WATERMAN’S ― Brochure per mercati di lingua spagnola (Cuba), 1930
Inviato: venerdì 1 agosto 2025, 20:02
Il mio conferimento odierno al nostro formidabile Wiki è una notevole brochure a colori Waterman’s in lingua spagnola, risalente all’inizio degli anni Trenta del Novecento, che, completamente squadernata, misura ca. 36x16 cm.
Come risulta da una nota di copyright/provenienza situata in calce all’ultima pagina (<PRINTED IN U.S.A.>), la brochure fu realizzata direttamente dalla Casa americana, presumibilmente per fornire anche al pubblico fuori dagli Stai Uniti (in piena Grande Depressione) un pieghevole pubblicitario (depliant) di alta qualità, che promuovesse adeguatamente le innovazioni stilistiche delle sue ultime creazioni ed esaltasse la bellezza delle nuove celluloidi impiegate.
Sul nostro Wiki Simone Piccardi ha conferito una brochure pressoché identica, limitatamente al “paginone centrale”, destinata però al mercato olandese:
https://www.fountainpen.it/File:1931-Wa ... Al-Ext.jpg
https://www.fountainpen.it/File:1931-Wa ... Al-Int.jpg
A partire dalle quattro pagine completamente diverse, le principali differenze tra i due depliant sono ravvisabili:
• nella presenza dei prezzi al dettaglio dei singoli strumenti raffigurati in quello olandese;
• quanto alle <Lady Patricia>, pur a fronte dello stesso disegno si rinviene all’interno del testo olandese la citazione di colori/livree della celluloide ancora non dichiarati disponibili in quella spagnola;
• la linea delle “nuove” <#94> in celluloide (design di Larsen) non è ancora presente in quella spagnola.
La brochure in spagnolo risulterebbe, perciò, verosimilmente antecedente rispetto a quella olandese, come sembrerebbe confermato anche dal confronto tra i codici alfanumerici (che si direbbero progressivi), che sono rispettivamente
• <A-84-S> per quella in spagnolo,
• e <Form A-88NT> per quella in olandese.
In pura teoria, le due brochure potrebbero anche essere perfettamente coeve, ma in questo caso la Waterman avrebbe cercato non solo di presentare le ultime novità ma anche di smaltire tutte le rimanenze di magazzino in centro America, poiché i modelli pubblicizzati a pagg.2 e 3 sono certamente più “vecchi”…
Comunque sia, esaminerò la questione della datazione in dettaglio a commento delle singole pagine.
* * *
Come anticipato, la brochure in lingua spagnola è un pieghevole di otto pagine
[@Simone: poiché hai archiviato la tua brochure come fronte/retro (cosa che non mi è stato possibile fare all’origine con uno scanner casalingo), per non ridurre la risoluzione lascio che a ricostruire quel formato in due immagini a piena risoluzione sia tu, se lo riterrai opportuno
].
pag.8 e pag.1
Nella pagina di apertura (quella sulla destra) si dichiara la supremazia mondiale di Waterman nel campo delle penne stilografiche. Noto, per puro spirito di polemica, che tra i monumenti “del mondo” non ce n’è uno italiano, anche se l’Italia è ben riconoscibile sul globo terracqueo…
Nell’ultima pagina si ricordano i pregi degli strumenti di scrittura Waterman’s, da sempre rigorosamente controllati (con i pennini garantiti contro ogni difetto), degli stilofori («Juegos de Escritorio»), belli e utili, e degli inchiostri, e si invitano le persone in possesso della brochure ad andarli a vedere.
Sì, ma dove?!?
Lo scopriremo subito insieme…
Lo spazio riservato alla pubblicità dello “Showroom” nell’ultima pagina in basso appare stampato professionalmente (ovvero non risulta essere stato semplicemente “timbrato” o stampato “a pressione” ex post sulla carta, come ho invece notato su altri depliant in mio possesso): dalla qualità percepita si direbbe che sia stato stampato già all’origine negli USA, e ciò anche se non dovrebbe trattarsi dell’indirizzo del Rappresentante, bensì di un semplice rivenditore al dettaglio (i.e. negozio).
La ditta è indicata come
VILLAR y CIA. S. en C.
espressione che sta a significare
<VILLAR y Compañía Sociedad en Comandita>
ovvero una società in accomandita di cui era socio principale un certo signor Villar.
