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Wancher Sekai World Tree

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RisottoPensa
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Messaggio da RisottoPensa »

penso che l'articolo sia più una questione di indignazione sull'origine della manodopera e dei prodotti e non sulla qualità dei prodotti

Non esistono regole per tecniche artigianali , ma l'urushi è comparabile per caratteristiche ad un prodotto DOP ( denominazione origine protetta )

Pensa scoprire che il tuo parmigiano reggiano viene fatto con latte svizzero o il tuo Brunello di Montalcino con uva francese.
Chiamare quello Made in Italy per senso letterale , perché il prodotto finale è fatto in Italia , sarebbe come accettare una penna Wancher - true - Urushi ( una tecnica giapponese ) realizzata nel Vietnam e chiamarla " fiera penna giapponese ".
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Koten90
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Messaggio da Koten90 »

RisottoPensa ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 17:04 Chiamare quello Made in Italy per senso letterale , perché il prodotto finale è fatto in Italia , sarebbe come accettare una penna Wancher - true - Urushi ( una tecnica giapponese ) realizzata nel Vietnam e chiamarla " fiera penna giapponese ".
Normie ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 16:57 se mi posso permettere il paragone non regge assolutamente qui si tratta di Prosecco e Prošek o Parmigiano e Parmesan Cheese per restare in ambito gastronomico. Chi vuol capire, capisca
Il nome deriva dalla parola giapponese urushi, che indica una lacca prodotta in Asia orientale dalla linfa degli alberi di kiurushi (albero della lacca). L'ossidazione e la polimerizzazione dell'urushiol nella linfa dell'albero in presenza di umidità consentono di formare una lacca dura, che si usa per produrre le tradizionali lacche cinesi e giapponesi. [wikipedia]

Direi che più che Brunello di Montalcino o Prosecco, stiamo parlando di un Pinot Nero, che prende il nome dalla varietà dell’uva e si produce in tutto il mondo.

Prossima penna che prendo, se riesco a trovarla, sarà una Wancher Kiei Urushi. Vi farò sapere se ci sono differenze dalla Pilot Custom Urushi (l’unica penna laccata che ho, tanto per farvi capire che anche io preferisco l’artigianato giapponese a pelle e che per me la questione è puramente legale)

Ah, a proposito di Made in Italy, occhio alle caramelle al miele Ambros… perché so da fonti certe che comprano lo zucchero dalla Polonia e il miele arriva dal Venezuela. Restano Made in Italy.
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Messaggio da novainvicta »

Be' , al di là della valutazione di qualità dell'urushi originario o di quello successivo, sempre chè ciò che si paventa nell'articolo di stampa sia vero, questa è vera e propria frode in commercio e se si va a vedere l'art. 515 del codice penale lo rappresenta pienamente .
Koten90 ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 17:16
Ah, a proposito di Made in Italy, occhio alle caramelle al miele Ambros… perché so da fonti certe che comprano lo zucchero dalla Polonia e il miele arriva dal Venezuela. Restano Made in Italy.
Però, almeno sulla confezione del miele, è indicata la provenienza (paesi U.E. e non); quindi il consumatore ne è consapevole per cui non si vende all'acquirente cose di provenienza o origine diversa da quella dichiarata, secondo il mio parere.
Poi, certo, sul made in Italy si può aprire un discorso infinito ma quì si va O.T. (un decennio fa c'era una proposta dell'associazione consumatori per l'istituzione di una specia i IMQ per il made in Italy proporzionato su tre livelli, il maggiore era attribuito a prodotti di materia prima, idealizzazione e manfattura tutti in Italia. Indovinate queli consorzi si sono opposti .
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Messaggio da Automedonte »

L'articolo ha due anni, ci sono delle insinuazioni e non delle prove e comunque non è detto che la situazione oggi sia la stessa visto che sono cambiati i venditori ed i canali di importazione.

