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WAHL-EVERSHARP 1st DESK SET, FALCON NIB – Chicago, 1925

Foto e recensioni di Giorgio Fasciolo
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WAHL-EVERSHARP 1st DESK SET, FALCON NIB – Chicago, 1925

Messaggio da Musicus »

10 anni esatti dalla mia iscrizione a FountainPen.it
2.000 contribuiti archiviati sul Wiki

Avevo previsto una recensione quadrupla, per festeggiare, ma mi sono accorto in tempo che sarei arrivato lungo.
Così, tra le ventiquattro cartelle che avevo aperto in questi ultimissimi anni (e diligentemente riempito di dati grezzi in attesa di dare loro forma compiuta in un articolo) ho pescato la più recente, quella che certamente sarei riuscito a completare…
Ecco dunque a voi: «Il primo stiloforo»


1. WDS. The Desk Set open.jpg

1925: nascita dello stiloforo
Wahl Fountain Pen Desk Set No. 2
Le misure
Marca, famiglia e modello
Profilo storico

1) Riviste di settore
2) Riviste generaliste
3) Addendum al catalogo generale 1925
4) Stampa quotidiana
Le iscrizioni del Produttore
Il design “Grecian Border”

• 2 Matite meccaniche Eversharp
• 2 Ads Eversharp
Osservazioni
Il pennino Falcon



* * * * * * * * * *


1925: nascita dello stiloforo
Ripropongo in questa sede con solo alcune modifiche il breve excursus che avevo presentato in occasione della recensione dei due stilofori di cristallo di Pierre D’Avesn per Eversharp del 1931:
viewtopic.php?t=27095

Lo stiloforo, costituito da
• una base in pietra (marmo, onice), metallo, ceramica, vetro o altri materiali come la bachelite (ma rinforzati e appesantiti al loro interno)
• dotata (molto spesso) di uno snodo (il più delle volte) metallico, per consentire l’orientamento e l’inclinazione di
• un calice con la medesima funzione protettiva e sigillante di un cappuccio (fisso o removibile)
• ed una penna stilografica a serbatoio - con terminale conico (coda) - dedicata ovvero adattata a penna da scrivania
è stata un’invenzione relativamente molto recente.

Le grandi Compagnie che guidavano il mercato delle stilografiche dal punto di vista tecnico, stilistico, produttivo e commerciale iniziarono a proporre i primi stilofori solo dopo quasi mezzo secolo dalla nascita della prima penna stilografica (!), e cioè solo intorno alla metà degli anni Venti del Novecento (1925). A mio avviso ciò è dovuto al fatto che la penna stilografica era nata proprio come una “liberazione” dalla “dipendenza” dal calamaio e dalla scrivania (desk), rendendo finalmente la scrittura con inchiostro largamente possibile anche in tutti quei contesti che le erano stati precedentemente di fatto preclusi: viaggi, sport, tempo libero, lavori all’aperto o itineranti, la guerra persino…

Venne quindi il tempo in cui l’industria decise che era il momento di sferrare l’attacco decisivo anche all’ultimo baluardo dei pennini da intinzione montati su cannucce (la scrivania), sostituendo ad essi la praticità di una penna che non doveva essere ricaricata continuamente dopo solo poche parole: erano infatti stati calcolati i tempi morti dell’inzuppo, e il computo puntuale e spietato della loro “monetizzazione” (una perdita secca di produttività, «Time is money!») aveva convinto i direttori degli uffici che una “penna a serbatoio” sarebbe stata infinitamente più redditizia anche sui moderni bureau. Questa sostituzione “obbligata” non sarebbe stato un problema per le legioni di dipendenti, ma si sarebbero dovute prima sgomberare le scrivanie delle persone più abbienti e influenti (che avrebbero guidato e pagato la transizione) dai vetusti calamai (inkwells, encriers) con boccette in vetro incorporate in strutture anche molto elaborate, ornate di sculture (talune somiglianti a dei piccoli presepi!), che dissimulavano uno o due “pozzetti” pieni di inchiostro per rifornire i pennini da intinzione, e spesso dotati anche di strutture idonee a reggere le cannucce a riposo (porta/poggia penne, anche in foggia di rastrelliere, o semplici scanalature). L’elemento dominante (a volte anche l’unico elemento), la vera ragion d’essere di questi gloriosi “calamai” di tradizione ormai plurisecolare era il contenitore dell’inchiostro che, con l’avvento della penna stilografica, però, semplicemente non serviva più: così gli uffici marketing rispolverarono le medesime ottime ragioni enucleate a suo tempo per l’adozione della stilografica, definendo ad ogni piè sospinto “messy” (ovvero “sporco e disordinato”) il sistema di calamai & cannucce; si giunse perfino a proferire il solenne giuramento «Dip no more!» («Non inzupperemo mai più!»).
Il primo passo dei designer fu perciò quello di semplificare il più possibile la struttura, mettendo in primo piano la vera novità che veniva posta in vendita, che era l’autosufficienza della penna stilografica (grazie al serbatoio di inchiostro incorporato), penna che a riposo sarebbe rimasta sempre in piena e bella vista sulla scrivania, magari mostrando lo scintillante rivestimento dell’oro che ricopriva l’intero strumento (come nello splendido “prototipo” in presentazione).

La Wahl-Eversharp era stata pioniera tra le Big Four nella produzione dei nuovissimi set da scrivania, con un prodotto già disponibile alla fine del 1925, uscito in contemporanea con la proposta di stiloforo della Sheaffer che però, a mio giudizio, risulta inferiore sia stilisticamente (nel confronto tra i top di gamma) che tecnicamente (non essendo orientabile).
2. Sheaffer's Desk Set, October 1925, Geyer's Stationer.jpg
Sheaffer’s Desk Set - 1925.10. Geyer’s Stationer (fonte visibile direttamente)

Dopo questi primi tentativi a calice fisso o solo parzialmente orientabile si andarono brevettando sistemi di orientamento sempre più completi e soddisfacenti per giungere rapidissimamente (solo in pochi mesi!) all’eccellenza dello snodo sferico, che permette il movimento in tutte le direzioni); si costituì persino un’alleanza tecnico-commerciale fra tre dei massimi produttori (Parker, Sheaffer e Wahl-Eversharp) per la gestione dei brevetti relativi (https://www.fountainpen.it/Pen_Desk_Set_Company).

