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WATERMAN’S Inks: “TIP-FILL” BOTTLE (T.J. Piazzoli) — New York, 1936

Foto e recensioni di Giorgio Fasciolo
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WATERMAN’S Inks: “TIP-FILL” BOTTLE (T.J. Piazzoli) — New York, 1936

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Questo articolo fa parte di una serie di quattro che prendono in esame la produzione di calamai Waterman’s negli anni 1933-1936.
Nel primo di essi
viewtopic.php?t=30173
è anche disponibile una breve presentazione di tutti i modelli oggetto della mia ricerca, seguita da una recensione del calamaio “Well-Top” [n. ④ dell’allegato iniziale].
Nel secondo articolo pubblicato si è trattato del primo calamaio “Tip-Fill” [n. ② dell’allegato iniziale], successivamente denominato “De Luxe Tip-Fill”, disegnato da G.Larsen:
viewtopic.php?t=30441
L’Introduzione (I) è quella comune alla serie.


* * *

I) Lo stato dell’arte dei calamai Waterman’s negli USA nell’anno 1936

II) Il secondo calamaio “Tip-Fill”, design di T.J. PIAZZOLI – New York, 1936
Il calamaio
Il nome
Il brevetto di T.J. Piazzoli
Osservazioni
Le iscrizioni del Produttore
Il debutto sul mercato americano

III) Francia: Flacon “Tip-Fill” – Paris, 1939
Il calamaio
Le iscrizioni del Produttore
Il debutto sul mercato francese
Osservazioni

Conclusione


* * *

I) Introduzione
Lo stato dell’arte dei calamai Waterman’s negli USA nell’anno 1936
Vi fu un anno di grazia, il 1936, in cui la Waterman americana si trovò a proporre al pubblico ben 4 diversi “calamai da tavolo” di nuova concezione contemporaneamente.
1. Waterman Catalog 1936,  (fonte PCA) - Copia.jpg
Waterman Catalog, 1936 (fonte PCA)

Erano stati introdotti uno dopo l’altro nel triennio 1933-1936 (gli ultimi due, il ③ e il ④, addirittura contemporaneamente nell’estate del 1936), con lo scopo prima di affiancare e poi di sostituire i tradizionali quanto gloriosi, ma oramai commercialmente vetusti “flaconi cilindrici”.
Nel 1936 i nuovi “calamai da tavolo individuali” (tutti dalla capacità di 2 once eccetto il ② che ne conteneva il doppio) venivano così a distinguersi
• dalle bottiglie per ricariche, di grande capacità, destinate a uffici e scuole (ad esempio), che permettevano di riempire tutti i singoli calamai più piccoli attraverso un sistema di rabbocco (“pour-out device”, un versatore a cannuccia, anch’esso mostrato nella pagina di catalogo sopra allegata),
• e dai “calamai da viaggio”, che erano invece ancora e sempre cilindrici, di piccole dimensioni e inseriti in contenitori protettivi in legno e metallo (alluminio) e bachelite.

Dopo la definitiva fuoriuscita dai cataloghi americani delle penne eyedropper e delle safety (e perciò anche delle “pipette contagocce” loro dedicate e, conseguentemente dei caratteristici tappi che potevano comodamente alloggiarle in altezza, come quello visibile nell’immagine seguente tratta da una delle mie ultime recensioni)
2. W 0542 H. Eyedropper filling system.jpg
i tradizionali calamai cilindrici multiuso (da 2 e 4 once) continuarono comunque ad essere venduti richiusi con “tappi bassi” ancora fino alla seconda metà degli anni Trenta, ma come flaconi entry level, sotto la definizione di “Regular individual desk size containers” (contenitori standard individuali da tavolo).
Tuttavia, la loro storia ormai trentennale non li rendeva più adatti ad affrontare, se non quella qualitativa dell’inchiostro, almeno la “battaglia di immagine” contro l’agguerritissima concorrenza.
La situazione era stata complicata dalla Waterman stessa, che aveva avviato anzitempo la dismissione (inopinata, vista la loro grande bellezza ed eleganza) dei calamai su stelo a forma di “globo” (o “cardioide”), prodotti in cinque varianti successive a partire dal 1912, e destinati alle penne con caricamento “automatico” (ossia, dopo il 1915 in casa Waterman esclusivamente alle lever filler), rimanendo così già all’inizio degli anni Trenta senza una vera alternativa commerciale alla ormai “sorpassata” impostazione cilindrica.

