Penna vintage o moderna

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Ste003
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Penna vintage o moderna

Messaggio da Ste003 »

Posseggo 13 penne +/- 1 (a seconda di quello che compro ne vendo una) per mantenermi sempre a 13, delle quali 5 pre ‘970 e le altre post…
Non colleziono, compro e uso altrimenti non compro o rivendo…
Nella scrivania ci stanno tutte e le uso tutte; al lavoro, lasciandole nel taschino del camice anche quando non sono di turno, ci tengo una lamy F: scrive bene, se casca non mi interessa, se me la rubano idem (o quasi) e il pennino abbastanza rigido non mi disturba nelle ricette…
In giro, al di la del lavoro, ho tendenza a portare le moderne: sono ragionevolmente certo che in tasca, o nello zaino o nell’auto non mi pisciano inchiostro…
Le vintage raramente le porto in giro e/o a lavoro perché anche se in ordine, ho brutte esperienze di giacche e pantaloni inondati di colori ed ora ho sempre paura che perdano quando non devono… a casa sono sempre perfette, ma in giro…. ;)
Per il resto non faccio distinzione tra valore economico della penna e luogo dove le porto, le acchiappo e caso e le uso. D’altronde sono fatte per questo!
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Pippo
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Messaggio da Pippo »

Trovo validi argomenti, purtroppo per il portafogli, per apprezzare sia le moderne che le vintage; avendo la possibilità di riporle in ufficio è piuttosto immediato decidere quale inchiostrare. Le utilizzo tutte e quando esco dall'ufficio le ripongo in un portapenne rigido solitamente escludendo le più delicate per anzianità o finitura. L'unica che non ho mai inchiostrato è una Omas Extra Lucens il cui pennino in permanio è molto ben conservato e mi spiacerebbe deteriorarlo....ok è una mia contraddizione!!! :wave:
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Messaggio da sansenri »

Pierre ha scritto: lunedì 6 febbraio 2023, 21:07 Moderne.
Vanno sempre bene e io le uso per lavorare, quindi ho bisogno che corrano.
Ogni tanto qualche vintage, ma non riesco a usarle e le tratto come reliquie. Tanto più che non sono in grado di ripararle, quindi devo ricorrere a qualcuno del reparto tecnico per forza.

Lodevoli eccezioni una MB Monterosa (grazie Ottorino Maxpop e Peppepipes) una Pelikan 400 (ma dovrò farle lubrificare il meccanismo) e poi si vedrà in futuro :)
giusta osservazione, MB Monterosa, ne ho una anch'io che va a meraviglia (come da definizione di Esme non è una rompina).
Alcune altre MB vintage vanno bene e sono solide tanto quanto le Pelikan (una recente che va come se fosse nuova, una 344)

Archipat ha scritto: lunedì 6 febbraio 2023, 21:41 Ho sempre usato le moderne: nella mia borsa ho tre pilot (Justus, falcon e 912), due Pelikan (m805 e m400) e due MontBlanc calligraphy, la 149 e la 146. Poi ho diverse stilo con pennini stub ed italici, ma quella è un’altra storia.

Sono un bel po’, sicuramente troppe, ma del resto le uso tutte intensamente ogni giorno sfruttando le loro differenze di pennino, oltre che diversi inchiostri. Sono un vero malato degli appunti, da anni.

Il numero di penne nel mio astuccio parla chiaro. Come avrete capito, non sono certo un minimalista che si limita all’essenziale.

Vengo al punto. Fino a tre giorni fa pensavo di aver trovato i miei strumenti, tutti moderni, e non vedevo la necessità di una nuova penna.
Per strane storie del destino, sabato sono finito al pen show ed in un momento di vera debolezza ho comprato una Omas ottagonale con pennino extra Lucens EF, in celluloide screziata, con più di 70 anni di servizio.

La trovo bellissima, ma la cosa che mi ha lasciato senza parole è la precisione, morbidezza e fluidità nella scrittura. Poi premi e si allarga, molto, ed è leggera che nemmeno la senti in mano.