La forma decisamente allungata (taper=conicità, “coda”) prescelta da tutti i Produttori per l’estremità terminale della penna da scrivania (disponibile anche in colori diversi)
• richiamava ovviamente quella della cannuccia, riconoscendone di fatto la equivalente (se non superiore) ergonomia per le lunghe sessioni di scrittura,
• connotava senza bisogno di ulteriori specificazioni un sottogenere merceologico in campo stilografico, in cui al “cappuccio calzato” (essenziale per lo stile e per il bilanciamento dello strumento) si affiancava una altrettanto riconoscibile e imprescindibile “coda calzata” (a parte casi penosi o imbarazzanti come l’economicissimo Penparker senza calice e con coda opzionale del 1932, o il per niente economico sistema MontBlanc senza coda odierno già introdotto dalla Waterman per la sua No.7 nel 1933),
• tecnicamente rispondeva anche all’esigenza di orientare facilmente il gruppo calice/penna in ogni direzione sfruttando il principio della leva, evitando nel contempo di causare danni quando la penna veniva urtata accidentalmente in quanto, per lo stesso principio, la coda si sarebbe spostata senza causare il movimento solidale dell’intera base dello stiloforo; la possibilità (pubblicizzata) di chiudere il tutto sotto chiave in un basso cassetto a fine giornata va appena menzionata…

Ma dopo pochi mesi fu chiaro che lo stiloforo aveva un grande futuro; si poteva/doveva andare incontro al gusto dei clienti più ricchi ideando strutture sempre più complesse che potessero colpire l’immaginazione e stimolare l’ambizione per competere coi fasti degli scrittoi del passato: si giunse così in meno di un lustro (dal 1925) a mirabolanti realizzazioni, affidate a designer di grido come lo stiloforo Parker “Spirit of Aviation”
venduto per la astronomica cifra di $250 quando una top di gamma Duofold “de luxe” ne costava 10 (come se oggi si moltiplicasse x25 il costo di una Montblanc 149).
3. 1929-12. Parker-Duofold.jpg
1929-12. Parker-Duofold (dal Wiki)

Tutto ciò avveniva nel Natale del 1929, ovviamente prima che si comprendesse appieno la portata del crash della Borsa americana di poche settimane prima…



* * *


Wahl Fountain Pen Desk Set No. 2
Pesante base in vetro nero, con due scanalature, smussata e lucidata, equipaggiata con un calice avvitato ed una stilografica tutti in metallo (all metal) laminati in oro giallo con decoro “Grecian Border”; stilografica con terminale rastremato (coda-le) in unico pezzo, corretto pennino WAHL #4 [F] Falcon in oro 14 carati con alimentatore “a pettine” in ebanite, caricamento a levetta, produzione U.S.A. anno 1925.
4. WDS. The Desk Set 1.jpg

Le misure
La base in cristallo
Lato lungo: 22,7 cm
Lato corto: 8,7 cm
Altezza: 1,8 cm
Peso (con calice): 911 g
5. WDS. Desk Set closed front view.jpg
6. WDS. Desk Set closed back view.jpg

Il calice
Lunghezza: 5,8 cm
Ø esterno sezione cilindrica:11,5 mm
Ø imboccatura sez. cil.: 10,0 mm
Peso: non rilevabile
7. WDS. Desk Set closed over view.jpg
8. WDS. Desk Set open over view.jpg

La penna (desk pen)
Lunghezza: 18,4 cm (con pennino sporgente di 2,2 cm)
Ø max. (alla levetta): 11,1 mm
Ø med. impugnatura: 9,8 mm
Peso (carica): 19 g
9. WDS. Desk set open.jpg


* * *

Marca, famiglia e modello
Chi volesse conoscere le straordinarie vicende della Marca, potrà fare riferimento al nostro formidabile Wiki:
https://www.fountainpen.it/Eversharp/it

Per la Famiglia di stilografiche a cui appartiene la penna da scrivania in presentazione, le Wahl (All) Metal Pens, rinvio alla accurata catalogazione proposta da Simone
https://www.fountainpen.it/Wahl_Metal_Pen,
in calce alla quale sarà anche possibile ammirare tutti gli splendidi esemplari già documentati (la presentazione loro singolarmente dedicata può essere utilmente recuperata in: Indice  Retrospettiva  Catalogo foto e modelli  Eversharp).
Per una carrellata fotografica pressoché completa dei modelli da tasca segnalo il sito di Jim Mamoulides:
https://www.penhero.com/PenGallery/Ever ... tterns.htm.

In questa sede gioverà soltanto ricordare che non si tratta di penne “rivestite”, bensì di penne completamente costruite in metallo (a parte il gruppo scrittura, ovviamente).

Per quanto concerne il Modello oggetto della recensione odierna, un unicum prodotto solo per il Natale del 1925, darò subito conto di tutte le informazioni che ho potuto reperire.



Continua…
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1) Riviste di settore
• Geyer’s Stationer
La prima pubblicità datata con certezza del nuovissimo strumento (stiloforo) da me rinvenuta è nel numero di ottobre 1925 del «Geyer’s Stationer» (vol.80, No.4, pag.39).
10. Geyer’s Stationer - 1925.10 -  vol.80, No.4, pag.39 (fonte Hathitrust.org).jpg
(fonte Hathitrust.org)

Ovviamente sia la presentazione che le raccomandazioni sono rivolte esclusivamente ai rivenditori: si fa menzione della pubblicità che verranno inserite nelle maggiori riviste della nazione e si spiega come presentare e quindi vendere al meglio l’ultima novità del mercato.

