Noi e le nostre penne
- AngelicaReveries
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Noi e le nostre penne
Buongiorno a tutte e a tutti!
Qualche sera fa, mentre mi esercitavo nella calligrafia, mi è capitato di riflettere sul rapporto intrinseco tra la penna stilografica e chi la utilizza. Premettendo che, nella grande maggioranza dei casi, la scelta di scrivere con una stilografica sia già una presa di coscienza dei propri gusti (e, indirettamente, della propria personalità), è molto interessante pensare a come molti particolari del nostro carattere possano palesarsi attraverso determinate scelte nelle caratteristiche dei nostri amati strumenti di scrittura. Non sto parlando di pseudoscienza Solo di quanto un oggetto possa accogliere in sé un così personale significato.
D'altronde, pensandoci, la scrittura stessa è un processo, o meglio, un rituale altamente soggettivo, che va dal prendere qualche semplice appunto a scarabocchiare sui margini di una pagina, dallo scrivere la lista della spesa a confessare al nostro diario i particolari della giornata, o affidare i nostri sentimenti ad una lettera. Curioso è anche come questi aspetti continuino a permanere, soprattutto tra gli appassionati, anche dopo l'avvento delle nuove tecnologie (una riflessione però troppo lunga da inserire come inciso in questa)
Tornando quindi alla questione iniziale, ecco la mia domanda: quanto della vostra personalità e del vostro carattere si rispecchia nella vostra penna preferita? Oppure, se volete, come cambiate la vostra penna in base alle esigenze, e come questo influenza anche il vostro approccio?
Parlando brevemente della mia esperienza di giovanissima neofita, posso dire che prediligo le penne che catturano la mia attenzione: non tanto dal punto di vista del pregio dei materiali (per quello dovrò aspettare ancora un bel po'), quanto per l'estetica particolare che magari mi ricorda un certo movimento artistico (dalla Pilot MR che mi ricorda la Pop Art, alla FILCAO Royal Red Passion che mi riporta alla mente l'Art Nouveau). Un aspetto che però considero è anche la praticità: da studentessa universitaria, spesso prendo appunti su carta poco pregiata (da ciò deriva l'esigenza di un pennino non troppo abbondante, fine o medio). Quando però mi prepongo di scrivere per il piacere di farlo, amo liberare il mio estro con un bello stub o un semiflex (la Ahab che ho appena acquistato mi ha davvero conquistata)! Invece, quando mi trovo a disegnare ad inchiostro, prediligo una penna economica con un F tendente all'EF (data la mia passione per i particolari). Cosa dire poi della calligrafia quotidiana di ciascuno di noi? La grafologia cerca di spiegare da tempo il carattere di una persone a partire dalle caratteristiche della sua scrittura (talvolta "azzeccandoci", talaltra meno).
Altre considerazioni potrebbero essere guidate dal colore dell'inchiostro o della penna stessa: quale vasto universo si potrebbe "analizzare"!
Ecco perché voglio chiedere proprio ai diretti interessati cosa rappresenta per voi la vostra penna! Spero che questa mia riflessione, da molti punti di vista un po' troppo filosofica e romantica, possa far nascere un confronto ed una discussione interessanti
Qualche sera fa, mentre mi esercitavo nella calligrafia, mi è capitato di riflettere sul rapporto intrinseco tra la penna stilografica e chi la utilizza. Premettendo che, nella grande maggioranza dei casi, la scelta di scrivere con una stilografica sia già una presa di coscienza dei propri gusti (e, indirettamente, della propria personalità), è molto interessante pensare a come molti particolari del nostro carattere possano palesarsi attraverso determinate scelte nelle caratteristiche dei nostri amati strumenti di scrittura. Non sto parlando di pseudoscienza Solo di quanto un oggetto possa accogliere in sé un così personale significato.
D'altronde, pensandoci, la scrittura stessa è un processo, o meglio, un rituale altamente soggettivo, che va dal prendere qualche semplice appunto a scarabocchiare sui margini di una pagina, dallo scrivere la lista della spesa a confessare al nostro diario i particolari della giornata, o affidare i nostri sentimenti ad una lettera. Curioso è anche come questi aspetti continuino a permanere, soprattutto tra gli appassionati, anche dopo l'avvento delle nuove tecnologie (una riflessione però troppo lunga da inserire come inciso in questa)
Tornando quindi alla questione iniziale, ecco la mia domanda: quanto della vostra personalità e del vostro carattere si rispecchia nella vostra penna preferita? Oppure, se volete, come cambiate la vostra penna in base alle esigenze, e come questo influenza anche il vostro approccio?
