eyedropper - nell'uso
Inviato: sabato 1 novembre 2025, 16:09
non dici delle boiate, considera però che il "contributo scientifico" era semi-serioMir70 ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 8:17 Qualche mia riflessione.
L’immagine della mano che regge il termometro è, a mio avviso, fuorviante poiché le dita toccano (direi avvolgono completamente) la parte dell’elemento sensibile alla temperatura: l’ampolla il mercurio. Certo che la temperatura misurata sale…
Questa immagine fa vedere molto bene che solo una piccola superficie del termometro (a questo punto assimilabile a una penna) e solo da un lato viene toccata dalla mano (e anzi solo dall’incavo tra pollice e indice), il rimanente lato è esposto all’aria, come d’altronde il resto dell’intero corpo del termometro (penna).
Il fatto è che in una stilo eyedropper l’aria si trova nel fusto e non nell’impugnatura (andando per analogia con il termometro a mercurio di cui sopra) e quindi l’effetto di riscaldamento dell’aria interna a opera della mano è alquanto molto limitato, mentre l’impugnatura ha effettivamente una temperatura maggiore.
Che il calore si diffonda dall’impugnatura al fusto può benissimo essere, ma con quale ratio di salita ?
L’inchiostro fuoriesce dalla punta del pennino per capillarità e il volume di inchiostro depositato sulla carta deve corrispondere al volume di aria che entra nel serbatoio (per compensare le pressioni, se ciò non avviene il serbatoio va sottovuoto e smette di erogare inchiostro). Ovvio no?
C’è da considerare a questo punto che quando la mano più calda tocca la penna, la temperatura di quest’ultima (e dell’aria al suo interno) non aumenta subitaneamente per quanto detto qualche riga sopra.
L’aumento di temperatura del serbatoio e dell’aria interna avviene quindi per piccolissimi incrementi di temperatura nel tempo (il ratio di salita, che a noi al momento è sconosciuto e sarebbe bello misurarlo).
Questi piccolissimi incrementi (nel tempo) di temperatura porteranno ad altrettanti piccolissimi incrementi (nel tempo) di volume dell’aria interna. A questo punto potrebbe succedere che per fare fluire l’inchiostro fuori dalla penna, non è più necessaria l’entrata dell’aria esterna all’interno del serbatoio per compensare le pressioni (cioè per non andare sottovuoto), poiché le pressioni sono già pareggiate dal discreto incremento di pressione ad opera del calore della mano.
In poche parole e ai fatti, si continua a scrivere normalmente: l’inchiostro fuoriesce e il suo volume è rimpiazzato dall’aumento di volume dell’aria (∆Vol.) interna riscaldata.
Quando poi la temperatura del serbatoio sarà uguale alla temperatura della mano, non si avranno più incrementi di volumi/pressioni, e il solito meccanismo di scambio volume inchiostro che esce/volume aria che entra sarà ristabilito.
Questo mi porta a pensare che se una stilografica a contagocce perde inchiostro, subito, dopo tre righe o dopo mezza pagina, questo dipende quasi sicuramente da un problema della penna, di qualunque genere esso sia (alimentatore non corretto per questo utilizzo o progettato male, perdite, microperdite, ecc…).
Al solito, perdonate il mio delirio, poteri aver pensato e scritto anche qualche boiata.
P.S. Ho avuto stilo a contagocce con la gocciolina in punta al pennino, ma una volta trovata la causa, il problema non si è mai più presentato. Forse fortuna…
P.S del P.S. Poi torno a dire che se nel serbatoio rimane una piccolissima quantità di inchiostro , è talvolta normale un aumento di flusso o addirittura una gocciolina
Ovvio che il termometro non si poteva tenere dal vetro per vedere il calore della mano... però è quantomeno indicativo che la mano quella temperatura la porta. Poi dipenderà da come si impugna (e.g. io impugno molto "dal fusto") e dalla conducibilità termica del materiale.
Come tu dici la mano tocca solo alcune parti della penna però il calore si conduce lungo la penna e attraverso la penna (riguardo la ratio di salita mi chiedi troppo, non lo so, poi ogni penna è diversa).
Quando la penna sta in verticale l'inchiostro sta in basso e l'aria in alto, l'inchiostro non permette all'aria in alto di avere sfogo.
D'accordo che l'inchiostro esce quando scrivi, ma se l'aria si espande più dell'inchiostro che riesci a consumare (e che l'alimentatore riesce ad "assorbire" facendo da "bacino di espansione") ecco che ti ritrovi con il gocciolone.
Dire che il burping accada solo se la penna "è fatta male" mi sembra eccessivo, certo, se è progettata molto bene è molto probabile riuscire ad evitarlo.
D'altra parte, visto che sto cercando proprio esperienze d'uso, scovare le eyedropper che non burpano mai è un obbiettivo perfetto (anche perché le riscatta dall'accusa di ostinarsi ad usare un sistema desueto e inutilmente problematico).