Sinceramente mi sembra strano che sul noto negozio romano si trovi scritto "Le Wancher Dream Pen Ture Urushi sono realizzate da abili artigiani di Wajima, la città dell'Urushi giapponese" dichiarando clamorosamente il falso.

Poi nella vita tutto è possibile, resta il fatto che sono ottime penne a prezzi decisamente inferiori alle analoghe di marche più note.
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Messaggio da rrfreak63 »

vuoi dire, ma magari mi sbaglio, che il negozio romano conta balle? Si saranno informati, o diamo per scontato che abbiano preso pari pari il messaggio dal sito di Wancher e abbiano fatto copia incolla? 🙄
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Messaggio da Normie »

Non me ne vogliate se continuo a rispondere a questa discussione cercando di essere il piu' diplomatico possibile

Per curiosita' ho aperto l'insta di Wancher ed ho trovato queste belle penne in questo post risalente a 4/5 giorni fa https://www.instagram.com/wancher_offic ... mg_index=1
vado per curiosita' a googlare l'artista il signor Pham Chinh Trung ed indovina indovinello, l'artista e' Vietnamita
https://indochineart.vn/phamchinhtrung
https://hanoi-artgallery.com/pham-chinh-trung-bv21/

immagine_2024-01-23_193533105.png
immagine_2024-01-23_193933220.png

Ordunque questo significa che tutta la produzione Wancher e' Vietnamita ? sicuramente no
Posso affermare che tutta la produzione Wancher sia Made in Japan ? boh direi fate vobis

Tanto basta (a me) per pensare che l'articolo del succitato nibmeister (non e' un signor nessuno) non sia poi cosi' pieno di baggianate come puo' sembrare e a farmi star lontano dalla marca .

Io ad occhio nudo non so assolutamente distinguere un penna made in Vietnam da una Made in Japan ma abbiamo gia' vari esempi di pratiche commerciali opache fra penne ed accessori.
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Messaggio da maylota »

Koten90 ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 17:16 Ah, a proposito di Made in Italy, occhio alle caramelle al miele Ambros… perché so da fonti certe che comprano lo zucchero dalla Polonia e il miele arriva dal Venezuela. Restano Made in Italy.
E che dire di Leonardo che compra le resine di Brooks, l'ebanite Giapponese e i pennini in acciaio tedeschi? :D
A parte gli scherzi, l'importante è che in Italia venga fatta la parte del processo produttivo che più caratterizza il prodotto a mio parere, senza tentare a tutti i costi dei "Kmzero" forzati? Insomma non sono mai discorsi da "bianco e nero" e forse lo stesso vale per Wancher? (non ho idea)
Parere ovviamente personale ;)
Venceremos.
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Messaggio da sansenri »

RisottoPensa ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 17:04 penso che l'articolo sia più una questione di indignazione sull'origine della manodopera e dei prodotti e non sulla qualità dei prodotti

Non esistono regole per tecniche artigianali , ma l'urushi è comparabile per caratteristiche ad un prodotto DOP ( denominazione origine protetta )

Pensa scoprire che il tuo parmigiano reggiano viene fatto con latte svizzero o il tuo Brunello di Montalcino con uva francese.
Chiamare quello Made in Italy per senso letterale , perché il prodotto finale è fatto in Italia , sarebbe come accettare una penna Wancher - true - Urushi ( una tecnica giapponese ) realizzata nel Vietnam e chiamarla " fiera penna giapponese ".
ma no, non è nemmeno questo, almeno nel mio caso.
Come ho detto ho comprato alcuni dei portapenne Wancher, e non ho nulla da ridire sulla qualità degli stessi.
Scoprire che sono fatti in Vietnam (e non in Giappone) non mi fa indignare, non ha niente a che fare con l'origine della manodopera, la qualità dell'oggetto resta sempre quella!
E' pagarlo il doppio facendomi pensare che fosse fatto in Giappone che mi rode. Infatti adesso che so che sono fatti in Vietnam e costano la metà ne ho comprati altri!
Le penne Wancher, appurato che sono fatte (o laccate) in Vietnam, e per questo costano meno di una Nakaya, mi sta benissimo, basta saperlo!