Parlando brevemente della mia esperienza di giovanissima neofita, posso dire che prediligo le penne che catturano la mia attenzione: non tanto dal punto di vista del pregio dei materiali (per quello dovrò aspettare ancora un bel po'), quanto per l'estetica particolare che magari mi ricorda un certo movimento artistico (dalla Pilot MR che mi ricorda la Pop Art, alla FILCAO Royal Red Passion che mi riporta alla mente l'Art Nouveau). Un aspetto che però considero è anche la praticità: da studentessa universitaria, spesso prendo appunti su carta poco pregiata (da ciò deriva l'esigenza di un pennino non troppo abbondante, fine o medio). Quando però mi prepongo di scrivere per il piacere di farlo, amo liberare il mio estro con un bello stub o un semiflex (la Ahab che ho appena acquistato mi ha davvero conquistata)! Invece, quando mi trovo a disegnare ad inchiostro, prediligo una penna economica con un F tendente all'EF (data la mia passione per i particolari). Cosa dire poi della calligrafia quotidiana di ciascuno di noi? La grafologia cerca di spiegare da tempo il carattere di una persone a partire dalle caratteristiche della sua scrittura (talvolta "azzeccandoci", talaltra meno).
Altre considerazioni potrebbero essere guidate dal colore dell'inchiostro o della penna stessa: quale vasto universo si potrebbe "analizzare"!
Ecco perché voglio chiedere proprio ai diretti interessati cosa rappresenta per voi la vostra penna! Spero che questa mia riflessione, da molti punti di vista un po' troppo filosofica e romantica, possa far nascere un confronto ed una discussione interessanti
"E noi che pensiamo la felicità
come un’ascesa, ne avremmo l’emozione
quasi sconcertante
di quando cosa ch’è felice, cade.”
-Rilke, Decima Elegia Duinese
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io gioco, ma probabilmente resterai delusa, sembri attendere altroAngelicaReveries ha scritto: ↑sabato 30 gennaio 2021, 15:39 la scelta di scrivere con una stilografica sia già una presa di coscienza dei propri gusti (e, indirettamente, della propria personalità)
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va dal prendere qualche semplice appunto a scarabocchiare sui margini di una pagina, dallo scrivere la lista della spesa a confessare al nostro diario i particolari della giornata, o affidare i nostri sentimenti ad una lettera
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ecco la mia domanda: quanto della vostra personalità e del vostro carattere si rispecchia nella vostra penna preferita?
uso la penna per lavorare (non "qualche semplice appunto") perche' non riesco a risolvere a mente calcoli che vadano oltre i 3 passaggi (niente ettoruzzo). la stilo e' il mezzo piu' economico e versatile per scrivere con poca pressione: i gel sono molto piu' costosi, in aggiunta hanno pochi colori e nessuno shading. nessuna presa di coscienza, banale pragmatismo
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E per fortuna che non ti sei dilungata.AngelicaReveries ha scritto: ↑sabato 30 gennaio 2021, 15:39 Buongiorno a tutte e a tutti!
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D'altronde, pensandoci, la scrittura stessa è un processo, o meglio, un rituale altamente soggettivo, che va dal prendere qualche semplice appunto a scarabocchiare sui margini di una pagina, dallo scrivere la lista della spesa a confessare al nostro diario i particolari della giornata, o affidare i nostri sentimenti ad una lettera. Curioso è anche come questi aspetti continuino a permanere, soprattutto tra gli appassionati, anche dopo l'avvento delle nuove tecnologie (una riflessione però troppo lunga da inserire come inciso in questa)
Tornando quindi alla questione iniziale, ecco la mia domanda: quanto della vostra personalità e del vostro carattere si rispecchia nella vostra penna preferita? Oppure, se volete, come cambiate la vostra penna in base alle esigenze, e come questo influenza anche il vostro approccio?