Il mese successivo troviamo una breve ma significativa presentazione del prodotto, estremamente interessante per noi che ne diamo oramai per scontata la destinazione d’uso, a cominciare dalla nuova denominazione prescelta, “Desk Set”, ovvero “set (gruppo di accessori) da scrivania”: se ne dichiara la genesi, che risponde alla necessità di venire incontro a chi rimpiangeva la maneggevolezza della cannuccia con pennino da intinzione (priva di scomodi cappucci da rimuovere) che era sempre pronta, adagiata in una scanalatura o poggiata su una rastrelliera, per il lavoro alla scrivania. Se ne dichiara la semplicità, trattandosi di una stilografica della Casa dotata di una estremità affusolata (coda) “attaccata ad una base in vetro".
11. Geyer’s Stationer - 1925.10 -  vol.80, No.4, pag.68 (fonte Hathitrust.org).jpg
L’inserzione del mese successivo non aggiunge ulteriori informazioni di rilievo.
12. Geyer’s Stationer - 1925.11 (fonte Hathitrust.org).jpg

• The American Stationer and Office Outfitter
Ma è su un’altra rivista del settore che ho potuto rinvenire l’unica pubblicità che mostra la versione più costosa ($15) con calice e penna entrambi laminati oro (gold filled) oggi in presentazione.
13. The American Stationer, 1925.11.07, pag.16 (fonte Hathitrust.org).jpg
The American Stationer, 1925.11.07, pag.16 (fonte Hathitrust.org)

Qui sotto vi propongo l’accostamento tra l’immagine pubblicitaria e un mio scatto… ;)
14. WDS. Comparison Ad & reality.jpg

2) Riviste generaliste
La Ad su due pagine conferita da Simone Piccardi al Wiki estratta dal «The Literary Digest» del 12 dicembre 1925
15. 1925-12-Wahl-AllMetal-Left.jpg
16. 1925-12-Wahl-AllMetal-Right.jpg
https://www.fountainpen.it/File:1925-12 ... l-Left.jpg
https://www.fountainpen.it/File:1925-12 ... -Right.jpg

era stata pubblicata già la settimana precedente sul «The Saturday Evening Post» (5 dicembre 1925), come era stato promesso ai rivenditori ad ottobre.
Ancora sul Wiki è possibile consultare la pubblicità comparsa sul «The National Geographic» nel numero di Dicembre 1925: https://www.fountainpen.it/File:1925-12 ... eskpen.jpg


3) Addendum al catalogo generale 1925
La splendida Ad doppia a colori mostrata precedentemente era stata pubblicata (presumo con congruo anticipo) su quello che io ritengo essere l’addendum “natalizio” (così si evince dal testo e dai rametti di vischio :D ) al “Catalogo generale” del 1925 (fonte PCA) pubblicato solo per i rivenditori, ma non certo nel 1926, come rubricato erroneamente sul sito dei Pen Collectors of America!! Infatti, come viene spiegato in “caratteri da Assicurazione”, lo stiloforo non avrebbe potuto essere ripreso indietro se invenduto a Natale (1925) perché appartenente alla categoria “SPECIALS”, oggetti straordinari, e come tale non era stato possibile presentarlo sul Catalogo generale.
In quest’ultima fonte si dà il massimo dello spazio alla «novità assoluta» (e «nulla vende a Natale più dell’ultima novità») rappresentata dallo stiloforo che «sicuro come il fuoco (certissimamente) sarà un successo a Natale»!!
17. Wahl-eversharp_1926_catalog (PCA) datazione errata DETAIL.jpg
Venivano proposti quattro modelli di Desk Set
Desk Set No.1, No.2, No.5 e No.6
che erano il risultato delle combinazioni tra due basi e 2 stilofori propriamente detti:
• 2 basi in vetro: uno chiaro [trasparente] e l’altro nero [opaco];
• 2 stilofori: uno con penna & calice in ebanite nera liscia (ma con testina e veretta del calice in metallo laminato oro liscio), l’altro con entrambi gli elementi laminati in oro “giallo” e lavorazione guilloché con motivo a greche (“Grecian Border” design).

A mio parere gli abbinamenti auspicabili erano quelli a contrasto: cristallo trasparente con penna in ebanite nera, cristallo nero con penna laminata oro (come nello stiloforo oggi in presentazione).
Dando per scontato che il prezzo della base di vetro fosse sempre lo stesso, essendo identico il pennino #4 in oro 14K, la differenza di prezzo tra $12 e $15 era ovviamente dovuta alla maggiore preziosità del gruppo calice/penna rivestito in lamina d’oro lavorata.
«Nulla è meglio di questo servizio da scrittura per porre fine all’ingombro delle scrivanie, l’ultima parola in fatto di ordine e pulizia».

4) Stampa quotidiana
La prima pubblicità datata del nuovissimo strumento (stiloforo) da me rinvenuta è del 1° dicembre 1925
18. Detroit_Free_Press_Tue__Dec_1__1925_.jpg
Detroit_Free_Press_Tue__Dec_1__1925

Quella che segue è la variante più completa, quanto a numero di modelli e combinazioni, fra tutte le pubblicità Wahl-Eversharp di quel Natale 1925: un’intera pagina di quotidiano…
19. The_Pittsburgh_Press_Tue__Dec_8__1925_.jpg
The_Pittsburgh_Press_Tue__Dec_8__1925

Si noti la consapevolezza e direi quasi l’orgoglio di trovarsi all’alba di una nuova era, davanti ad uno strumento affatto nuovo, lo stiloforo, che avrebbe rivoluzionato il lavoro di ufficio e le scrivanie (di tutti quelli che potevano permettersi una stilografica): «Originated and manufactured only by Wahl for Wahl Pens» (Concepito e prodotto solo da Wahl per le Penne Wahl). Il messaggio parrebbe anche mettere in guardia eventuali “scambisti” dell’epoca dal provare la compatibilità del calice con le penne già in loro possesso (di produzione non Wahl, sicuramente)… «Un prodotto primario con valore di regalo!»



Continua…
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Le iscrizioni del Produttore
Non ho trovato etichette adesive sulla faccia inferiore della base in vetro, che mi è giunta, curiosamente, solo con due “pattini” di feltro verde in luogo del consueto panno coprente tutta la superficie: tuttavia, essendo prevista una configurazione alternativa con base di vetro “trasparente” non è detto che non fosse proprio questa la dotazione originaria, per non rovinare l’estetica del pezzo in controluce.
Perciò, le iscrizioni del Produttore di cui dare conto restano soltanto due, una sul calice e l’altra sulla penna.
• Sul calice, nella porzione superiore liscia di ca. 0,5 cm di larghezza;
20. WDS. Main inscritpion (cap).jpg
WAHL PEN
GOLD FILLED MADE IN U.S.A.
• Sul pennino:
21. WDS. Nib inscritpion.jpg
WAHL
4
14 K.
Questa iscrizione aveva proprio nel 1925 sostituito la marchiatura storica dei pennini della Casa (precedentemente privi della caratura dell’oro: WAHL/PEN/4) per proseguire, anche se non più in esclusiva (essendo stati introdotti nel 1924 anche i pennini marchiati “Signature”, di prestazioni medie, rivolti al grande pubblico) seppure in percentuale prevalente, sino all’avvento dei pennini marchiati WAHL/EVERSHARP e “Gold Seal” dopo il 1928.