La situazione cambiò dal 1933, sicuramente anche in vista del cinquantesimo anniversario di attività della Casa (1884-1934), e nel 1936, per promuovere più efficacemente la vendita dei quattro nuovi flaconi di inchiostro mostrati in apertura (stilisticamente tutti così pienamente quanto irresistibilmente Art Déco), il marketing della Waterman decise di presentarli come dotati di “special features” (caratteristiche speciali), non solo evidentemente per il design, ma anche per il tipo di impiego per essi suggerito.


II) Il secondo calamaio “Tip-Fill”, design di T.J. PIAZZOLI – New York, 1936
3. WTF. Front view 1.jpg
4. WTF. Side view BIG.jpg
5. WTF. Rear view.jpg
6. WTF. Lateral view.jpg


Il calamaio
WATERMAN’S “TIP-FILL” bottle, No.572, design di Theodore J. PIAZZOLI (1935), produzione USA, 1936.
7. WTF. Standing and tipped.jpg
Capacità: 2 oz. = 59 ml

Altezza: 6,0 cm
Larghezza: 6,8 cm
Profondità: 4,3 cm
Base rettangolare: ca. 4,0 x 5,0 cm
Imboccatura, Ø utile: 2,2 cm

Tappo
Ø esterno: 3,6 cm
Altezza: 0,9 cm (bombato)

Peso a vuoto: 120 g
Peso pieno all’origine (stimato): ca. 180 g
Tappo: 6 g

8. WTF. Top cap 1.jpg


* * *

Il nome
Come abbiamo potuto appurare dall’allegato iniziale, sono due i calamai che portano il nome “Tip-Fill”, uno commercializzato nel 1935 e l’altro nel 1936.
9. WTF - WDL closed.jpg
Innanzi tutto sgombriamo il campo da un equivoco lessicale (almeno per noi italiani) che ha permesso alla Waterman di avvalersi di un efficace gioco di parole:
Tip = (sostantivo) la punta
To tip = (verbo) coricare, rovesciare, ribaltare, inclinare.
È chiaro che nell’alimentatore “tip-fill” la parola tip stia per punta, e il significato è dunque di “riempimento della punta” (ossia “attraverso la sola punta”).
Nella boccetta di inchiostro “tip-fill”, invece, la parola tip sta per coricare/ribaltare, e il significato è di “caricamento col coricare” (ossia “dal flacone coricato”).
Quindi, portando lo stesso nome, neppure volendo si sarebbero potuti scindere i destini “commerciali” dell’alimentatore (1933) da quelli del primo calamaio “Tip Fill” di Larsen (1935).
Grazie alle caratteristiche del caricamento “tip-fill” implementato sulle stilografiche della Casa vendute all’epoca (che, gioverà ricordarlo, richiedeva la sommersione del gruppo scrittura solo fino al foro di sfiato del pennino, e non fino a ricomprendere anche parte della sezione come era/sarebbe prassi con un alimentatore tradizionale), anche l’uso del calamaio omonimo poteva essere associato ad un’idea di pulizia e ordine, promettendo inoltre (ma in subordine) un sostanzioso risparmio grazie alla possibilità di coricamento su una delle facce laterali onde favorire la suzione anche dell’ultima goccia di inchiostro in essi originariamente contenuta.



Continua…
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In quanto sia faccettato che coricabile, dal punto di vista del marketing il secondo calamaio deriva dalla precedente “Tip-Fill Bottle” disegnata da Larsen (numero ②),
10. WTF - WDL tipped.jpg
e sarà inevitabile per Waterman arrivare a denominare l’ultimo arrivato con lo stesso identico nome del predecessore, ovvero
<“Tip-Fill” Bottle>
promuovendo però parallelamente la più grande, raffinata e costosa boccetta di Larsen a
<De Luxe “Tip-Fill”>.
Come abbiamo verificato nella recensione ad esso dedicata, alla prova dei fatti la stilografica non poteva però essere lasciata senza alcun sostegno nel primo calamaio “Tip-Fill” coricato (come mostravano i disegni delle pubblicità) perché… sarebbe caduta. :mrgreen:
11. WDL. Tipped with Waterman 55 cardinal.jpg
il calamaio era semplicemente troppo grande (ma la ragione d’essere primaria del “De Luxe” di Larsen pare essere stata quella di promuovere il caricamento “pulito” reso possibile dal nuovo alimentatore). A questa mancanza ovvierà efficacemente il secondo modello “Tip-Fill” di T.J. Piazzoli oggetto della presente recensione, che verrà lanciato solo un anno dopo nel 1936.
12. WTF. Tipped with Waterman 55 cardinal.jpg
:clap:

