Penna vintage o moderna

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Automedonte
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Messaggio da Automedonte »

Vediamo se riusciamo a fare una bella conversazione senza litigare :D

Quale delle due preferite per un uso quotidiano distinguendo uso alla "scrivania" e penna da portare in giro, quindi sono possibili due risposte diverse a seconda dei casi.

Per vintage considero penne almeno antecedenti al 1970 (lo so è arbitrario ma la discussione l'ho aperta io e decido io :lol: )

La domanda è più rivolta alla funzionalità della penna che non all'estetica della stessa. Diciamo che in questo contesto non contano le penne vintage che si hanno come "collezione" ma che vengono usate poco come capita a me.

Io preferisco le moderne su tutta la linea perchè mi danno maggior sicurezza rispetto alle vecchiette che mi piacciono molto esteticamente ma ancora non ne ho trovato nessuna che mi dia l'impressione di solidità che serve soprattutto se devo portarla in giro.

Alcune penne "Vintage" sono di una bellezza che "turba" però quando le prendo in mano ho la sensazione (probabilmente sbagliata) che siano fragili, inoltre di alcune anziate non mi piacciono il sistema di caricamento ed il fatto che non si veda la quantità di inchiostro residuo (pulsante di fondo e levetta).

Sono però curioso di sapere come si suddividono i pareri.
Cesare Augusto
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tomcar
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Messaggio da tomcar »

Nessuna preferenza. Dipende dai giorni.
Alcune penne vintage hanno molti meno problemi rispetto a certe moderne. Solitamente al lavoro mi porto una Pelikan 140 degli anni 60. Mai avuto nessuno problema, funzionalità estrema, scrive sempre bene e parte subito.
In questi giorni invece sto scoprendo una nuova vintage “da lavoro” quasi perfetta: una Montblanc 32 presa 1 mese fa qui sul forum. Straordinaria. Tratto sottile, scorrevole e molto ben controllabile. Di contro, ad esempio, scrivere con un CSI moderno al lavoro, se non si è abituati come me, potrebbe risultare meno intuitivo ed immediato, ma così come scrivere con una Omas Extra Lucens. Eppure faccio anche quello.
Io le penne amo usarle, sono sempre tutte inchiostrate e a rotazione vengono con me. Rischio, lo so, ma mi diverto così. Quindi nessuna preclusione a vintage o a moderne.
Ultima modifica di tomcar il lunedì 6 febbraio 2023, 15:40, modificato 1 volta in totale.
Tommaso
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Messaggio da Normie »

ultimamente moderne, in metallo e con caricamento a converter ( Supra, Gravitas Entry ), sia in giro che da scrivania
levodi
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Messaggio da levodi »

Trovo decisamente più affidabili e più piacevoli da usare tutti i giorni per scrivere a lungo le penne vintage, le moderne mi hanno sempre dato problemi di false partenze se non usate spesso, di flussi molto variabili a seconda della carta e quindi le uso seolo se devo portarmele in giro solo perchè la resina è meno fragile della celluloide e si trovano più facilmente i ricambi nel caso di "incidenti".
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Messaggio da Ghiandaia »

Moderne per tutto.

Le vintage sono un mare magnum del quale so poco o niente e non mi attira di saperne di più.
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

Preferisco penne moderne, per tutta una serie di motivi, tra cui:
- non amo le celluloidi che, nel migliore dei casi, mi lasciano del tutto indifferente;
- non amo i pennini flessibili (vedi celluloidi);
- non vedo motivi validi, per quello che è il mio uso tipico, di preferire una vecchietta;
- non sono, e non sarò mai, un collezionista;
- sono tendenzialmente un estimatore dei sistemi di caricamento cartuccia/converter (ma posseggo anche penne a pistone, pochissime, moderne);
- esistono poche, pochissime eccezioni, come la Waterman C/F (modello di cui posseggo vari esemplari, tutti in uso regolare) che uso solo perché, banalmente, l'ho sempre fatto e incontrano il mio totale gradimento durante la scrittura;
- non conosco le vintage: so poco o nulla su di esse, semplicemente perché in tutti questi anni me ne sono disinteressato.

Io sono, insomma, un banale utilizzatore, non un appassionato: bado al sodo, sono interessato soprattutto al funzionamento impeccabile e alle peculiarità di scrittura di ogni singolo marchio.