Il design “Grecian Border”
La locuzione “Grecian Border”, in una qualsiasi delle sue incarnazioni commerciali (dalle stoviglie ai tessuti :D ), ebbe il suo massimo impiego nella lingua scritta del nord America tra il 1907 ed il 1925. L’uso poi decadde rapidamente per quasi azzerarsi all’inizio degli anni Trenta.
Il decoro GRECIAN BORDER già impiegato sulle matite meccaniche (in metallo) EVERSHARP è tra i pochissimi applicati anche sulle penne stilografiche (solo rivestite) marchiate TEMPOINT già a partire dal 1919 (primo catalogo disponibile).
Ma il brevetto di design (Patent-US-D058693) della versione sicuramente impiegata sulla desk-pen in presentazione fu rilasciato solamente nel 1921;
22. Patent 1.jpg
dovrebbe costituire, perciò, solo una sorta di “rinnovo” del copyright (seppure mai il primo decoro fosse stato registrato/protetto).
Il “Grecian Border” è l’ultima delle incarnazioni di un motivo decorativo presente fin dall’antichità in culture diverse, ma che in quella greco-romana aveva trovato ampia applicazione: il “meandro” (dal nome di un fiume dell'Asia minore caratterizzato da un andamento particolarmente sinuoso), stilizzazione di un corso d’acqua (e delle sue onde) che si sviluppa nella ripetizione di linee diritte ed angoli retti, senza soluzione di continuità.
23. WDS. Grecian Border design 1.jpg
Il motivo ornamentale nasce, ovviamente, curvilineo (a riprodurre le circonvoluzioni delle acque): la sua razionalizzazione in un modello squadrato di fatto non fu mai abbandonata durante la storia della decorazione, grazie anche alla forte simbologia che la caratterizza, e tra corsi e ricorsi divenne uno dei leitmotiv anche dell’Art Déco, che la adottò diffusamente a partire dall’inizio degli anni Venti del ‘900. La Francia razionalista, che mai aveva ceduto alla moda “floreale” nei rivestimenti delle penne, come era invece avvenuto per la “scuola italiana” (qui la catalogazione dei decori americani e francesi curata da Simone per il nostro Wiki: https://www.fountainpen.it/Waterman_ove ... i_francesi), adottò con entusiasmo il motivo “di ritorno” dall’America, e lo propose come modello di eleganza per molti anni a venire.


PUBBLICITÀ
(come nei film di Natale)
• 2 Matite meccaniche Eversharp
• 2 Ads Eversharp


A questo proposito, conferisco volentieri al nostro Wiki questa Ad che dimostra come ben due anni dopo il primo stiloforo, nel Natale del 1927, a Parigi il decoro “Grecian Border” della Wahl-Eversharp incontrasse ancora e sempre il gradimento del pubblico raffinato che poteva permettersi una matita ed una penna laminate oro.
24. EVERSHARP - 1927.12.03 - Eversharp pencils, Wahl pen, Set, Desk set - L'Illustration, N.4422, pag.XX - Copia filtro.jpg
EVERSHARP - 1927.12.03 - Eversharp pencils, Wahl pen, Set, Desk set - L'Illustration, N.4422, pag.XX

Poiché una Regina che si rispetti dovrebbe sempre avere pronte ai suoi comandi due Damigelle, ho provveduto ad affiancare alla Desk Pen due degne ancelle, facendole giungere in espresso da Parigi! :ugeek:
25. EP. Pencils 1.jpg


Le matite, con il corpo in ebanite rossa (piuttosto “arancione”, come sempre), introdotte da Wahl solo nel 1925 sono pressoché identiche tra loro, a parte il decoro guilloché “Grecian Border” di una delle due (di poco posteriore).

1) WAHL-EVERSHARP POLISHED RED RUBBER BARREL PENCIL – Chicago, 1925
Presente nel catalogo generale WAHL -EVERSHARP del 1925 pag.14.
Numero di modello: No. 3 R
«Matita con fusto in ebanite rossa liscia»
Laminati oro: il cappuccio, il fermaglio e la sezione inferiore del fusto. [“nose cone” in acciaio cromato].
Impiega “mine regolari sottili”.
Lunghezza: 13,3 cm (= 5 ¼ inches)
Ø fusto: 7,8 mm
Peso: 17 g
26. EP. Pencils length.jpg

2) WAHL-EVERSHARP “Grecian Border Design” RED RUBBER BARREL PENCIL – Chicago, [prob. 1926]
Presente già nel catalogo generale WAHL -EVERSHARP del 1924 oltre che in quello del 1925 (pag.15), ma solo nel colore nero. Introdotta probabilmente nel 1926 (ma mancano i Cataloghi per verificare).
«Matita con fusto in ebanite rossa con decoro “Grecian Border”»
Laminati oro: il cappuccio, il fermaglio e la sezione inferiore del fusto. [“nose cone” in acciaio cromato].
Impiega “mine regolari sottili”.
Lunghezza: 13,3 cm (= 5 ¼ inches)
Ø fusto: 7,8 mm
Peso: 17 g

27. Eversharp pencils on Ad.jpg

Prima di riprendere il filo del discorso, mi permetto solo un paio di osservazioni. Utilizzerò la nomenclatura propria delle colonne greco-romane in architettura, perché non può sfuggire a nessuno che proprio a delle colonne queste “classicissime” matite meccaniche volessero assomigliare!
Nella foto seguente si può osservare (divisa sulle due matite) l’iscrizione del Produttore, incisa su due righe sul “collarino”.
28. EP. Pencils inscriptions.jpg
WAHL EVERSHARP
GOLD FILLED MADE IN U.S.A.
Secondo il mitico blogger delle matite meccaniche (al quale, come sempre, volentieri rimando gli interessati: https://leadheadpencils.blogspot.com/se ... %20pencils) una delle due matite ha un “abaco” particolarmente poco comune, se paragonato al comunissimo decoro floreale di gusto ancora vittoriano (sulla sinistra nell’immagine seguente), che arrivò ad essere venduto in milioni di esemplari (soprattutto, ovviamente, per l’affidabilità del meccanismo di contenimento della mina).
29. EP. Pencils cap tops.jpg
La meno comune conformazione a fiore con petali lanceolati che vediamo sulla destra compare però già nel catalogo del 1925 citato (in abbinamento proprio con la matita con fusto rosso liscio) ed anche sulla pubblicità da me sopra conferita (abbinata al decoro correttamente definito “grecato”).