L’indirizzo indicato è nella città Cienfuegos, nell'isola di Cuba, nella via un tempo conosciuta come Juan O’Bourke (e che ora si chiama San Fernando) al civico 148, in un bel palazzo denominato <El Palo Gordo> che negli anni '30 (un periodo molto turbolento per l’isola caraibica, con la dittatura del generale Machado e ripetuti moti rivoluzionari) passò nelle mani della società americana SEARS e fu successivamente nazionalizzato, pur continuando ad operare come negozio. El Palo Gordo, Cienfuegos - CUBA (fonte facebook e Ana Perez)
Dall’ubicazione della sua attività, distante oltre 200 km dalla Capitale L’Avana, non credo che Villar (o chi per lui) fosse l’Importatore/Rappresentante per l’isola di Cuba (e nemmeno forse grossista) ma, piuttosto, il titolare di un importante ma “semplice” negozio (come, d’altronde, era il caso della “libreria tecnica” pubblicizzata sulla brochure olandese di Simone).
* * *
pag.2 e pag.3
Scopriamo qui una rara avis, la <#94 in celluloide Persian>, la cui esistenza secondo l’attuale voce del Wiki (https://www.fountainpen.it/Waterman_9x) sarebbe ancora sub iudice: «Non è chiaro se siano stati usati i colori presenti sulle Lady Patricia come il Persian.». Orbene, dalla mia brochure oggi apprendiamo con certezza che la <#94 Persian> era stata pubblicizzata, almeno nei paesi del centro America. Quello che risulta evidente è che la splendida penna (che, ahimè!, si trova praticamente sempre virata: l’esemplare migliore che ho visto, strepitoso, è questo di Letizia Jacopini: https://www.tenpen.it/product/waterman- ... oid-unused) era l’ultima erede di un design dalle linee perfettamente cilindriche con testa piatta/flat top (comune a tutti i Produttori sino al 1928) che era stato introdotto dalla Casa sulle sue penne a levetta già a metà degli anni Dieci, e perciò ormai decisamente âgé e fuori moda.
La <#94 Persian> (di cui non mi pare di aver mai visto la versione “corta”), infatti, è la “gemella diversa” in celluloide delle #94 in ebanite “Ripple Colorata” (oliva, blu-verde, rosa), delle quali mantiene l’impianto stilistico che, come si può vedere dalla brochure, era lo stesso ancora in uso sulle penne in ebanite proposte al suo fianco: la classicissima <#52> (cesellata e liscia con lip-guard in set con la matita meccanica), e poi le Ripple <Numero 5> e <Numero 7> (in set) con codice dei colori per i pennini (riportato in alto).
Dettagli comuni a tutte le stilografiche sono la clip rivettata e la levetta di caricamento con terminale a paletta e globo "Ideal", mentre l’unico vero elemento di novità della <#94 Persian> è costituito dal labbro del cappuccio, in celluloide di colore nero a contrasto, e dalla notevolissima veretta traforata: entrambi gli elementi non possono non richiamare la parte inferiore del cappuccio della <Patrician>, come si può verificare dal brevetto seguente. (dal Wiki)
Tutto ciò considerato, azzarderei l’ipotesi che Gabriel Larsen, dopo aver progettato da zero la <Patrician> (lanciata sul mercato per il Natale 1929), abbia messo subito mano anche al rimaneggiamento della vecchia linea flat-top intervenendo in primis sul materiale (passato dall’ebanite alla celluloide) e a livello stilistico soltanto sulla base del cappuccio (labbro a contrasto e fascione), in attesa che fosse pronta la linea di produzione delle “sue” <#94>, queste sì radicalmente nuove, slanciate ed elegantissime, delle quali troviamo una presentazione sulla brochure olandese di Simone (in sostituzione delle “vecchie” flat-top), che furono lanciate secondo le mie ricerche già alla fine del 1930, Omaha_Sunday_Bee_News_1930_12_14_pag.59
in contemporanea con l’Inghilterra (con penne già di fabbricazione canadese, probabilmente). Evening_Chronicle_1930_12_05_p.15
* * *
pag.4 e pag.5
Per la <Lady Patricia> sono disponibili ancora solo «tres… colores», e questo ci permetterà di datare la brochure con sicurezza ancora maggiore.
Intanto, però, vorrei evidenziare “la bufala” ideata dall’ufficio marketing della Waterman (e non solo per l’export all’estero) secondo il quale la <Lady Patricia> era stata «disegnata da una donna per l’uso da parte di altre donne» (o frasi equivalenti): povero Larsen!