Secondo me tutto quell'articolo parla di questo: "shady practices".
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Messaggio da RisottoPensa »

Su gente , siamo andati fuori tema ma il succo del discorso fa parte di argomenti che si studiano ( si spera ancora ) dalle elementari e medie.
C'è settore primario, secondario e terziario dei servizi.
La produzione di penne si trova nel settore secondario, così come quella del cibo preincartato.
Non penso ci sia da specificare che un ristorante fa parte di un settore terziario e se cucina cibo tradizionale italiano, è italiano.

Produzioni artigianali e prodotti alimentari non devono essere confusi.
Non so di preciso le regole, ma un prodotto " made in "deve avere la maggior parte del processo produttivo in un determinato paese per essere considerato tale indipendentemente dalla provenienza del materiale. Mentre se non lavora nessun materiale è un "assembled in".
Un prodotto alimentare deve necessariamente contenere provenienza dei materiali per essere considerato "prodotto di tale paese".
E' logico che è la ricetta quello che conta, e tale ricetta è detenuta in qualsiasi territorio dove può avvenire la distribuzione.

Le penne Leonardo sono TORNIATE in Italia, non arrivano già fatte e già qui significa che l'uso del Made in è corretto. Stessa cosa per l'inserimento e l'ispezione dei pennini, diciamo che questo Made in Italy , anche con resine straniere, è la garanzia di un prodotto controllato E il servizio post assistenza dettata dalla legge italiana o europea.

Tornando sempre al discorso Wancher è poco trasparente, se le voci sono fondate , le penne non prodotte in giappone sono oggetto di frode perché si fa leva su un "marchio" ( l'Urushi giapponese ) per vendere un prodotto che tale non è.
Il parmigiano reggiano dop o qualsiasi altro prodotto dop, può essere fatto o nella zona protetta o non è quel prodotto.

Stessa cosa per l'urushi giapponese, se la tecnica è quella allora giapponese, allora indipendentemente da chi lo esegue è Urushi giapponese.
Ma se viene detto che è stato fatto da giapponesi, e poi una porzione non lo è, allora non è Urushi Giapponese da maestri giapponesi.
sansenri ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 21:19 E' pagarlo il doppio facendomi pensare che fosse fatto in Giappone che mi rode
rodere è un sinonimo di indignazione :lol:
sansenri ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 21:19 Scoprire che sono fatti in Vietnam (e non in Giappone) non mi fa indignare
Si, ma infatti non si critica la qualità della penna in se.
Secondo me esistono benissimo persone non giapponesi capaci di creare capolavori comparabili ai maestri originari o addirittura superiori.
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Messaggio da sansenri »

Riso, ma tu leggi quello che scrivo?... ti ho pure sottolineato le parole...
che rodere voglia (quasi) dire indignarsi possiamo essere d'accordo
ma è la causa che cambia!! è pagare doppio che rode, non che è fatto in Vietnam!!
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Messaggio da RisottoPensa »

Si l'ho capito, infatti tu non sei arrabbiato per la penna in se, ma sei arrabbiato perché
sansenri ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 21:34 è pagare doppio che rode
sansenri ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 21:19 facendomi pensare che fosse fatto in Giappone che mi rode
Che appunto si traduce logicamente in
RisottoPensa ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 17:04 di indignazione sull'origine della manodopera
Perché una persona normale/generica ( l'average person ) giustifica il prezzo del made in Japan su quel pezzo di penna, ma non del made in Vietnam.
Così come se pago 40 euro un vino made in italy, mi roderebbe se fosse fatto in francia, anche a parità del gusto.

Ci si sente truffati, aka , indignati per questa pratica scorretta.

Possiamo concordare tutti che nessuno ce l'ha con la qualità dei prodotti Wancher , ma sul probabile uso di messaggi fraudolenti per adescare potenziali compratori che altrimenti non avrebbero acquistato tale prodotto.