Continua…
Ultima modifica di Musicus il lunedì 25 dicembre 2023, 14:08, modificato 4 volte in totale.
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Non sono riuscito, invece, a spiegare il significato del minuscolo punzone presente sull’echino concavo… :problem:
30. EP. Unknown hallmark.jpg
Nonostante l’impianto progettuale ancora di concezione tardo “vittoriana” (ottocentesca) e l’inevitabile connotazione estetica rétro che ne discende (il modello “a colonna”, adottato anche dalla Parker per le sue Duofold, era ormai sul viale del tramonto e definitivamente espunta dai cataloghi Eversharp dopo il 1928), in queste ultimissime reinterpretazioni del glorioso modello (che aveva fatto letteralmente la fortuna della Casa) la giustapposizione armoniosa di materiali e colori diversi (lamina d’oro, ebanite rossa liscia o lavorata, acciaio cromato per la punta) magistralmente combinati incarna vividamente uno degli stilemi più tipici ed originali dell’estetica déco.
31. EP. Pencils nose cones.jpg
Dire che le matite scrivono bene, poi, è semplicemente riduttivo ;) : l’aspetto leggiadro che le connota dissimula efficacemente la solidità costruttiva (le matite pesano solo un grammo meno della stilografica scarica!) che strumenti pur così snelli ed eleganti comunicano appieno solamente quando vengono impugnati.

E in Italia?
Si andava alla prima della Scala a Sant’Ambrogio e la stella cometa era una parure Wahl-Eversharp! :mrgreen:
32. EVERSHARP - 1925. Wahl Pen & Eversharp Pencil  - La lettura.jpg
EVERSHARP - 1925. Wahl Pen & Eversharp Pencil - La lettura
@Simone: purtroppo non mi hanno saputo dire se il numero era quello di Novembre o di Dicembre... :roll:


FINE PUBBLICITÀ


La realizzazione di questo motivo specifico – in cui una classica “fascia di bordura” alla greca (“grecian border”) diviene essa stessa protagonista della decorazione principale – è effettuata mediante una lavorazione “guilloché” (“engine turned” in americano https://www.fountainpen.it/Guilloch%C3%A9), attraverso l’incisione di linee (tutte diritte, in questo caso) su una superficie metallica laminata oro giallo in origine completamente liscia.
33. Grecian Border Design.jpg
Il disegno alla “greca” in “positivo” (a specchio) è contenuto all’interno di due piccole fasce esterne, anch’esse perfettamente lisce, di 1 mm di larghezza, che costituiscono la cornice del decoro, ed è ottenuto “per contrasto” grazie all’incisione (“negativo”) di un motivo a dentellature regolari (da cui il termine alternativo di “Greek Key”=chiave greca); tale motivo si sviluppa su una base di 3 linee che corrono per tutta la lunghezza del manufatto sulla quale, ad intervalli regolari, rilevano dei rettangoli formati da 8 linee corte: a questa “chiave” si trova giustapposta una identica dentellatura, ma capovolta (“riflesso”) e sfalsata.
Il cartiglio ricavato all’opposto della levetta sulla circonferenza della penna misura soltanto 2,5x0,5 cm: perfettamente in linea con il poco spazio lasciato disponibile per ospitare una personalizzazione sui modelli da signora e per non compromettere la pienezza e l’armonia della decorazione.

Inutile ricordare che il pattern “greco”, rielaborato convenientemente dopo un decennio di onorato servizio, divenne alla fine del 1928 il decoro (imitatissimo) dell’ultima penna flat-top della Casa, uno dei suoi capolavori assoluti, chiamata dai collezionisti “Déco band”,
34. WDC. Set posted.jpg
35. WDB. Fountain pen roller clip and greek band detail.jpg
che è, evidentemente, soltanto un’altra “greca”…


* * *


Osservazioni
Il progenitore diretto del primo stiloforo Wahl-Eversharp parrebbe essere questo brevetto
36. Patent 2.jpg
https://www.fountainpen.it/File:Patent-US-1408545.pdf
(acquisito anche da Parker, e messo in comune dai Produttori che si alleeranno nella “Desk Company”) che, tuttavia, risulta già ad un’analisi superficiale eccessivamente complesso: la versione impiegata di fatto da Wahl è decisamente molto più semplice, ed elegante.

La base in vetro nero “non trasparente” presenta un perimetro con bordi smussati regolari e due scanalature di dimensioni lievemente diverse, lavorate artigianalmente.
37. WDS. Black glass base.jpg



Continua…
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Messaggio da Musicus »

Le proporzioni dello stiloforo da chiuso (a riposo) mostrano una suddivisione tripartita dei volumi:
6 cm il calice + 6 cm il fusto decorato + 7 cm la coda liscia.
L’ultimo elemento è più lungo degli altri per compensare la riduzione significativa del diametro rispetto ai precedenti.

38. WDS. 3 positions.jpg
L’impiego del calice è già quello tradizionale: mentre nella pubblicità statica la penna è mostrata nella posizione reclinata da minimo ingombro
39. 1925-12-Wahl-AllMetal-Right - DETAIL 1.jpg
– e, come tale, lo stiloforo era anche pronto ad essere riposto al sicuro in un cassetto – nel riquadro in cui è rappresentato un distinto signore nell’atto di scrivere si vede chiaramente che il calice è orientato verso l’alto nella classica inclinazione di ca. 45°.
40. 1925-12-Wahl-AllMetal-Right - DETAIL 2.jpg
Il calice è assicurato alla base mediante una struttura in metallo laminato oro (liscio) che permette al calice stesso di oscillare in una sola direzione, terminando la sua corsa quando il labbro tocca il piano di vetro da una parte, e quando il fusto colpisce il bordo della base dall’altra (una rotazione anche maggiore di 180°, quindi), potendo rimanere a riposo in qualsiasi punto. Questo vale, però, solo per il calice “vuoto”.
41. WDS. Desk set open x 2.jpg
Con la penna inserita, infatti, non si può ottenere un’inclinazione superiore ai 60° (da entrambe le parti): potrebbe anche trattarsi di una défaillance del mio esemplare (che potrebbe aver perduto la capacità di attrito necessaria a consentire la copertura di tutta la gamma intermedia), ma penso piuttosto che ciò sia causato dalla eccessiva altezza dal piano dell’asse di rotazione del calice stesso, che con il suo baricentro non può contrastare efficacemente la distribuzione dei pesi della penna se non in determinate posizioni.
Ma questa caratteristica (mai più riprodotta in uno stiloforo!), lungi dall’essere archiviabile come mera “arretratezza” tecnica è, a ben vedere, una soluzione “parallela” che si rivela assolutamente unica nel donare all’insieme calice/penna una leggerezza straordinaria, quasi “aerea”; l’effetto ottenuto di apparente “levitazione” del calice stesso e della stilografica in esso inserita non hanno eguali nella storia ormai centenaria dello strumento…
42. Wahl Desk Set no.2, 1925 & 2 Eversharp D'Avesn Desk Sets, 1931.jpg
Wahl Desk Set no.2, 1925 & 2 Eversharp D'Avesn Desk Sets, 1931