:wave:
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Messaggio da merloplano »

ho una omas extra che non viaggia con me per il valore sentimentale, non per l'eta'

solo 4 vecchiette (3 non lo sono, secondo la tua definizione; la mia e' che vintage sia tutto quello per cui non trovo facilmente i ricambi): pelikan m30, aurora 98 rm e cart, parker premier (preferisco hooded nib e snap cap, non abbondano tra le nuove). le uso come le altre, tranne che per i 2 pistoni. non smontabili, la loro dieta e' priva di pigmenti e supersaturi
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Messaggio da Spiller84 »

Per me dipende dalla penna in sé e dall'uso che ne dovrò fare. Una Parker 51 aerometric ad esempio, mi pare assolutamente affidabile da portare in giro, unica pecca non so quanto inchiostro mi rimane. La trovo più affidabile e robusta di alcune moderne con meccanismi di caricamento diversi, e magari in celluloide.
Trovo però molto affidabili e comode le moderne a cartuccia/converter e soprattutto le trovo pratiche per la scrittura da tutti i giorni. Una penna come la Capless (e cloni) la si può usare anche con una sola mano e senza sedersi per scrivere.
Quindi, la mia risposta sarebbe non tutte le vintage, e non tutte le moderne. Siccome trovo estremamente pratico il caricamento a cartuccia/converter, poco presente su penne anteriori al 1970, direi una preferenza, in questo caso, del 60% moderne.
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Messaggio da AinNithael »

Alterno moderno a vintage.
Appesa al collo e portata in giro o la Sailor Sapporo caricata con la cartuccia del sempiterno suo Kiwaguru o la Montblanc presa da Sanpei perciò tutt'altro che moderna :D caricata con cartuccia di viola Montblanc.
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Messaggio da lillolix »

Per il momento vado sulle moderne perché non ho esperienza, le vintage non le conosco e non saprei restaurarle, e preferisco quindi il paracadute della garanzia che ha un modello nuovo.
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Messaggio da ricart »

Uso solo penne moderne perché più "fresche" di quelle vintage e più affidabili, stantuffo o convertitore/cartuccia non ha importanza. L'unica cosa che evito è l'uso nei cantieri dove abitualmente uso la matita o qualche volta una Bic con quattro colori per differenziare gli appunti. In ufficio e a casa solo stilo. Al di là del limite posto da Automedonte per questa conversazione il mio "moderno" parte dal dopoguerra (WW2) in poi, più indietro non vado per tutti i motivi già esposti dagli altri, fragilità dei materiali che degradano, sistemi di carica non pratici e difficoltà di trovare ricambi in caso di rotture. Non bado molto al fatto che un pennino sia flessibile, morbido o rigido, passo con disinvoltura dai tratti F a quelli B, tutto dipende dai soliti fattori della carta e dell' inchiostro e non meno dall'"umore" della giornata.
:wave:
Riccardo

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Messaggio da stanzarichi »

Sono un campione statistico scarso: l’unica vintage che possIedo è una Aurora 88 del nonno della mia compagna, che ho inchiostrato solo un paio di volte principalmente perché ho notato (o almeno ho avuto l’impressione) che tenda a seccare in fretta con gli inchiostri moderni, anche complice il cappuccio forato.
Riccardo
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Messaggio da Maruska »

per me moderne, le poche esperienze con le vintage sono andate male, quindi moderne e possibilmente nuove
Maruska
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alfredop
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Messaggio da alfredop »

Di solito porto con me un portapenne a 6 posti, tipicamente 4-5 sono moderne, 2-1 sono vintage (di qualsiasi epoca).

Alfredo
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Messaggio da sansenri »

non possiedo tantissime vintage, perché anche secondo me, a parte la bellezza e a volte il meraviglioso modo di scrivere di alcuni pennini, l'utilizzo quotidiano è un po' meno pratico.
Esistono alcune eccezioni però, e nel mio caso, non avendo minimamente sperimentato tutta la vastità del vintage, mi fermo a queste, e prevalentemente sono le Pelikan.

Come già indicato da Tomcar, anch'io trovo che la Pelikan 140 sia una penna solidissima e affidabile, che se in esemplare in buone condizioni (non ultra sfruttato come a volte si vede), è una gran penna da uso quotidiano anche esterno, la 400NN idem (in genere un po' meno facile da reperire). Entrambe a pistone, entrambe con pennini sovente con un minimo di flex (senza che siano penne da calligrafia), quindi comode anche per lunghe sessioni d'uso, e con una gran bella autonomia d'inchiostro. La 140 va usata calzando il cappuccio altrimenti per alcuni potrebbe risultare corta, ma è nata per essere usata calzando il cappuccio (io la uso anche senza, ma questo perché per abitudine tendo a non calzare mai).
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