Tre giorni sono pochi per fare un bilancio, sono in pieno innamoramento, ma dopo ripetute sessioni di scrittura continuo ad avere la stessa espressione di Anton Ego davanti alla Ratatouille.

Fino pochi giorni fa ti avrei dato una risposta certa, probabilmente diversa da oggi. Vacillo,
Eh, sì, quando becchi una Omas con un pennino del genere (e non tutte le Omas ce l'hanno, anzi) ti accorgi che è un altra cosa... non che le altre stilo più moderne non siano belle o non scrivano bene, ma l'esperienza è proprio differente.
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Messaggio da tomcar »

Le penne al lavoro con me oggi, ad esempio
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Tommaso
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Messaggio da Darkizz89 »

Per rispondere, combino due argomenti: che penne sono sulla mia scrivania?
Una Parker Vacumatic del 1943 in attesa del sacchetto di ricambio dal Regno Unito mi scruta, mentre rivedo gli ultimi teoremi per l'esame con una Pelikan M200, una Geha Schulfueller flessibile al punto giusto, una PenBBS 456 in una resina meravigliosa, una Montblanc 22 con un OBB godibilissimo e infine la Vera del Forum e la fida Sheaffer Snorkel Statesman. Fra l'altro, ho appena pulito una Montblanc 34 e una Lamy Safari, tolte dalla rotazione qualche giorno fa.

Solo fra le inchiostrate e in uso, la commistione fra penne contemporanee e penne realizzate nella seconda metà del secolo scorso è quasi perfetta!

Entrando nel merito, sto lentamente passando da un modus operandi collezionistico a uno più prettamente d'utilizzo: una penna contemporanea dà garanzie sull'affidabilità maggiori, ma il fascino delle penne vintage è innegabile.
Infatti, le motivazioni che mi portano ad apprezzare le produzioni del secolo scorso sono molteplici: vuoi per il fattore storico, tanto del modello quanto del vissuto della singola penna; vuoi per ragioni ingegneristiche, vista la creatività e l'ingegno delle soluzioni adottate nei sistemi di caricamento; vuoi per le garanzie date dalla semplice sopravvivenza della penna fino ai giorni nostri - è un briciolo di darwinismo pennistico, quello che ha permesso il survival of the fittest!

Per quanto concerne la "paura" di perdere o rovinare esemplari ben più anziani di me, adotto un metodo molto semplice per evitare che accadano simili evenienze: il portapenne può stare solamente nella mia tasca, oppure davanti ai miei occhi - certamente non incustodito, o più lontano da me di quanto non lo sia la mia mano! :D

Ricapitolando: limitarmi alle sole penne prodotte l'altro ieri mi toglierebbe la soddisfazione di scavare nel passato, di studiare e restaurare; limitarmi alle sole penne prodotte prima che nascessi mi impedirebbe di godere del progresso della scena stilografica attuale.
Bisogna far parlare fra loro le due scimmie, per trovare un compromesso! :D
Iacopo

"Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire." (M. Yourcenar, Memorie di Adriano)
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Pierre
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Messaggio da Pierre »

sansenri ha scritto: martedì 7 febbraio 2023, 10:08
Pierre ha scritto: lunedì 6 febbraio 2023, 21:07 Moderne.
Vanno sempre bene e io le uso per lavorare, quindi ho bisogno che corrano.
Ogni tanto qualche vintage, ma non riesco a usarle e le tratto come reliquie. Tanto più che non sono in grado di ripararle, quindi devo ricorrere a qualcuno del reparto tecnico per forza.