Il calice vero e proprio parrebbe assicurato da due pioli infissi nella testina (anche se potrebbe trattarsi di un’astina/perno, ma con minore probabilità, considerata l’esiguità dello spazio residuo disponibile all’interno del “cappuccio” con la penna inserita).
43. WDS. Desk set open detail.jpg
La struttura che lo sostiene, in metallo pieno privo di decorazioni, è costituita da due triangoli isosceli che si innalzano in parallelo da un elemento quadrato orizzontale direttamente avvitato (brutalmente, direi!) alla base in vetro (che è stata lasciata grezza, non rifinita)
44. WDS. Screw in the glass.jpg
mediante una vite di metallo non ferroso, che nella parte normalmente in vista è celata da una lucente calottina.
45. WDS. Cap top detail.jpg
Quest’ultimo elemento richiama stilisticamente la testina (“cap top”) del calice, anch’essa priva di decorazioni e lucidata a specchio.

Il calice, pur di ragguardevoli dimensioni, riprodurrebbe esattamente un cappuccio Wahl perfettamente cilindrico (tipico di tutte le penne all metal, in stile flat top) se non fosse per il caratteristico “labbro” sporgente, elegantemente svasato: la nuova funzione a cui questa soluzione innovativa deve rispondere è quella di guidare “a distanza” il reinserimento della penna nel calice stesso poiché, a differenza di un cappuccio normale, il calice non si può “afferrare” ma si deve “centrare” (a occhio) per l’accoppiamento!
46. WDS. Cap lateral view.jpg
La sezione cilindrica che contiene il Marchio e quella concava che si protende nel labbro sono entrambe lisce (per riflettere il massimo della luce) e lunghe esattamente 5 mm.
Sono presenti anche i fori di aerazione a vista (che scompariranno inopinatamente dai modelli successivi di tutte le Marche!): in questo caso due, in punti opposti sulla circonferenza come evidenziato nell’immagine precedente. Questa caratteristica permette alla penna di rimanere a riposo (adagiata sulla coda) per tre giorni e di ripartire all’istante (oltre non saprei: più di tre giorni senza usarla proprio non ho resistito :angel: ).
Spicca la mancanza della filettatura che è assente, di conseguenza, anche sulla penna. Non paia una cosa scontata, perché questa caratteristica discende dalla scelta di costruire modelli dedicati esclusivamente alla scrivania: Parker, quando si precipitò in ritardo nel lucrosissimo business degli stilofori decise, invece, di utilizzare sempre la stessa penna, avvitandole una coda (ma la scelta era stata praticamente obbligata, trattandosi di penne con caricamento a bottone "posteriore").
L’assenza della filettatura dona alla parte anteriore dello strumento in presentazione uno slancio ulteriore: ma giusto nella porzione di fusto iniziale tradizionalmente dedicata proprio alla filettatura il designer della Wahl Desk Pen ha previsto l’incisione di un anellino (puramente decorativo) che facesse da pendant con il solco che individua il punto di battuta della sezione, verso il pennino...


* * *


Continua...
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Messaggio da Musicus »

La penna di questo stiloforo è indiscutibilmente la Regina delle “All Metal” :clap: , con i suoi straordinari 19 cm esatti da chiusa (!), potendosi considerare il “calice” ancora a tutti gli effetti un “cappuccio”; anche soltanto da aperta, comunque, raggiunge i 18,4 cm, superando ogni altra penna da tasca grande, con cappuccio calzato, della gloriosa serie tutta in metallo (ma, gioverà ricordarlo, con un peso di soli 19 g da carica).
47. Desk pen.jpg
La desk pen (estratta dal calice che la ospita a riposo) è uno strumento “streamlined” (affusolato) ante litteram, poiché la parte perfettamente cilindrica si estende per meno di un terzo della lunghezza totale (solo 6 cm centrali sugli oltre 18 cm complessivi).
48. WDS. Tail detail.jpg
E questo è un fatto, poiché non potrà mai essere utilizzata con il suo calice/cappuccio cilindrico che è imbullonato alla base dello stiloforo. L’effetto sorprendente di una coda affusolata sino a stondarsi in una cupolina (unico punto della penna che rivela oggi una percepibile ottonatura)
49. WDS. The Pen x 4.jpg
potrebbe essere servito d’ispirazione ai designer della Sheaffer per progettare forme estremamente filanti anche per i cappucci (che nelle penne da tasca erano sempre calzati), dalle estremità quasi “appuntite”, della rivoluzionaria Balance

A differenza di quasi tutte le penne da scrivania che seguiranno, la coda è ricavata in un blocco unico col fusto (e non “avvitata”); inoltre, è perfettamente liscia in contrasto con il guilloché grecato ed è lunga ben 7 cm.

Come avevo anticipato, la tradizione delle penne da scrivania (desk fountain pen) allungate da un codale affusolato discende direttamente dalla tradizione della cannuccia porta pennino da intinzione. Gioverà forse ricordare che nei primissimi anni sopravvissero anche tra le stilografiche delle penne con la forma molto allungata. Queste erano di due tipi (entrambi furono commercializzati da Waterman, per esempio):
• la prima, ben nota, con cappuccio cosiddetto “tapered” che ricreava la tipica forma a caudata della cannuccia quando il cappuccio veniva calzato sul fondello per la scrittura;
• la seconda era invece una penna esattamente identica a quella in presentazione ma con un cappuccio cilindrico ad incastro che non si poteva calzare perché il fusto terminava in un codale senza soluzione di continuità: questa penna, molto rara, era espressamente destinata a restare sulla scrivania, perché sarebbe stato troppo ingombrante da portare in giro in tasca.