* * *

Il brevetto di T.J. Piazzoli
Durante le mie ricerche ho avuto modo di considerare attentamente la successione degli avvenimenti principali che avevano scandito tra il 1935 e il 1936 l’adozione dei tre calamai Waterman’s che proponevano un utilizzo per così dire “non tradizionale” della boccetta di inchiostro: i numeri ② ③ e ④ dell’allegato iniziale (qui sotto in un fotomontaggio giustapposto a una “foto di gruppo” da me scattata nel mondo reale),
13. 3 Inkwells comparison.jpg
prevedevano, infatti, o il coricamento della bottiglia su un fianco ovvero addirittura il completo ribaltamento della stessa per accedere alla ricarica.
Come abbiamo visto nella recensione ad esso dedicata (viewtopic.php?t=30173), possiamo affermare che l’idea di massima o almeno l’impulso decisivo per la fabbricazione del calamaio ultimo arrivato, il “Well-Top” (USA, 1936, ma senza alcuna notizia di un brevetto di riferimento), potrebbero essere derivati in ultima istanza dal calamaio prodotto dal Rappresentante francese (Jif/Waterman “Flacon doseur a bille”), di design, brevetto (Francia/Olanda) e commercializzazione risalenti almeno all’anno precedente (1935): similitudini e differenze stilistico-tecniche sono state da me analizzate, ma la cronologia appare sufficientemente chiara da non lasciare spazio a dubbi.
Per quanto riguarda i due calamai denominati “Tip-Fill”, invece, la consultazione dei brevetti ha permesso di accertare una sostanziale contemporaneità nel deposito dei due brevetti.

Il progetto del primo calamaio “tip-fill” (② qui da me recensito viewtopic.php?t=30441) fu affidato al più prestigioso designer che all’epoca (e già da oltre 6 anni) collaborava con Waterman (pur non essendone dipendente), Gabriel Larsen (1888-1943), il quale, pur essendo un tecnico di primissimo ordine (si veda, ad esempio, il progetto del caricamento a levetta doppia per le penne “Ink-Vue), era prima di tutto un artista del disegno, dotato di un’autentica “visione” stilistica e di raffinata eleganza (lo ricordiamo come l’artefice degli iconici modelli della rivoluzione della celluloide della Casa, Waterman Patrician su tutti).
14. LARSEN PATENT.jpg
La richiesta di brevetto fu depositata (“filed”) nell’aprile del 1935.

Ma solo 3 mesi dopo (29 luglio 1935), un brillante disegnatore della vetreria Capstan Glass Company (Pennsylvania) depositò il brevetto di un calamaio faccettato e coricabile, più piccolo di quello di Larsen, che sarebbe diventato il secondo calamaio “Tip-Fill” di Waterman sul mercato.
15. PIAZZOLI PATENT 2.jpg
Il talentuoso disegnatore era Theodore J. Piazzoli (di evidenti ascendenze italiane), che si era messo in luce alla vetreria producendo in poco più di cinque anni di lavoro ben 17 brevetti tra i quali, ancora nel 1932, quello del seguente calamaio geometrico (N.B. già caratterizzato principalmente da esagoni).
16. PIAZZOLI PATENT 1.png
Orbene, se Waterman avesse commissionato alla vetreria Capstan il progetto di un calamaio (che verosimilmente fosse anche coricabile, ma più piccolo di quello appena sviluppato) ovvero se si fosse limitata, intuendone le potenzialità, ad acquistare i diritti di sfruttamento di un design autonomamente elaborato da Piazzoli per la sua Compagnia, non mi è stato possibile accertarlo.
Quello che è certo, però, è che Piazzoli subito concesse lo sfruttamento provvisorio (c.d. “intermedio”) del brevetto alla L.E. Waterman di New York e che la Capstan Glass Company realizzò materialmente la primissima serie di boccette, apponendo sul vetro il suo riconoscibilissimo logo (trademark):
Capstan = Argano
17. The CAPSTAN GLASS COMPANY trademark.jpg
Chi volesse approfondire potrà trovare alcune delle informazioni a cui ho attinto in un articolo in pdf di Barry L. Bernas al seguente indirizzo: https://www.fohbc.org/PDF_Files/Piazzol ... ernas2.pdf
Quello che posso aggiungere personalmente all’interessante articolo citato è che alcune delle boccette successive alle primissime recano invece impresso il marchio di un’ancora, che è il trademark della più grande Compagnia (Anchor Hocking Glass Corporation) in cui dopo il 1938 era confluita la Capstan.



