Una sinfonia di trasparenza e meccanica
Inviato: lunedì 4 agosto 2025, 19:28
La Aurora 88 Demonstrator rivela la sua anima:
un corpo interamente resina trasparente che lascia intravedere ogni meccanismo, il converter, il pistone serve un occhio curioso per scoprire lo splendore delle sue vene interne.
Il pennino in oro 18 kt, incastonato nel feed in ebanite, afferma l’inconfondibile pedigree Aurora, mentre i dettagli riflessi – talvolta ruthenium o rosa oro – raccontano un’eleganza discreta, moderna e insieme classica.
Accanto, la Nikon F, pioniera della reflex moderna: lanciata nel 1959, con il suo sistema modulare interscambiabile corpo macchina, mirini, schermi di messa a fuoco rappresenta l’apice del rigore progettuale analogico
Il pentaprisma Photomic FTn del ’62, con esposimetro TTL a lettura media centrata al 60/40 %, incarnava il futuro della fotografia automatica.
Ecco il fotografo che alza il mirino verso un chiaroscuro incerto. Il meccanismo scatta: click. Sincronia tra luce, composizione, gesto. È un gesto che riverbera nell’altro: il pennino scorre sul foglio, apre un mondo di segni, pressioni, sottili rialzi dell’inchiostro. Tengo in mano oggetti trasparenti mezzi per scrivere e per immortalare e ogni dettaglio interno è visibile, ogni suono meccanico è percepito. È un dialogo tra materiali, tra luce e inchiostro.
Quando la luce accarezza la Aurora 88, dentro scopri un caleidoscopio di trasparenze: il converter lucido risplende mentre l’alimentatore si fa visibile come segreto funzionale. Il pennino dorato risalta come un gioiello sospeso.
Simile stupore procura lo sguardo attraverso il pentaprisma della Nikon F: ti ritrovi immerso nell’immagine che vedi, pregustandone il rilievo e il contrasto prima ancora di scattare. La mano si apre e chiude, il gesto è consapevole, il tempo rallenta.
Nei miei scatti fotografici cerco emozione, composizione, luce. Nella calligrafia cerco ritmo, pressione, armonia del segno. Entrambi gli oggetti penna e macchina sono strumenti di racconto: uno di immagini, l’altro di parole.
Il meccanismo visibile dell’Aurora e quello ottico della Nikon convergono: entrambi svelano la meccanica che parla di precisione; entrambi invitano la mano a fidarsi del processo. Sono bellezza che non si nasconde, è arte quotidiana che respira.
Possedere la Aurora 88 Demonstrator e una Nikon F con Photomic FTn non significa avere semplici strumenti: significa custodire storie, luoghi, gesti. Scrivere e fotografare diventa alchimia. La trasparenza della penna e la robustezza della macchina sono due facce di uno stesso atto creativo: catturare il mondo, fermare l’istante, imprimere la propria visione.
Nel fluire dell’inchiostro e nel click dell’otturatore pulsa la stessa meraviglia: strumenti viscerali, meccanici, dotati di anima. È un invito a credere nella raffinata simbiosi tra macchina, penna e anima di chi li usa.
un corpo interamente resina trasparente che lascia intravedere ogni meccanismo, il converter, il pistone serve un occhio curioso per scoprire lo splendore delle sue vene interne.
Il pennino in oro 18 kt, incastonato nel feed in ebanite, afferma l’inconfondibile pedigree Aurora, mentre i dettagli riflessi – talvolta ruthenium o rosa oro – raccontano un’eleganza discreta, moderna e insieme classica.
Accanto, la Nikon F, pioniera della reflex moderna: lanciata nel 1959, con il suo sistema modulare interscambiabile corpo macchina, mirini, schermi di messa a fuoco rappresenta l’apice del rigore progettuale analogico
Il pentaprisma Photomic FTn del ’62, con esposimetro TTL a lettura media centrata al 60/40 %, incarnava il futuro della fotografia automatica.
Ecco il fotografo che alza il mirino verso un chiaroscuro incerto. Il meccanismo scatta: click. Sincronia tra luce, composizione, gesto. È un gesto che riverbera nell’altro: il pennino scorre sul foglio, apre un mondo di segni, pressioni, sottili rialzi dell’inchiostro. Tengo in mano oggetti trasparenti mezzi per scrivere e per immortalare e ogni dettaglio interno è visibile, ogni suono meccanico è percepito. È un dialogo tra materiali, tra luce e inchiostro.
Quando la luce accarezza la Aurora 88, dentro scopri un caleidoscopio di trasparenze: il converter lucido risplende mentre l’alimentatore si fa visibile come segreto funzionale. Il pennino dorato risalta come un gioiello sospeso.
Simile stupore procura lo sguardo attraverso il pentaprisma della Nikon F: ti ritrovi immerso nell’immagine che vedi, pregustandone il rilievo e il contrasto prima ancora di scattare. La mano si apre e chiude, il gesto è consapevole, il tempo rallenta.
Nei miei scatti fotografici cerco emozione, composizione, luce. Nella calligrafia cerco ritmo, pressione, armonia del segno. Entrambi gli oggetti penna e macchina sono strumenti di racconto: uno di immagini, l’altro di parole.
Il meccanismo visibile dell’Aurora e quello ottico della Nikon convergono: entrambi svelano la meccanica che parla di precisione; entrambi invitano la mano a fidarsi del processo. Sono bellezza che non si nasconde, è arte quotidiana che respira.
Possedere la Aurora 88 Demonstrator e una Nikon F con Photomic FTn non significa avere semplici strumenti: significa custodire storie, luoghi, gesti. Scrivere e fotografare diventa alchimia. La trasparenza della penna e la robustezza della macchina sono due facce di uno stesso atto creativo: catturare il mondo, fermare l’istante, imprimere la propria visione.
Nel fluire dell’inchiostro e nel click dell’otturatore pulsa la stessa meraviglia: strumenti viscerali, meccanici, dotati di anima. È un invito a credere nella raffinata simbiosi tra macchina, penna e anima di chi li usa.