Pelikan 4001 Brilliant Black e Blue Black: indelebilità all’acqua

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Messaggio da Keplero »

balthazar ha scritto: mercoledì 29 marzo 2023, 12:42 Credo che il problema dell' ingrigimento del Blue Black sia una problematica delle produzioni recenti, sono curioso di cercare quelle vecchie boccette che avevo e provarne una.

Comunque se uno compra una boccetta nuova penso che per un annetto o due tenga il colore... quella che stò usando io era rimasta in un cassetto della scrivania in ufficio da pre pandemia credo di averla acquistata nel 2018 /2019.
La mia bottiglia è certamente molto più vecchia. Per curiosità, avendo ripreso in mano un vecchio calamaio di Pelikan Royal Blue presente nella confezione di una Pelikan M400 databile a prima della riunificazione delle Germanie, ho voluto confrontare il colore di questo inchiostro con quello di una boccetta più recente (una da 62,5) ebbene in questo caso c'è un certo scadimento del colore, quello più "fresco" si mantiene più vivido (prova fatta in fretta con una penna in vetro).
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Gli inchiostri dagli anni 70 a oggi hanno subito diverse modifiche per via dei vari adeguamenti normativi... non penso che sia facile oggi come oggi, fare un buon inchiostro rispettando tutte le varie norme.
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Messaggio da Phormula »

Il primo caso di blue-black ingrigito l'ho sperimentato alla fine degli anni '90 con una scatola di cartucce.
Escludo che fossero vecchie, il design della scatola era quello recente e soprattutto le cartucce erano completamente piene.
Da allora mi sono capitati parecchi casi di cartucce e calamai più o meno scoloriti.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Messaggio da Keplero »

Comunque tornando ai nostri Pelikan direi che il Blue Black resiste bene sia all'acqua che agli evidenziatori.

Mentre il Pelikan Black se dilavato resta leggibile, ma se si bagna con delle gocce d'acqua e si lascia asciugare la componente colorante prima si discioglie nell'acqua e poi riasciugando si rideposita sulla carta rendendo difficoltosa la lettura...anche l'utilizzo dell'evidenziatore non è ben digeribile.

Tutti problemi che con il Blue Black non ci sono.
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Messaggio da valhalla »

mastrogigino ha scritto: lunedì 27 marzo 2023, 0:40 Occhio che a maggiore acidità corrisponde anche maggiore probabilità di corrodere il pennino se questo è di semplice acciaio e non in oro massiccio, e sicuramente le placcature se le mangia.
Inoltre l'acidità dell'inchiostro danneggia anche la carta e a lungo andare la "buca" (si parla comunque di qualche secolo ), aumentando l'acidità il danneggiamento della carta risulterà accelerato.
In teoria un inchiostro ferrogallico anche interamente ferrogallico fatto molto bene non dovrebbe essere particolarmente acido: se ci si mette la quantità precisa di acido sufficiente per reagire con la quantità precisa di ferro e di tannini non ne rimane per corrodere la carta.

Ora, sono abbastanza sicura che su questo forum ci siano delle persone che hanno in casa o quasi tutta l'attrezzatura per farlo (e accesso a materie prime sufficientemente regolari da poter essere misurate con precisione¹), ma chi lo fa con le galle raccolte nei boschi e misurando con la bilancia da cucina non potrà mai ottenere quel risultato, avrà sempre qualcosa di sbilanciato in un senso o nell'altro e rischia corrosione o depositi.

Del resto, anche i manoscritti dell'antichità non sono tutti corrosi, anche chi produceva l'inchiostro ai tempi aveva lo stesso problema delle misure non precise, a volte andava di fortuna e si eccedeva con cose non dannose (finché si lavora ad intinzione i depositi non dan problemi), a volte si era messo troppo acido e adesso ne vediamo i risultati sulle carte deteriorate.
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Messaggio da mastrogigino »

valhalla ha scritto: domenica 2 aprile 2023, 9:46
mastrogigino ha scritto: lunedì 27 marzo 2023, 0:40 Occhio che a maggiore acidità corrisponde anche maggiore probabilità di corrodere il pennino se questo è di semplice acciaio e non in oro massiccio, e sicuramente le placcature se le mangia.
Inoltre l'acidità dell'inchiostro danneggia anche la carta e a lungo andare la "buca" (si parla comunque di qualche secolo ), aumentando l'acidità il danneggiamento della carta risulterà accelerato.
In teoria un inchiostro ferrogallico anche interamente ferrogallico fatto molto bene non dovrebbe essere particolarmente acido: se ci si mette la quantità precisa di acido sufficiente per reagire con la quantità precisa di ferro e di tannini non ne rimane per corrodere la carta.

Ora, sono abbastanza sicura che su questo forum ci siano delle persone che hanno in casa o quasi tutta l'attrezzatura per farlo (e accesso a materie prime sufficientemente regolari da poter essere misurate con precisione¹), ma chi lo fa con le galle raccolte nei boschi e misurando con la bilancia da cucina non potrà mai ottenere quel risultato, avrà sempre qualcosa di sbilanciato in un senso o nell'altro e rischia corrosione o depositi.

Del resto, anche i manoscritti dell'antichità non sono tutti corrosi, anche chi produceva l'inchiostro ai tempi aveva lo stesso problema delle misure non precise, a volte andava di fortuna e si eccedeva con cose non dannose (finché si lavora ad intinzione i depositi non dan problemi), a volte si era messo troppo acido e adesso ne vediamo i risultati sulle carte deteriorate.
Non sono chimico quindi non so se un inchiostro ferrogallico "industriale" abbia gli "ioni bilanciati" e quindi alla fine non è aggressivo, quindi diventa più corrosivo se non ben tarato.
Allego link che ho trovato online e che mi ha messo qualche piccola paranoia anche su quelli fatti da aziende più che serie.

https://kencrooker.com/igink/

Quindi per non saper ne leggere ne scrivere, io li metto solo su pennini in oro o cinesate da 2 euro che al massimo butto nel bidone....
Giust mai opinion ovviament.... :D
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Messaggio da Keplero »

mastrogigino ha scritto: domenica 2 aprile 2023, 12:03
Cut...
Quindi per non saper ne leggere ne scrivere, io li metto solo su pennini in oro o cinesate da 2 euro che al massimo butto nel bidone....
Giust mai opinion ovviament.... :D
Personalmente i ferrogallici li uso più che altro in penne non costose o che eventualmente mi permettono di sostituire il pennino con modica spesa e che abbiano caricamento a cartuccia o converter (es. Lamy Safari). Evito penne di fascia medio/alta a stantuffo.
A onor del vero, devo però dire che in anni di utilizzo per ora non mi è mai capitato di avere un pennino rovinato per lo meno con Salix e Pelikan Blu Black, però magari è fortuna... :angel:
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