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Osservazioni
Il progetto di Piazzoli parrebbe semplice, ma non lo è affatto.
Sintetizzando, come in un trompe l’oeil niente è ciò che sembra, perché le figure geometriche non sono quelle che appaiono in un’osservazione frontale: così la faccia principale, quella che contiene l’etichetta (e, ovviamente, la sua opposta), pare un esagono grande ma è in realtà un esagono decisamente più piccolo (cui l’occhio aggiunge però le faccettature posteriori, poco inclinate e dunque ben visibili) che però, a guardar bene, è addirittura un ettagono (poligono di 7 lati); lo stesso può dirsi per la vista laterale, che pare formata da due semplici rettangoli grandi, ed è in realtà costituita da due trapezi più piccoli inclinati, costruiti su una base comune (il più piccolo è quello inferiore e su di esso poggerà il calamaio in posizione coricata). E questa sorta di “lettura obbligata” che inganna l’occhio, confondendolo tra una visione bidimensionale semplificante e una visione tridimensionale ben più ricca e articolata, è opera della vera invenzione contenuta nel disegno di Piazzoli: l’adozione di otto “faccette di raccordo” tra i piani (inclinate verso lo sfondo, ma sempre ben visibili da entrambe le prospettive frontali) che, guarda caso, paiono addirittura dei triangoli ma sono in realtà trapezi contrapposti (con lato comune di 0,5 cm)…
Da una prospettiva laterale si può, inoltre, facilmente rilevare come la superficie superiore (quella che ospita l’imboccatura circolare) non sia piana, ma leggermente inclinata a salire verso il centro: in questo modo, ciascuno dei dieci segmenti (l’ottagono d’impianto a cui si devono aggiungere i due lati degli ettagoni che sembrano esagoni) di cui è costituito il perimetro/bordo risalgono verso il cerchio centrale ciascuno con la propria faccetta…
18. WTF. View from above.jpg
Questo tripudio di faccette (in totale ben 18!) di dimensioni relativamente piccole conferisce alla bottiglia la caratteristica di essere percepita in modo sempre dinamico da chi la maneggi, riflettendo più efficacemente molta della luce disponibile, e accomuna il manufatto alla preziosità delle gemme che attraverso un taglio ricercato sfoggiano questa medesima caratteristica.
19. WTF. Lateral view BIS.jpg
Le visioni perfettamente centrate dall’alto e da sotto, invece, disegnano molto più intuitivamente un ottagono (irregolare) con quattro lati lunghi e quattro cortissimi.
20. WTF. View from below.jpg
Il fondo della bottiglia, rientrante di ca. 1 mm (e perciò protetto dagli urti), è un rettangolo che contiene le iscrizioni del Produttore a rilievo.
Il tappo, metallico, in questa primissima produzione è in tinta con il colore dell’inchiostro contenuto nella boccetta.
21. WTF. Top cap 2.jpg

* * *

Le iscrizioni del Produttore
A) Sulla confezione in cartoncino
Dati non disponibili
La boccetta della prima serie del “Tip-Fill” di Piazzoli è assai poco comune, ma la scatolina proprio… “chi l’ha vista?!?” :mrgreen:
B) Sulla bottiglia
1• etichetta
22. WTF. Label.jpg
Notare che in questo caso, a differenza del ben meno intuitivo “Well-Top”!, le istruzioni per caricare la penna quando il livello dell’inchiostro era troppo basso erano chiaramente stampate sull’etichetta, e perciò sempre disponibili, ed era presente anche un piccolo ma utile disegno esplicativo…
PER CARICARE LA PENNA
QUANDO L’INCHIOSTRO È POCO
APPOGGIARE
LA BOTTIGLIA SU UN FIANCO


2• vetro
23. WTF. Inscription molded into the bottom of the bottle.jpg
WATERMAN’S
2 OZ. [logo della vetreria CAPSTAN] 12
D. PAT’D.
Dove <D. PAT’D.> sta per “Design Patented” (= design brevettato).
Dopo questa serie iniziale la produzione proseguirà citando sul fondo della bottiglia solo il numero del brevetto (PAT.D 98958) il cui sfruttamento era ormai stato attribuito definitivamente alla Waterman.