Questo era il “suo” brevetto: (dal Wiki)
Come si può notare dalle date presenti sul documento sopra allegato (ma ancor meglio da quelle relative alla <Patrician> e alla <nuova #94>, tutte creazioni di Gabriel Larsen), la gestione dei brevetti negli USA all’inizio della Grande Depressione fu comprensibilmente sui generis, con penne prima lanciate sul mercato e solo in seguito protette dalla “richiesta di brevetto”, e ancora più tardi “brevettate”, con ritardi fino a oltre due anni!
Continua…
Sul nostro Wiki Simone Piccardi ha conferito una brochure pressoché identica, limitatamente al “paginone centrale”, destinata però al mercato olandese:
https://www.fountainpen.it/File:1931-Wa ... Al-Ext.jpg
https://www.fountainpen.it/File:1931-Wa ... Al-Int.jpg
A partire dalle quattro pagine completamente diverse, le principali differenze tra i due depliant sono ravvisabili:
• nella presenza dei prezzi al dettaglio dei singoli strumenti raffigurati in quello olandese;
• quanto alle <Lady Patricia>, pur a fronte dello stesso disegno si rinviene all’interno del testo olandese la citazione di colori/livree della celluloide ancora non dichiarati disponibili in quella spagnola;
• la linea delle “nuove” <#94> in celluloide (design di Larsen) non è ancora presente in quella spagnola.
La brochure in spagnolo risulterebbe, perciò, verosimilmente antecedente rispetto a quella olandese, come sembrerebbe confermato anche dal confronto tra i codici alfanumerici (che si direbbero progressivi), che sono rispettivamente
• <A-84-S> per quella in spagnolo,
• e <Form A-88NT> per quella in olandese.
In pura teoria, le due brochure potrebbero anche essere perfettamente coeve, ma in questo caso la Waterman avrebbe cercato non solo di presentare le ultime novità ma anche di smaltire tutte le rimanenze di magazzino in centro America, poiché i modelli pubblicizzati a pagg.2 e 3 sono certamente più “vecchi”…
Comunque sia, esaminerò la questione della datazione in dettaglio a commento delle singole pagine.
* * *
Come anticipato, la brochure in lingua spagnola è un pieghevole di otto pagine
[@Simone: poiché hai archiviato la tua brochure come fronte/retro (cosa che non mi è stato possibile fare all’origine con uno scanner casalingo), per non ridurre la risoluzione lascio che a ricostruire quel formato in due immagini a piena risoluzione sia tu, se lo riterrai opportuno

pag.8 e pag.1
Nella pagina di apertura (quella sulla destra) si dichiara la supremazia mondiale di Waterman nel campo delle penne stilografiche. Noto, per puro spirito di polemica, che tra i monumenti “del mondo” non ce n’è uno italiano, anche se l’Italia è ben riconoscibile sul globo terracqueo…

Nell’ultima pagina si ricordano i pregi degli strumenti di scrittura Waterman’s, da sempre rigorosamente controllati (con i pennini garantiti contro ogni difetto), degli stilofori («Juegos de Escritorio»), belli e utili, e degli inchiostri, e si invitano le persone in possesso della brochure ad andarli a vedere.
Sì, ma dove?!?
Lo scopriremo subito insieme…

Lo spazio riservato alla pubblicità dello “Showroom” nell’ultima pagina in basso appare stampato professionalmente (ovvero non risulta essere stato semplicemente “timbrato” o stampato “a pressione” ex post sulla carta, come ho invece notato su altri depliant in mio possesso): dalla qualità percepita si direbbe che sia stato stampato già all’origine negli USA, e ciò anche se non dovrebbe trattarsi dell’indirizzo del Rappresentante, bensì di un semplice rivenditore al dettaglio (i.e. negozio).
La ditta è indicata come
VILLAR y CIA. S. en C.
espressione che sta a significare
<VILLAR y Compañía Sociedad en Comandita>
ovvero una società in accomandita di cui era socio principale un certo signor Villar.
L’indirizzo indicato è nella città Cienfuegos, nell'isola di Cuba, nella via un tempo conosciuta come Juan O’Bourke (e che ora si chiama San Fernando) al civico 148, in un bel palazzo denominato <El Palo Gordo> che negli anni '30 (un periodo molto turbolento per l’isola caraibica, con la dittatura del generale Machado e ripetuti moti rivoluzionari) passò nelle mani della società americana SEARS e fu successivamente nazionalizzato, pur continuando ad operare come negozio. El Palo Gordo, Cienfuegos - CUBA (fonte facebook e Ana Perez)
Dall’ubicazione della sua attività, distante oltre 200 km dalla Capitale L’Avana, non credo che Villar (o chi per lui) fosse l’Importatore/Rappresentante per l’isola di Cuba (e nemmeno forse grossista) ma, piuttosto, il titolare di un importante ma “semplice” negozio (come, d’altronde, era il caso della “libreria tecnica” pubblicizzata sulla brochure olandese di Simone).