E' stato giusto da parte di Normie di avvisare che dietro alle parole dei prodotti Wancher ci potrebbero essere diciture ingannevoli.
Non ha specificamente detto di non comprare prodotti Wancher.

Per quanto mi riguarda lo Sekai world tree pen, trovo troppo competitivo il prezzo di tali penne.
Considerando che in Italia i prezzi al negozio saranno con un margine di almeno 20-30%, quei legni a quel prezzo sono un affare.
Essendo l'ebano un legname piuttosto costoso, è pratica comune tingere di nero essenze di altre piante di più facile reperibilità.[1] Ottimi risultati si ottengono, ad esempio, colorando il pero (Pyrus communis) o il carpino bianco (Carpinus betulus).
https://it.wikipedia.org/wiki/Ebano

Mentre per l'altro Sandalwood e verawood , i prezzi sono ugualmente ottimi, specie per il verawood.
Per quanto mi riguarda, io personalmente non sono attratto dal brand.
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Messaggio da Automedonte »

RisottoPensa ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 21:52
E' stato giusto da parte di Normie di avvisare che dietro alle parole dei prodotti Wancher ci potrebbero essere diciture ingannevoli.
Non ha specificamente detto di non comprare prodotti Wancher.
La prima volta che su questo Forum si è parlato di Wancher è stato giusto segnalare la cosa ma, se ogni volta che viene nominata questa marca, ritira fuori il link all’articolo e fa gli stessi commenti diventa accanimento :D

Non è possibile che se qualcuno chiede come funziona oppure se è ben fatta torna fuori la storia di dove è prodotta, alla fine stanca.

Non trovo corretto portare sempre fuori argomento le discussioni che riguardano questa marca, perchè di questo si tratta, ogni volta si indirizza la discussione sulle presunte “false comunicazioni sociali” :mrgreen:

Possiamo evitare di uscire fuori tema e rispondere a chi ha fatto le domande iniziali?
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Messaggio da sansenri »

perdonami Cesare ma devo rispondere ad uno che per far tornare i suoi discorsi mi mette in bocca cose che non ho detto...

RisottoPensa ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 21:52 Si l'ho capito, infatti tu non sei arrabbiato per la penna in se, ma sei arrabbiato perché
sansenri ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 21:34 è pagare doppio che rode
sansenri ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 21:19 facendomi pensare che fosse fatto in Giappone che mi rode
Che appunto si traduce logicamente in
RisottoPensa ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 17:04 di indignazione sull'origine della manodopera
Perché una persona normale/generica ( l'average person ) giustifica il prezzo del made in Japan su quel pezzo di penna, ma non del made in Vietnam.
Così come se pago 40 euro un vino made in italy, mi roderebbe se fosse fatto in francia, anche a parità del gusto.

Ci si sente truffati, aka , indignati per questa pratica scorretta.

Possiamo concordare tutti che nessuno ce l'ha con la qualità dei prodotti Wancher , ma sul probabile uso di messaggi fraudolenti per adescare potenziali compratori che altrimenti non avrebbero acquistato tale prodotto.

E' stato giusto da parte di Normie di avvisare che dietro alle parole dei prodotti Wancher ci potrebbero essere diciture ingannevoli.
Non ha specificamente detto di non comprare prodotti Wancher.

Per quanto mi riguarda lo Sekai world tree pen, trovo troppo competitivo il prezzo di tali penne.
Considerando che in Italia i prezzi al negozio saranno con un margine di almeno 20-30%, quei legni a quel prezzo sono un affare.
Essendo l'ebano un legname piuttosto costoso, è pratica comune tingere di nero essenze di altre piante di più facile reperibilità.[1] Ottimi risultati si ottengono, ad esempio, colorando il pero (Pyrus communis) o il carpino bianco (Carpinus betulus).
https://it.wikipedia.org/wiki/Ebano