* * *

Il debutto sul mercato americano
I calamai da me contrassegnati come ③ e ④ nell’allegato iniziale
24. Tip-Fill & Well-Top 1.jpg
furono lanciati contemporaneamente (secondo le mie ricerche a distanza di una sola settimana l’uno dall’altro), sempre cominciando dall’Ovest del paese.
Come si può notare dal ritaglio di giornale riportato qui sotto, al momento del lancio sulla stampa quotidiana questo che diverrà il più celebre di tutti i calamai della Casa (lo avrete senz’altro riconosciuto, perché è sostanzialmente in uso ancora oggi dopo 87 anni di onoratissimo servizio!) non aveva neppure un nome, ma era sommariamente indicato con l’imbarazzante locuzione
<A new bottle for Waterman Inks>
(= una nuova bottiglia per gli inchiostri Waterman)
e venduto al prezzo di 10cents di dollaro a flacone, risultando così il più economico del gruppo dei “nuovi” calamai.
25. The_Sacramento_Bee_Mon__Aug_24__1936.jpg
The_Sacramento_Bee_Mon__Aug_24__1936

L’impressione che si ricava dalla pagina di Catalogo allegata in apertura è che, gettando nella mischia contemporaneamente i due calamai più piccoli (2 oz.),
26. Tip-Fill & Well-Top 2.jpg
che contenevano gli stessi identici inchiostri (i permanenti, il blu lavabile e i colorati),
31. WATERMAN CATALOG 1936 (ex PCA).jpg
Catalogo Waterman 1936 (fonte PCA)

ma che erano dotati di “tecnologie” differenti ed erano venduti a prezzi diversi, la Casa volesse in qualche modo rimettersi al verdetto del mercato per vedere quale si sarebbe imposto presso il grande pubblico…


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Chi abbia vinto la sfida, beh, questo tutti lo sanno: l’anno seguente 1937, per l’inizio del nuovo anno scolastico il “Tip-Fill” di Piazzoli sarà l’unica proposta pubblicizzata…
28. Times_Colonist_Wed__Sep_15__1937.jpg
Times_Colonist_Wed__Sep_15__1937

Come conseguenza diretta della “promozione”, a un anno esatto dal lancio ufficiale sul mercato, finalmente anche il calamaio di Piazzoli ebbe l’onore di essere effigiato pure sulle grandi riviste patinate a tiratura nazionale. Quindi integrerò questo excursus storico con il mio primo conferimento odierno, tratto dalla rivista LIFE, che accostava il vincitore della “disfida dei calamai” (il “tip-fill” economico) alla stilografica top di gamma della Casa, la splendida Waterman “De Luxe Ink-Vue”…
29. WATERMAN'S - 1937.10.18 -Ink-Vue Pens, Tip-Fill Bottle. LIFE - Vol.3, No.16, pag.109.jpg
WATERMAN'S - 1937.10.18 -Ink-Vue Pens, Tip-Fill Bottle. LIFE - Vol.3, No.16, pag.109

E da allora, la via fu spianata verso la meta!
30. WTF. Bottle on Waterman's Ad.jpg
Sempre avanti… in saecula saeculorum!
O quasi, come subito vedremo… :D

A parte la questione del brevetto di Piazzoli riportato sul fondello di vetro del flacone (esaminata precedentemente), ho verificato che, dopo soli tre anni, l’etichetta del flacone cambiò per la prima volta stile: in una pervasiva campagna nazionale (che utilizzava una sola Ad) dell’inizio di giugno 1939, rivolta alla platea interessata alla consegna dei Diplomi,
27. The_Pittsburgh_Press_Tue__Jun_6__1939_.jpg
The_Pittsburgh_Press_Tue__Jun_6__1939

dalle etichette scomparvero le “alette colorate” che erano presenti al lancio nel 1936…
32. The_Pittsburgh_Press_Tue__Jun_6__1939 DEATAIL & WTF 1936 (Catalog).jpg
Anche il tappo, sempre in materiale ferroso, divenne più sottile ma con l’aggiunta di un sottile bordo cromato alla base.
La bottiglia da “convenient” (sia a buon mercato che comoda) passò ad essere definita “handy” (managgevole ma anche ben studiata), e persino l’esclusiva forma coricabile venne ribattezzata “Tip-Tilt” bottle (ma in una Ad soltanto…).

Paradossalmente, il primo design dell’etichetta (quello con le “alette” come sulla boccetta in presentazione) fu adottato all’estero per le produzioni locali/delocalizzate: in primis in Canada, poi in UK e infine anche in Italia.
33. canada uk italia.jpg
Per evidenti validi motivi, dopo essere stato implementato in ciascuno di questi paesi il disegno non venne subito abbandonato, bensì conservato per anni nel secondo dopoguerra.

In Francia, invece, il progetto di Piazzoli fu subito… rivoluzionato!!! :o
34. French and American Tip-Fill.jpg

* * *


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III) FRANCIA: Flacon “Tip-Fill” – Paris, 1939
35. FWTF. Front view.jpg
36. FWTF. Side view.jpg
37. FWTF. Rear view.jpg
38. FWTF. Lateral view.jpg

Il calamaio
WATERMAN flacon “TIP-FILL”, N°4 Bleue, produzione Francia, 1939.
39. FWTF. Bottle and box.jpg
Capacità [stimata]: ca. 90 cl [= 3 oz.]