* * *

Queste le soluzioni problematiche adottate su questo prototipo che verranno però subito modificate negli stilofori successivi (1926):
• il labbro è forse un po’ troppo stretto e l’apertura utile per l’inserimento piccola, e si richiede “buon occhio” per centrare il foro di “invito”;
• subito abbandonata la (costosa!) penna da scrivania “all metal” dopo il lancio, il materiale del calice per la Eversharp rimarrà solo l’ebanite (come nella versione meno ricca del lancio) seguita dalla celluloide, ma non più il metallo (pure utilizzato ampiamente e a lungo da Waterman e Conklin);
• anche se riproduce esattamente la disposizione di una cannuccia tradizionale, la disposizione “da sinistra a destra” dello strumento non è buona come quella “da dietro in avanti” che tutti (ma proprio tutti) adotteranno successivamente;
• in ogni caso, il solo movimento avanti/indietro non è efficace come quello consentito dallo snodo sferico (inclinazione e orientamento in tutte le direzioni) che verrà subito adottato in condivisione di brevetto dai massimi Produttori.

Ma la nascita di un nuovo strumento è per forza soggetta ad aggiustamenti successivi: quel che rimane di questo prototipo è un’eleganza senza tempo,


* * *


Il sistema di caricamento della stilografica è la classica levetta Wahl,
50. WDS. Lever filler 1.jpg
“corta” (più che “lunga”) solo 1,5 cm, e che comunque è sempre la stessa impiegata su tutte e 3 le taglie della penna classica da tasca, compresa la lady.
51. WDS. Lever filler 2.jpg
In questo progetto sontuoso ed innovativo, l’effetto “total gold” non avrebbe potuto essere contraddetto dalla presenza di una “sezione porta pennino” in ebanite (che pure era presente su alcuni modelli), che è stata quindi ricoperta per ovvie ragioni stilistiche. Ma anche in questa “all metal” il “blocco pennino” sotto la laminatura è pur sempre in ebanite, come da tradizione (e come si può verificare dall’immagine seguente),
52. WDS. Hard rubber section.jpg
per accogliere al meglio l’alimentatore “a pettine” (o “a scaletta”) realizzato nello stesso materiale e che nutre un altro pennino straordinario del marchio Wahl-Eversharp…


* * *


Il Falcon nib
Una rarità, se ne vedono davvero pochini in rete: questo per dire che, personalmente, non ne ho trovati affatto (ma, chissà? forse ce ne sono di ben documentati…). Tuttavia, non mi sento di escludere che sia semplicemente l’ignoranza della materia e che chi li ha, banalmente, non li sappia riconoscere. Persino rivenditori esperti potrebbero non averne mai sentito parlare, e quindi non essere in grado di presentarli adeguatamente: mi era già successo qui da noi in Italia con il “music nib” a 3 rebbi della Waterman e, fortunatamente, il colpo di fortuna si è ripetuto anche nell’asta in cui mi sono aggiudicato questo stiloforo.

Il termine Falcon discende con grande probabilità dal latino Falx-falcis e nell’animale (falco, falcone) si ravvisano le stesse caratteristiche della forma/strumento/arma <falce>: becco adunco, ala a mezzaluna.
Già nel periodo vittoriano diversi pennini da intinzione in metallo erano caratterizzati da una pronunciata sciancratura laterale che ne accentuava la flessibilità e denominati, nomen omen, “Falcon” (nessun brevetto, tuttavia, è attualmente citato in rete). Tra gli ultimi arrivati (nell’Ottocento!) in ordine di tempo, di marche ben note agli appassionati di stilografiche, ricorderei ad esempio gli Aikin Lambert e anche gli Esterbrook: quest’ultima Casa proponeva sul numero del 21 febbraio 1878 del Geyer’s Stationer – oltre al mitico J nib – anche il «Vecchio affidabile, sempre pronto Falcon Pen», il più richiesto della ditta (!) che raggiungeva il massimo delle vendite con i suoi 200.000 pezzi annui venduti… Tra i grandissimi Produttori annoveriamo anche Waterman che già nel suo catalogo 1897-1898 (PCA) mostrava una particolarissima costruzione, con quella che appare la sovrapposizione verso la punta di un secondo pennino, sciancrato, con caratteristica curva centrale a ferro di cavallo. Fin qui le mie ricerche. Secondo David Nishimura, inoltre, si ricordano pennini Falcon anche nella produzione Wirt, Parker, Mabie-Todd Swan.

Per contestualizzare questo particolare pennino, oggi mi permetterò di riprodurre per intero le due pagine dedicate alle diverse tipologie di pennini offerti da Wahl-Eversharp un secolo fa (Catalogo 1925, consultabile sul sito dei Pen Collectors of America).
53. Wahl-Eversharp 1925 Catalog pag.40 (fonte Pen Collectors of America).jpg
54. Wahl-Eversharp 1925 Catalog pag.41 (fonte Pen Collectors of America).jpg
Wahl-Eversharp 1925 Catalog (fonte Pen Collectors of America)



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Messaggio da Musicus »

La Casa presentava i pennini Falcon come «molto simili ad un pennino a rebbi lunghi della taglia F/M/B, ma rispetto a questi di un’inezia più flessibili grazie al fatto di essere stati ritagliati sui lati»
55. WDS. Falcon nib and comb feeder 6 views.jpg
Nella vista laterale la punta dei rebbi sapientemente arcuata (a becco!) disegna insieme alla sciancratura posteriore quella che appare proprio una coppia di ali spiegate, osservate in volo frontale…
56. Falcon nib & hawk.jpg
Tutto ciò considerato, quando leggo autentici peana in onore di penne e di pennini Falcon giapponesi attualmente in commercio, con quei semicerchi ritagliati che sembrano morsi di topo, o quella gobba ricavata su un pennino così tozzo che pare accartocciato dopo una caduta di punta, beh, mi viene francamente da sorridere: se son falchi quelli! Le versioni Pilot odierne non sono soltanto le ultime arrivate in un processo secolare ma anche, e di gran lunga, le più brutte e, con buona probabilità, le meno performanti. Dell’estetica delle penne non Maki-e della casa nipponica, comunque, nemmeno è il caso di parlare in questa sede, davanti ad un capolavoro di design come quello in presentazione.

