questo pennino può essere ADATTATO per la calligrafia in alfabeto latino, ma non nasce per questo. Da qui credo che nascano tutte le critiche e le polemiche intorno al pennino, perché si richiede al FA di fare bene quello per cui non è stato progettato. Infatti, andando a cercare variazioni di tratto molto ampie, necessarie ad alcuni stili calligrafici, l’alimentatore non riesce a reggere. Molti, infatti, acquistano alimentatori sostitutivi in ebanite a due o addirittura tre canali. Personale esperienza: complice un GdA, ho preso uno di questi alimentatori, a due canali, l’ho montato sulla mia 912, ho visto che il tratto risultava troppo bagnato per i miei gusti, ho rimesso l’alimentatore originale.
Gli alimentatori sostitutivi di cui parlavo qui, tra cui quello che ho acquistato, sono proprio quelli del sito americano. Alla fine sono tornato al suo alimentatore originale perché ho trovato il giusto inchiostro che la fa scrivere come mi piace (Iroshizuku Tsuki-yo) e come dicevo non mi spingo ai limiti del pennino, mi basta che dia una bella variazione di tratto (e me la dà eccome). Soprattutto con l'alimentatore originale, non è un pennino con cui si può "correre" nella scrittura.
Non ci sono dazi per importare in EU. Si paga (non poco) ma per spedizione, IVA e ovvie spese amministrative per la sua determinazione e riscossione.
Fai bene, grazie della precisazione. Evidentemente per abitudine ho usato questa parola e mi sono sbagliato. Penso tu abbia capito ma hai fatto bene a precisare. Si trattava solo di abitudine.
Il tema è un casino L'IVA si paga sul valore dichiarato dal produttore di prodotto più spedizione. Se barano in fattura e dichiarano valori più bassi sul prodotto, paghi meno. Lo stesso se ti spediscono da paesi dove le spedizioni sono sovvenzionate dallo Stato.pbon ha scritto: ↑giovedì 5 giugno 2025, 11:10Fai bene, grazie della precisazione. Evidentemente per abitudine ho usato questa parola e mi sono sbagliato. Penso tu abbia capito ma hai fatto bene a precisare. Si trattava solo di abitudine.
Posso notare che cosa ho pagato io era variabile. A volte ho pagato 30 e passa euro e altre volte erano solo 4 euro. Non ho capito una fava di come funziona. Da quel sito americano non menzionabile ho beccato 22 euro da pagare perché ho ordinato un alimentatore. Invece da un altro sito erano 4 euro per un ordine oltre 200 euro. Non ci capisco molto, è difficile anche calcolare quanto si paga. Ma l'unica certezza è che appunto pagherai qualcosa di addizionale.