Altezza: 7,1 cm
Larghezza: 7,6 cm
Profondità: 4,4 cm
Base ottagonale (lati maggiori): ca. 4,5 x 5,3 cm
Imboccatura, Ø utile: 2,8 cm

Tappo
Ø esterno: 4,2 cm
Altezza: 0,9 cm

Peso a vuoto: 133 g
Peso pieno all’origine (stimato): ca. 225 g
Tappo: 10 g

Confezione in cartoncino
Altezza: 7,3 cm
Base: 7,3 x 4,5 cm

* * *


Le iscrizioni del Produttore
A) Sulla confezione in cartoncino
40. FWTF. Cardboard box.jpg
Si notino:
• sulla faccia principale posteriore il disegno esplicativo di come coricare su un fianco il calamaio per aspirare l’inchiostro quando la boccetta è ormai per ¾ vuota;
• sull’aletta destra, l’indicazione per l’apertura del flacone, che prevede “pressione & rotazione” del tappo metallico.


B) Sulla bottiglia
1• etichetta
41. FWTF. Label.jpg


2• vetro
42. FWTF. Inscription molded into the bottom of the bottle.jpg
WATERMAN
MADE IN FRANCE
DEPOSE
Dove <DEPOSE> sta per <déposé>, ossia “registrato”, “depositato”, “brevettato”.
A differenza dei manufatti americani (ma anche dell’attuale confezione “Made in France” da 50 ml) la capacità della boccetta non è riportata né sulla confezione, né sulla bottiglia e nemmeno dalle pubblicità, ed è stata dunque oggetto di stima da parte mia.

3• tappo
43. FWTF. Top cap 1.jpg
Nome della Marca Waterman (senza la <s>, alla francese, ma non anche del Produttore “JiF”) in stampatello minuscolo, a rilievo.
44. FWTF. Top cap inscription.jpg

* * *


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Il debutto sul mercato francese
Ecco il mio secondo e ultimo conferimento originale per il nostro Wiki, che documenta il debutto del calamaio sul mercato transalpino alla fine del 1939, a Seconda Guerra Mondiale già iniziata come ben si evince dall’esortazione iniziale «Offrite ai nostri soldati…».
45. WATERMAN - 1939.12.23 - #511, Ink cartridge court, Flacon Tip-Fill, Jif pencils. L'Illustration, pag.IV.jpg
WATERMAN - 1939.12.23 - #511, Ink cartridge short, Jif pencils. Flacon Tip-Fill. L'Illustration, pag.IV of advertisements

Come si può osservare, nella pubblicità il nome del sistema non era stato francesizzato/tradotto e rimaneva “Tip-Fill”, pur essendo tale denominazione assente sia dalla confezione che dal flacone reali.
46. Waterman Flacon Tip-Fill Ad & matchbox.jpg
Qui sopra possiamo vedere anche il gadget della scatolina di fiammiferi dedicata alla nuova boccetta.
Una domanda sorge però spontanea: come mai il calamaio fu adottato in Francia con almeno tre anni di ritardo rispetto al lancio sul mercato statunitense?
In Francia, ça va sans dire ;) , seguivano attentamente le innovazioni della Casa madre americana, ma gli investimenti sulla manifattura locale (MADE IN FRANCE) dei calamai oltre che degli inchiostri imponevano certamente di ponderare ogni ulteriore innovazione da progettare, mettere in produzione e infine immettere sul mercato: come si usava anche in UK e in Italia, infatti, per ovvie ragioni di contenimento dei costi era da sempre più conveniente produrre boccette e inchiostri in loco piuttosto che importarli da un altro continente via nave…

L’autonomia commerciale che il Rappresentante francese Jules Fagard si era andato ritagliando, lo aveva portato già a metà degli anni Venti a proporre una linea sempre più ricca di rivestimenti esclusivi in metalli preziosi per le penne di produzione americana, per proseguire negli anni Trenta con una serie di “creazioni originali” (cioè non derivate direttamente da modelli USA) sia nel campo degli stilofori che in quello dei calamai da viaggio e da scrivania con custodia di lusso (in metallo, anche a colori, e in bachelite) e, dopo il cinquantenario della Marca (1934), a lanciare progetti sempre più importanti in assoluta autonomia, gli ultimi dei quali furono nell’ordine i seguenti:
• il flacon doseur a bille (calamaio “col collo lungo”, 1935);
• il rivoluzionario sistema di caricamento a cartuccia di vetro (1936), che aveva portato anche alla costruzione di penne “Waterman” interamente in Francia;
• l’originale “calamaio cubico” contenente l’esclusivo inchiostro “Bleu des Mers du Sud” (1938).
Dunque, ben due calamai “originali” erano stati lanciati autonomamente in Francia in concomitanza con il lancio dei due calamai americani “Tip-Fill” tra il 1935 e il 1938. Ma, evidentemente, non avevano avuto il successo sperato, non rappresentando pienamente lo “stile moderno” dei tempi.