In altre parole, QUESTO è un FALCO!
57. WDS. The Falcon's flight.jpg

Va bene, direte voi: volare, vola, ma scrivere?!? :mrgreen:

Il mio Falcon sembra dotato di una punta di taglia F, che vola sulla carta (noblesse oblige!),
58. WDS. Falcon nib F x 5 views.jpg
ed è certamente flessibile, come si può agevolmente verificare dalle allegate prove di scrittura, con penna caricata con inchiostro Waterman Bleu Sérénité, prima su carta millimetrata Canson 90g/m2 (anche “in reverse” dal lato secco, tranquillamente utilizzabile in velocità, nella scritta) da scanner,
59. WDS. Writing sample 3.jpg
poi su carta Clairefontaine “Flying Spirit” 90g/m2,
60. WDS. Writing sample 1.jpg
e, nel congedo, nuovamente su carta millimetrata, “ambientazione” in cui una stilografica così radicalmente “moderna” si trova perfettamente a proprio agio…
61. WDS. Writing sample 2.jpg

La penna è ai miei occhi un distillato di bellezza e nobiltà, di design e tecnologia, e volentieri chiudo con questo gioiello un anno di recensioni per me significative…


Tanti Auguri di Buon Natale e Buon Anno Nuovo 2024 a tutti!!
62. WDS. Desk Set & Pencils.jpg

Grazie per l’attenzione! :thumbup:

Giorgio




FINE
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Messaggio da Sliceman »

Wow!
Contributo spettacolare, un vero regalo di Natale!

Grazie mille… anche se ora ho voglia di mettermi in ufficio uno stiloforo :shifty:
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JohnDT10
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Messaggio da JohnDT10 »

Interessantissimo !!!
Veramente un bel "regalo" di Natale...
Grazie Giorgio.
Renato.
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Messaggio da piccardi »

Grazie Giorgio,

bellissimo intervento, come sempre, e di grandissimo interesse!
E' stato davvero un bel regalo di Natale per tutto il forum.

Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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Messaggio da alfredop »

Non sono amante ne degli stilofori ne delle penne laminate in oro, ma questa penna è davvero al di sopra di ogni avversione soggettiva tanto che è bella. Presentazione come al solito d'alta classe.


Grazie
Alfredo
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Messaggio da Musicus »

alfredop ha scritto: martedì 26 dicembre 2023, 19:32 Non sono amante ne degli stilofori ne delle penne laminate in oro, ma questa penna è davvero al di sopra di ogni avversione soggettiva tanto che è bella. Presentazione come al solito d'alta classe.
Grazie a te di cuore per le belle parole, caro Alfredo!
Per ricordare il tuo recente viaggio in Giappone ti allego qui sotto un paio di buone abitudini che avevo riportato con me dal Sol Levante: la bottiglia in centro non è di inchiostro... :mrgreen:
20231227_112600.jpg
Sliceman ha scritto: lunedì 25 dicembre 2023, 16:21 Wow!
Contributo spettacolare, un vero regalo di Natale!
Grazie a te, Gabriele, per il graditissimo riscontro!

Sliceman ha scritto: lunedì 25 dicembre 2023, 16:21 ...anche se ora ho voglia di mettermi in ufficio uno stiloforo
Uno solo, mi raccomando (come dice mia moglie :mrgreen: ) ...
Buona caccia!!

JohnDT10 ha scritto: lunedì 25 dicembre 2023, 16:53 Interessantissimo !!!
Veramente un bel "regalo" di Natale...
Grazie Giorgio.
Grazie a te, John, per il bel riscontro!!

piccardi ha scritto: lunedì 25 dicembre 2023, 18:34 Grazie Giorgio,

bellissimo intervento, come sempre, e di grandissimo interesse!
E' stato davvero un bel regalo di Natale per tutto il forum.
Grazie, Simone!! :thumbup:
Come avrai notato, incredibilmente non ci sono danni alla "carrozzeria" :D . Solo ancora qualche macchiolina di inchiostro indelebile nero sul calice/cappuccio, ma dopo la quinta passata di Sidol mi sono stancato... :lol: : Aspetterò che si cancellino tutte con l'uso...
Rimarco l'eccellenza della disposizione ripiegata della penna a riposo: tra questo (pennino leggermente sollevato) e i 2 fori per l'aerazione si mantiene un microclima ideale per avere la penna sempre prontissima all'uso, cosa niente affatto scontata con gli stilofori successivi (tutti praticamente "sigillati"...).
Tanti Auguri e un caro saluto!!

Giorgio
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Messaggio da francoiacc »

Un bellissimo regalo di Natale caro Giorgio, da appassionato di All Metal Pen mi è quasi scappata una lacrima di gioia quando ho visto questa penna da scrivania. Grazie mille :clap: :clap:
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Messaggio da maicol69 »

... difficilmente, a mio modestissimo modo di vedere, potranno essere concepite e realizzate penne esteticamente più belle e affascinanti delle W.E.
Questo stiloforo, in particolare, a dir poco strabiliante, per originalità e linee, ci racconta e ci ricorda oggetti sì ricercatissimi (e di fatto elitari), ma comunque estremamente funzionali e ... funzionanti!
La livrea è meravigliosa e anche la particolarità del pennino "falcon" la dice lunga su quanta attenzione i produttori riversassero in questi strumenti di scrittura, per guadagnarsi la fiducia e la fedeltà della clientela
Molto interessante anche il passaggio del "cammuffamento" al "non ritorno al passato" e la Tua lettura della origine dell'oggetto.
Il post è poi, come di consueto, il frutto di uno studio, che emerge in tutta la sua profondità e, soprattutto, passione
Mi unisco quindi al coro dei ringraziamenti e attendo con impazienza ... gli altri studi di cui ormai ci hai anticipato e che Ti toccherà mandare alle stampe !

:clap: :clap: :clap:
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Messaggio da Mir70 »

Bravo Giorgio, hai tirato fuori un'altra meraviglia. Complimenti per tutto.

Maicol69 ha già detto tutto quello che avrei voluto dire io : W.E. ancora una volta si è superata.
Mirko
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