Mentre per l'altro Sandalwood e verawood , i prezzi sono ugualmente ottimi, specie per il verawood.
Per quanto mi riguarda, io personalmente non sono attratto dal brand.
ma perché vuoi insistere? :shock: :roll:
non tirare conclusioni che vuoi tu e che io non ho tirato... non farmi dire cose che non ho detto...
non sono per nulla indignato riguardo l'origine Vietnamita della manodopera!
ho molto rispetto per la manodopera di qualunque paese del mondo...
Ho girato l'Asia parecchio per lavoro e mi dispiace molto di non essere mai riuscito ad andare in Vietnam (dove comunque avevo dei contatti di lavoro).

l'indignazione può semmai riguardare la falsa origine Giapponese, non la vera origine Vietnamita (sono cose diverse e distinte)
grazie
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Messaggio da Normie »

Automedonte ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 22:24
RisottoPensa ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 21:52
E' stato giusto da parte di Normie di avvisare che dietro alle parole dei prodotti Wancher ci potrebbero essere diciture ingannevoli.
Non ha specificamente detto di non comprare prodotti Wancher.
La prima volta che su questo Forum si è parlato di Wancher è stato giusto segnalare la cosa ma, se ogni volta che viene nominata questa marca, ritira fuori il link all’articolo e fa gli stessi commenti diventa accanimento :D

Non è possibile che se qualcuno chiede come funziona oppure se è ben fatta torna fuori la storia di dove è prodotta, alla fine stanca.

Non trovo corretto portare sempre fuori argomento le discussioni che riguardano questa marca, perchè di questo si tratta, ogni volta si indirizza la discussione sulle presunte “false comunicazioni sociali” :mrgreen:

Possiamo evitare di uscire fuori tema e rispondere a chi ha fatto le domande iniziali?
mi sono semplicemente limitato a informare l'OP che si sta avvicinando a questa marca, rimanendo in topic per quanto mi riguarda. Ognuno fa le sue valutazioni quando acquista una nuova penna.
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Messaggio da RisottoPensa »

sansenri ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 22:29 ma perché vuoi insistere?
Non ho insistito, ho solo fatto notare che hai scritto in sostanza quello che avevo detto.
Non ho mai tirato in ballo il fatto che la penna facesse indignare perché prodotta fuori dal Giappone.
Era perché la produzione non fosse fatta in Giappone, ma in un altro luogo ( che" sappiamo "essere il Vietnam , per questo continuavo ad includerlo ).

Il che porta ad indignarsi, o qualsiasi termine ad esso correlato perché si è stati ipoteticamente truffati.
Che poi vuoi andare più in sostanza o spulciare l'uovo specificando il motivo è comprensibile.
Automedonte ha scritto: martedì 23 gennaio 2024, 22:24 Non è possibile che se qualcuno chiede come funziona oppure se è ben fatta torna fuori la storia di dove è prodotta, alla fine stanca.
E' giusto evitare di andare troppo off topic, ma queste cose sono necessarie affinché certi produttori non alzino troppo la cresta danneggiando effettivamente il consumatore finale.
I problemi che ci sono stati per brand come Noodlers e TWSBI non sono nati dal nulla, e sono stati risolti proprio per l'insistenza della gente che faceva riaffiorare temi del genere.

Alla fine uno compra perché gli piace o è curioso di provare il bello e il brutto di qualcosa: credi che alla gente che vuole una penna in Urushi da Wancher importi davvero se la sua penna sia stata fatta in Giappone o meno?
Che poi L'urushi non è praticamente prodotta in giappone, ma quello ricade in un altro discorso.

Il fatto che su instagram sia stato fatto notare il maestro urushi Vietnamita è stato un passo enorme, sia per il tizio in questione che ha ricevuto ricognizione , sia per la politica di trasparenza che "tanti" volevano da Wancher.

Alla fine non c'è nient'altro da dire su questa sekai tree, è una penna in legno come tanti altri con gruppo scrittura jowo.
Al massimo si cercano le recensioni perché non mi pare sia tanto gettonata come penna.
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