* * *

Osservazioni
Questa è la mia opinione: il calamaio francese, che chiameremo “JiF” (non conoscendo il nome del designer che aveva brevettato il flacone), non deriva direttamente da uno dei due calamai “Tip-Fill” americani da cui prende il nome, ma contemporaneamente da entrambi, rifondendo le suggestioni principali di ciascuno di essi in una nuova composizione originale. :ugeek:
47. De Luxe Tip-Fill, Tip-Fill, French Tip-Fill.jpg
Osserviamo innanzi tutto l’unica caratteristica che sicuramente non appartiene ai due calamai americani, ovvero quella che personalmente definirei la “ribaltabilità a prova di stupido”, che impedisca, cioè, un coricamento accidentale che vada oltre la prima rotazione.
48. WTF & FWTF tipped.jpg
Tanto il calamaio di Larsen quanto quello di Piazzoli, infatti, possono essere con facilità coricati stabilmente sia sulla faccia più vicina alla base (quella più corta) che su quella (più lunga) vicina all’imboccatura…
49. WTF. Tipped 1st & 2nd position.jpg
con esiti tragici… :mrgreen:
Con il calamaio JiF tale chiamiamolo “fraintendimento” non è possibile perché la faccia più lunga è attraversata da uno spigolo, che suggerisce anche a uno stupido (come il sottoscritto, ad esempio) di fermarsi in tempo… :lol:
50. WFTF vs WTF 2.jpg


Le similitudini principali con il calamaio di Larsen sono:
51. WFTF vs WDLTF.jpg
• la grandezza/capacità superiore alla media;
• gli spigoli a mezza altezza che caratterizzano la vista frontale;
• i lati stondati del piano superiore (piano, non faccettato) che contiene l’imboccatura;
• i pentagoni d’appoggio per il coricamento.


Le similitudini principali con il calamaio di Piazzoli sono:
52. WFTF vs WTF 1.jpg
• le otto “faccette di raccordo” tra i piani (inclinate verso lo sfondo, ma sempre ben visibili da entrambe le prospettive frontali) che in questo caso sono realmente dei triangoli con vertice in comune;
• gli esagoni irregolari che caratterizzano la faccia principale (quella dell’etichetta e la sua opposta).

Poiché però nel 1939 il calamaio di Larsen non era già più sul mercato, il punto di riferimento obbligato della sfida (perché di questo si trattava!) rimaneva solo il calamaio Piazzoli.
I francesi (per grandeur, ovviamente) vollero così costruire il loro più grande e con molte più figure geometriche da poter riconoscere: e infatti si contano, oltre al cerchio dell’imboccatura, poligoni con 3 lati, con 4, con 5, con 6 (di due tipi) e con 8...
53. FWTF. View from above.jpg
Se c’è una critica che si può muovere al calamaio JiF di primissima generazione, certamente funzionale e di grande “presenza scenica”, è forse proprio quella di voler stupire ad ogni costo: la complicazione del disegno con la presenza contemporanea di una miriade di figure geometriche appare un virtuosismo che nuoce alla pulizia e all’eleganza del progetto.
Le sue forme non convenzionali si scontrarono persino con la possibilità di confezionare adeguatamente il flacone, che si presentava così “appuntito” ai lati da bucare la scatolina di cartone, un tradizionale parallelepipedo, che lo conteneva. :shock:
54. FWFTF. Cardboard box with holes.jpg


Continua…
Ultima modifica di Musicus il mercoledì 28 giugno 2023, 23:56, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da Musicus »

Come è facilmente intuibile dalla storia del Marchio, è dal calamaio JiF che deriva l’attuale calamaio Waterman in commercio...
55. WFTF - Waterman today - WTF.jpg
56. WFTF - Waterman today.jpg



Conclusione
Ho finalmente terminato anche la terza e ultima recensione dei flaconi “tecnici” appartenenti al mitico gruppo di “calamai da tavolo” Art Déco proposti dalla Waterman americana in quel glorioso 1936.
Ad essa ho voluto aggiungere una a mio avviso indispensabile se pur breve trattazione della bottiglia francese che è la diretta progenitrice delle boccette Waterman che tutti abbiamo in casa oggi.
Il riconoscimento ed il recupero dei primissimi modelli usciti sul mercato non si è rivelato per nulla semplice, ma il rispetto che provo per lo splendido lavoro dei progettisti non mi avrebbe consentito un impegno minore.