* * *
pag.2 e pag.3
Scopriamo qui una rara avis, la <#94 in celluloide Persian>, la cui esistenza secondo l’attuale voce del Wiki (https://www.fountainpen.it/Waterman_9x) sarebbe ancora sub iudice: «Non è chiaro se siano stati usati i colori presenti sulle Lady Patricia come il Persian.». Orbene, dalla mia brochure oggi apprendiamo con certezza che la <#94 Persian> era stata pubblicizzata, almeno nei paesi del centro America. Quello che risulta evidente è che la splendida penna (che, ahimè!, si trova praticamente sempre virata: l’esemplare migliore che ho visto, strepitoso, è questo di Letizia Jacopini: https://www.tenpen.it/product/waterman- ... oid-unused) era l’ultima erede di un design dalle linee perfettamente cilindriche con testa piatta/flat top (comune a tutti i Produttori sino al 1928) che era stato introdotto dalla Casa sulle sue penne a levetta già a metà degli anni Dieci, e perciò ormai decisamente âgé e fuori moda.
La <#94 Persian> (di cui non mi pare di aver mai visto la versione “corta”), infatti, è la “gemella diversa” in celluloide delle #94 in ebanite “Ripple Colorata” (oliva, blu-verde, rosa), delle quali mantiene l’impianto stilistico che, come si può vedere dalla brochure, era lo stesso ancora in uso sulle penne in ebanite proposte al suo fianco: la classicissima <#52> (cesellata e liscia con lip-guard in set con la matita meccanica), e poi le Ripple <Numero 5> e <Numero 7> (in set) con codice dei colori per i pennini (riportato in alto).
Dettagli comuni a tutte le stilografiche sono la clip rivettata e la levetta di caricamento con terminale a paletta e globo "Ideal", mentre l’unico vero elemento di novità della <#94 Persian> è costituito dal labbro del cappuccio, in celluloide di colore nero a contrasto, e dalla notevolissima veretta traforata: entrambi gli elementi non possono non richiamare la parte inferiore del cappuccio della <Patrician>, come si può verificare dal brevetto seguente. (dal Wiki)
Tutto ciò considerato, azzarderei l’ipotesi che Gabriel Larsen, dopo aver progettato da zero la <Patrician> (lanciata sul mercato per il Natale 1929), abbia messo subito mano anche al rimaneggiamento della vecchia linea flat-top intervenendo in primis sul materiale (passato dall’ebanite alla celluloide) e a livello stilistico soltanto sulla base del cappuccio (labbro a contrasto e fascione), in attesa che fosse pronta la linea di produzione delle “sue” <#94>, queste sì radicalmente nuove, slanciate ed elegantissime, delle quali troviamo una presentazione sulla brochure olandese di Simone (in sostituzione delle “vecchie” flat-top), che furono lanciate secondo le mie ricerche già alla fine del 1930, Omaha_Sunday_Bee_News_1930_12_14_pag.59
in contemporanea con l’Inghilterra (con penne già di fabbricazione canadese, probabilmente). Evening_Chronicle_1930_12_05_p.15
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pag.4 e pag.5
Per la <Lady Patricia> sono disponibili ancora solo «tres… colores», e questo ci permetterà di datare la brochure con sicurezza ancora maggiore.
Intanto, però, vorrei evidenziare “la bufala” ideata dall’ufficio marketing della Waterman (e non solo per l’export all’estero) secondo il quale la <Lady Patricia> era stata «disegnata da una donna per l’uso da parte di altre donne» (o frasi equivalenti): povero Larsen!

Questo era il “suo” brevetto: (dal Wiki)
Come si può notare dalle date presenti sul documento sopra allegato (ma ancor meglio da quelle relative alla <Patrician> e alla <nuova #94>, tutte creazioni di Gabriel Larsen), la gestione dei brevetti negli USA all’inizio della Grande Depressione fu comprensibilmente sui generis, con penne prima lanciate sul mercato e solo in seguito protette dalla “richiesta di brevetto”, e ancora più tardi “brevettate”, con ritardi fino a oltre due anni!
Continua…