Pilot Justus 95 F
Inviato: domenica 3 aprile 2022, 13:58
Mi rendo conto che non sia un modello nuovo, che ci siano già delle recensioni che descrivono appieno la penna in tutte le sue caratteristiche, su cui non mi dilungherò. È pur vero che ognuno ha le sue sensazioni con ogni penna, anche a motivo delle altre in suo possesso e con cui, inevitabilmente, fa un confronto.
Visto che un utente mi ha chiesto in privato le mie impressioni sulla penna e che ritengo di aver dato una risposta esauriente, voglio condividerla con tutti voi per soddisfare lo scopo del forum.
Parto col dire che la penna ha scritto da subito, una volta innestata la cartuccia, senza bisogno di lavaggio o altra operazione preliminare. I 4 inchiostri che ho provato non hanno restituito differenze apprezzabili in termini di tratto, nonostante fossero diversi uno dall’altro:
- Iroshizuku Tsuki-Yo (secco e acquoso),
- Pilot Black della cartuccia in dotazione (equilibrato),
- Noodler’s Air Corp Blue/Black (piuttosto viscoso e controllato)
- Diamine Green Black (denso e asciutto)
Il pennino è morbido/molleggiato/ammortizzato, non arriverei a chiamarlo semi-flex.
Nonostante il pennino sia un Pilot F come la mia Capless, mi dà l’impressione di essere più affilato sia per il feedback (la Capless scivola senza restituire nessuna vibrazione/rumore fino al cambio di direzione, mentre la Justus ha un leggero fruscio “graffiante”), sia per il tratto (per continuare con la Capless, posso usare sulla Justus qualsiasi inchiostro e avere un tratto come quello della Capless con l’inchiostro X-Feather che stringe di quasi una taglia).
Da quel che ho visto mentre chiedevo consigli, è un tratto F come quello di una Sailor Pro Gear o 1911.
Di fatto è il mio pennino più fine, niente di paragonabile con pennini europei che ho testato. Meno della metà di un EF Pelikan e con meno feedback.
Per quanto riguarda la variazione di tratto, normalmente scrivo troppo leggero per produrne con questo pennino. Impegnandomi arrivo ad avere bel tratto allargato fino a un M europeo.
La regolazione Hard-Soft è molto utile perché mentre su S il feedback è ridotto e il pennino ammortizza il peso della mano, su H il feedback aumenta con la rigidità, permettendo una scrittura molto più veloce senza che la morbidezza intralci (si inibiscono movimenti indipendenti di un rebbio rispetto all’altro che, andando veloce, danno la sensazione di avere qualcosa a peso morto da trascinare sulla carta). Niente di terribile, non è inutilizzabile in S scrivendo veloce, ma avere la possibilità di scegliere ti fa eliminare questo fastidio portando su H. L’unico difetto che trovo è, tornando a S, la striscia di inchiostro che resta al passaggio della lingua: usando inchiostri waterproof spesso, spero di non dimenticarmi mai di pulirla. Non voglio sapere se è waterproof anche sull’oro!
Quello che mi fa veramente amare questa penna è la penna nel suo complesso: mi piacciono le penne grandi e solide in mano e la Justus è lunga e larga. Finalmente ho una penna che mi sta bene in mano e mi permette un impugnatura alta, con dita distese e mano rilassata, senza calzare il cappuccio. Il peso di 30g, di cui 10g sono nel cappuccio, ne fa una penna pesante (nemmeno considero le Jinhao in ottone che pesano anche il doppio e dopo una pagina devi fare una pausa), ma il baricentro è spostato in avanti sulla sezione e la penna risulta leggerissima in mano. È la vera stilografica che non ti stanca mentre scrivi anche per ore. Ho rimpianto di non averla avuta ai tempi degli studi, quando gli esami avevano le domande aperte e 3 ore non bastavano per scrivere tutto, odiando il dolore alla mano che doveva calcare sul foglio per scrivere con la sfera.
Ulteriore chicca, di un’eleganza estrema, è la finitura goffrata di fusto e cappuccio. Bellissimo esteticamente e pratico nell’aumentare il grip sulle parti. Verrebbe da dire “peccato che non ci sia sull’impugnatura”, ma li aiutano le alette/tacche sulla ghiera di regolazione della “lingua”: non si sentono sotto le dita, ma impediscono rotazione della penna e scivolamento.
Per concludere questo lungo pippone da maniaco ossessivo, direi che la penna è il perfetto connubio tra eleganza, preziosità, qualità di scrittura e, soprattutto, piacevolezza d’uso. È una penna che fa proprio piacere tenere in mano.
Non nascondo che mi piacerebbe avere un pennino liscio come il vetro e che io abbia cercato informazioni su come lisciarlo, ma vedere un difetto in un feedback così leggero è dovuto alla mancanza di altri difetti e penso che, con un tratto così fine, non sia un problema di pennino ma di carta, per quanto liscia.
Un’altra cosa che mi sarebbe piaciuta è un pennino più decorato e magari bicolore, ma probabilmente sarebbe stato troppo. Forse il suo essere minimale è la chiave della sua eleganza.
Con questa penna cercavo uno strumento elegante, con un bel pennino, tratto fine e che, ovviamente, scrivesse bene.