E ora, un’ultima chiamata al proscenio
per i protagonisti,
orgogliosamente schierati
per il meritato applauso finale!
57. De Luxe Tip-Fill, Tip-Fill, Well-Top inkwells 1936.jpg


Grazie per l’attenzione! :thumbup:

Giorgio
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Messaggio da piccardi »

Musicus ha scritto: mercoledì 28 giugno 2023, 22:41 E ora, un’ultima chiamata al proscenio
per i protagonisti,
orgogliosamente schierati
per il meritato applauso finale!
Ed uno strameritato applauso finale anche all'autore di questa splendida carrellata storica sui calamai della Waterman!!
Semplicemente fantastica.

Simone
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Messaggio da Mir70 »

Musicus ha scritto: mercoledì 28 giugno 2023, 22:41 ...
Grazie per l’attenzione! :thumbup:

Giorgio
Grazie a te per la presentazione !

Molto interessanti questi studi sulle geometrie costruttive , con il duplice scopo di creare un oggetto dalle forme ricercate e che al contempo ne facilitava l'utilizzo. Oggi alcune boccette sembrano realizzate con l' intento di rovesciarne il contenuto già solo fissandole con lo sguardo...
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Messaggio da balthazar »

:clap: trattazione completissima, è per me una vera "goduria leggere le esaurienti note e, soprattutto, ammirare le foto dei calamai. Grazie :thumbup: Il calamaio attuale Waterman resta - per me - uno dei più belli in commercio (per non parlare del contenuto :D ).
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Messaggio da Musicus »

Mir70 ha scritto: giovedì 29 giugno 2023, 18:53
Musicus ha scritto: mercoledì 28 giugno 2023, 22:41 ...
Grazie per l’attenzione!

Giorgio
Grazie a te per la presentazione !

Molto interessanti questi studi sulle geometrie costruttive , con il duplice scopo di creare un oggetto dalle forme ricercate e che al contempo ne facilitava l'utilizzo. Oggi alcune boccette sembrano realizzate con l' intento di rovesciarne il contenuto già solo fissandole con lo sguardo...
balthazar ha scritto: giovedì 29 giugno 2023, 20:41 :clap: trattazione completissima, è per me una vera "goduria leggere le esaurienti note e, soprattutto, ammirare le foto dei calamai. Grazie :thumbup: Il calamaio attuale Waterman resta - per me - uno dei più belli in commercio (per non parlare del contenuto :D ).
Sono d'accordo con voi: il calamaio Waterman rimane a tutt'oggi ai vertici della categoria per estetica e per funzionalità. E poi, per le penne vintage (specie se trasparenti) con il blu lavabile stai sereno... o, meglio, tranquillo! :D
Grazie per i commenti, molto graditi! :thumbup:
piccardi ha scritto: giovedì 29 giugno 2023, 11:58
Musicus ha scritto: mercoledì 28 giugno 2023, 22:41 E ora, un’ultima chiamata al proscenio
per i protagonisti,
orgogliosamente schierati
per il meritato applauso finale!
Ed uno strameritato applauso finale anche all'autore di questa splendida carrellata storica sui calamai della Waterman!!
Semplicemente fantastica.

Simone
Grazie di cuore, Simone!!!

Giorgio
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Messaggio da mastrogigino »

Ecco, adesso mi è venuta la voglia di comprare un calamaio di Serenity Blue solo per averlo sulla scrivania....

Te possino .... :clap: :clap:
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mastrogigino ha scritto: giovedì 29 giugno 2023, 23:04 Ecco, adesso mi è venuta la voglia di comprare un calamaio di Serenity Blue solo per averlo sulla scrivania....

Te possino .... :clap:
:twisted:

:lol:

;)

:wave:

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Messaggio da AinNithael »

Meraviglioso, meraviglioso tutto (prima un'avida lettura poi una più lenta con ripetute contemplazioni delle foto). Grazie infinite!
Enrica
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AinNithael ha scritto: venerdì 30 giugno 2023, 10:48 Meraviglioso, meraviglioso tutto (prima un'avida lettura poi una più lenta con ripetute contemplazioni delle foto). Grazie infinite!
Cara Enrica, grazie di vero cuore per le tue belle parole che mi fanno tanto piacere!

Giorgio
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