Lodevoli eccezioni una MB Monterosa (grazie Ottorino Maxpop e Peppepipes) una Pelikan 400 (ma dovrò farle lubrificare il meccanismo) e poi si vedrà in futuro :)
giusta osservazione, MB Monterosa, ne ho una anch'io che va a meraviglia (come da definizione di Esme non è una rompina).
Alcune altre MB vintage vanno bene e sono solide tanto quanto le Pelikan (una recente che va come se fosse nuova, una 344)
Confermo.
Tra poco avrò una Pelikan 140 vediamo se riesco a usarla in ufficio... essendo una tratto M fa ben sperare.
Poi a casa uso anche una Aurora 88 con il pistone rifatto da un dottore qui del forum ;) e ho anche in rampa di lancio una Pelikan M150. Si batte sempre lì...
Pierre

"Perché la virtù partorisce quiete, la quiete l'ozio, l'ozio disordine, il disordine rovina, e similmente dalla rovina nasce l'ordine, dall'ordine virtù, da questa gloria e buona fortuna"
N. Machiavelli Istorie Fiorentine V. 1
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Messaggio da novainvicta »

Non mi sono mai fatto scrupoli ad usare qualsiasi delle mie penne, a prescindere dalla loro età o valore, ad eccezione della Waterman 52 che non porto mai fuori da casa solo per senso di riverenza perchè caro ricordo. Certo la scelta è a secondo del contesto e perchè no dell'umore :D ma mi piace usarle tutte a rotazione, qualcuna più assiduamente (Aurora 88 Big, Aurora Talentum,Visconti Manhattan).
Quando lavoravo avevo in ufficio la Visconti Manhattan, una Parker 51 Mark I del 1948 un' Aurora 88 Aquila, tutte molto affidabili. Fuori portavo a seguito una biro (Fisher Space) e una matita ma anche una Pelikan M150 o M250 per non sentirmi lontano dalle stilo :D
Attualmente sulla mia scrivania ho la Visconti Manhattan, l'Aurora 88 Big rebbi lunghi e Pilot Justus 95 sempre inchiostrate ma frequente mi concedo un giro con la Waterman 52.
Quando esco in moto per turismo mi affido indifferentemente a Kaweco Brass Sport, oppure Parker 45 Flighter (si può definire vintage ?) o Noodler's Boston Safety che si sono rilevate molto efficienti in qualsiasi condizione.
In definitiva cerco di non limitare ad esclusive penne la piacevolezza di scrivere con una stilografica.
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“

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Messaggio da Keplero »

Bella domanda e di non facile riposta...
Sul nuovo sai cosa ti ritrovi e sai cosa compri.
Sul Vintage oramai spesso girano sempre le stesse penne e su dieci se ne salvano due o tre.

Però se io trovo una vintage nos e la confronto con una moderna...difficilmente la moderna la spunta...
Diciamo che sul caricamento le moderne possono vincere... ma sulla qualità di scrittura no...

La domanda potrebbe essere riformulata :
Come fare a trovare una penna vintage nos, o che abbia mantenuto le caratteristiche originali e che rispecchi la qualità dell' epoca ?
Non è facile, primo fra tutto i pennini, essendo vintage spesso sono stati usati e molto ma se capita la penna che è stata usatata poco o è una nos...noterai la differenza.

Io vado di moderne, ma se trovo delle vintage vecchie le prendo al volo.
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

Keplero ha scritto: sabato 11 febbraio 2023, 12:21 La domanda potrebbe essere riformulata :
Come fare a trovare una penna vintage nos, o che abbia mantenuto le caratteristiche originali e che rispecchi la qualità dell' epoca ?
La qualità dell'epoca sarà comunque falsata, perché a noi arrivano solo le sopravvissute.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Messaggio da rolex hunter »

Darkizz89 ha scritto:
Ricapitolando: limitarmi alle sole penne prodotte l'altro ieri mi toglierebbe la soddisfazione di scavare nel passato, di studiare e restaurare; limitarmi alle sole penne prodotte prima che nascessi mi impedirebbe di godere del progresso della scena stilografica attuale.
Hai perfettamente sintetizzato il concetto, e non potrei essere più d'accordo :thumbup:
(anche se pendo più verso il vintage)
Giorgio

la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
&...
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Messaggio da francoiacc »

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