Se dovessi dare un voto in centesimi, credo sarebbe un 88/100 senza paura. Per un 100, avrei voluto più flessibilità e variazione di tratto.
Allego, per completezza, anche una prova comparativa con la Pilot Custom Heritage 912 con pennino Falcon
Visto che un utente mi ha chiesto in privato le mie impressioni sulla penna e che ritengo di aver dato una risposta esauriente, voglio condividerla con tutti voi per soddisfare lo scopo del forum.
Parto col dire che la penna ha scritto da subito, una volta innestata la cartuccia, senza bisogno di lavaggio o altra operazione preliminare. I 4 inchiostri che ho provato non hanno restituito differenze apprezzabili in termini di tratto, nonostante fossero diversi uno dall’altro:
- Iroshizuku Tsuki-Yo (secco e acquoso),
- Pilot Black della cartuccia in dotazione (equilibrato),
- Noodler’s Air Corp Blue/Black (piuttosto viscoso e controllato)
- Diamine Green Black (denso e asciutto)
Il pennino è morbido/molleggiato/ammortizzato, non arriverei a chiamarlo semi-flex.
Nonostante il pennino sia un Pilot F come la mia Capless, mi dà l’impressione di essere più affilato sia per il feedback (la Capless scivola senza restituire nessuna vibrazione/rumore fino al cambio di direzione, mentre la Justus ha un leggero fruscio “graffiante”), sia per il tratto (per continuare con la Capless, posso usare sulla Justus qualsiasi inchiostro e avere un tratto come quello della Capless con l’inchiostro X-Feather che stringe di quasi una taglia).
Da quel che ho visto mentre chiedevo consigli, è un tratto F come quello di una Sailor Pro Gear o 1911.
Di fatto è il mio pennino più fine, niente di paragonabile con pennini europei che ho testato. Meno della metà di un EF Pelikan e con meno feedback.
Per quanto riguarda la variazione di tratto, normalmente scrivo troppo leggero per produrne con questo pennino. Impegnandomi arrivo ad avere bel tratto allargato fino a un M europeo.
La regolazione Hard-Soft è molto utile perché mentre su S il feedback è ridotto e il pennino ammortizza il peso della mano, su H il feedback aumenta con la rigidità, permettendo una scrittura molto più veloce senza che la morbidezza intralci (si inibiscono movimenti indipendenti di un rebbio rispetto all’altro che, andando veloce, danno la sensazione di avere qualcosa a peso morto da trascinare sulla carta). Niente di terribile, non è inutilizzabile in S scrivendo veloce, ma avere la possibilità di scegliere ti fa eliminare questo fastidio portando su H. L’unico difetto che trovo è, tornando a S, la striscia di inchiostro che resta al passaggio della lingua: usando inchiostri waterproof spesso, spero di non dimenticarmi mai di pulirla. Non voglio sapere se è waterproof anche sull’oro!
Quello che mi fa veramente amare questa penna è la penna nel suo complesso: mi piacciono le penne grandi e solide in mano e la Justus è lunga e larga. Finalmente ho una penna che mi sta bene in mano e mi permette un impugnatura alta, con dita distese e mano rilassata, senza calzare il cappuccio. Il peso di 30g, di cui 10g sono nel cappuccio, ne fa una penna pesante (nemmeno considero le Jinhao in ottone che pesano anche il doppio e dopo una pagina devi fare una pausa), ma il baricentro è spostato in avanti sulla sezione e la penna risulta leggerissima in mano. È la vera stilografica che non ti stanca mentre scrivi anche per ore. Ho rimpianto di non averla avuta ai tempi degli studi, quando gli esami avevano le domande aperte e 3 ore non bastavano per scrivere tutto, odiando il dolore alla mano che doveva calcare sul foglio per scrivere con la sfera.
Ulteriore chicca, di un’eleganza estrema, è la finitura goffrata di fusto e cappuccio. Bellissimo esteticamente e pratico nell’aumentare il grip sulle parti. Verrebbe da dire “peccato che non ci sia sull’impugnatura”, ma li aiutano le alette/tacche sulla ghiera di regolazione della “lingua”: non si sentono sotto le dita, ma impediscono rotazione della penna e scivolamento.
Per concludere questo lungo pippone da maniaco ossessivo, direi che la penna è il perfetto connubio tra eleganza, preziosità, qualità di scrittura e, soprattutto, piacevolezza d’uso. È una penna che fa proprio piacere tenere in mano.
Non nascondo che mi piacerebbe avere un pennino liscio come il vetro e che io abbia cercato informazioni su come lisciarlo, ma vedere un difetto in un feedback così leggero è dovuto alla mancanza di altri difetti e penso che, con un tratto così fine, non sia un problema di pennino ma di carta, per quanto liscia.
Un’altra cosa che mi sarebbe piaciuta è un pennino più decorato e magari bicolore, ma probabilmente sarebbe stato troppo. Forse il suo essere minimale è la chiave della sua eleganza.
Con questa penna cercavo uno strumento elegante, con un bel pennino, tratto fine e che, ovviamente, scrivesse bene.
Se dovessi dare un voto in centesimi, credo sarebbe un 88/100 senza paura. Per un 100, avrei voluto più flessibilità e variazione di tratto.
Allego, per completezza, anche una prova comparativa con la Pilot Custom Heritage 912 con pennino Falcon