Parlando brevemente della mia esperienza di giovanissima neofita, posso dire che prediligo le penne che catturano la mia attenzione: non tanto dal punto di vista del pregio dei materiali (per quello dovrò aspettare ancora un bel po'), quanto per l'estetica particolare che magari mi ricorda un certo movimento artistico (dalla Pilot MR che mi ricorda la Pop Art, alla FILCAO Royal Red Passion che mi riporta alla mente l'Art Nouveau). Un aspetto che però considero è anche la praticità: da studentessa universitaria, spesso prendo appunti su carta poco pregiata (da ciò deriva l'esigenza di un pennino non troppo abbondante, fine o medio). Quando però mi prepongo di scrivere per il piacere di farlo, amo liberare il mio estro con un bello stub o un semiflex (la Ahab che ho appena acquistato mi ha davvero conquistata)! Invece, quando mi trovo a disegnare ad inchiostro, prediligo una penna economica con un F tendente all'EF (data la mia passione per i particolari). Cosa dire poi della calligrafia quotidiana di ciascuno di noi? La grafologia cerca di spiegare da tempo il carattere di una persone a partire dalle caratteristiche della sua scrittura (talvolta "azzeccandoci", talaltra meno).
Altre considerazioni potrebbero essere guidate dal colore dell'inchiostro o della penna stessa: quale vasto universo si potrebbe "analizzare"!
Ecco perché voglio chiedere proprio ai diretti interessati cosa rappresenta per voi la vostra penna! Spero che questa mia riflessione, da molti punti di vista un po' troppo filosofica e romantica, possa far nascere un confronto ed una discussione interessanti
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Nessuna delusione: è stato anche il primo motivo che mi ha spinta ad entrare in questo mondo. Prima un paio di penne a gel, poi, dopo aver fatto due conti, la decisione di passare definitivamente alle stilo!merloplano ha scritto: ↑sabato 30 gennaio 2021, 20:24
io gioco, ma probabilmente resterai delusa, sembri attendere altro
uso la penna per lavorare (non "qualche semplice appunto") perche' non riesco a risolvere a mente calcoli che vadano oltre i 3 passaggi (niente ettoruzzo). la stilo e' il mezzo piu' economico e versatile per scrivere con poca pressione: i gel sono molto piu' costosi, in aggiunta hanno pochi colori e nessuno shading. nessuna presa di coscienza, banale pragmatismo
Dovete perdonarmi, la sintesi non è un mio pregio. Se scrivo poco mi viene l'orticaria Come non farsi prendere dall'entusiasmo, poi, quando si parla di un così affascinante argomento?
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come un’ascesa, ne avremmo l’emozione
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Ma poverina ha messo tanto giovanile entusiasmo nell’aprile la discussione e voi vecchioni la stroncate in questo modo
Tornando invece al quesito non saprei come rispondere, ancora non l’ho capito quale penna prediligo. Sono molto volubile a secondo dal momento è da quel che ci devo fare, per certo so che qualunque penna per quanto bella se non scrive come piace a me tendo ad accantonarla.
Per l’uso giornaliero prediligo pennini abbastanza sottili ma non sottilissimi, quando invece scrivo per diletto mi sono appassionato agli stub che sono gli unici che migliorano la mia pessima scrittura.
Ho alcune penne di pregio ma per ora quelle che preferisco sono delle medie categorie tipo Pelikan M600 o Montegrappa Fortuna, adoro la Delta Dolce vita mini che l’unica che uso con il cappuccio calzato.
Montblanc, Leonardo Speranza e Montegrappa Mia Chrysocolla per ora non mi hanno fatto innamorare.
La mia passione però sono le due Aurora 88 big e Talentum che mi danno grande soddisfazione in tutti i frangenti.
Tornando invece al quesito non saprei come rispondere, ancora non l’ho capito quale penna prediligo. Sono molto volubile a secondo dal momento è da quel che ci devo fare, per certo so che qualunque penna per quanto bella se non scrive come piace a me tendo ad accantonarla.
Per l’uso giornaliero prediligo pennini abbastanza sottili ma non sottilissimi, quando invece scrivo per diletto mi sono appassionato agli stub che sono gli unici che migliorano la mia pessima scrittura.
Ho alcune penne di pregio ma per ora quelle che preferisco sono delle medie categorie tipo Pelikan M600 o Montegrappa Fortuna, adoro la Delta Dolce vita mini che l’unica che uso con il cappuccio calzato.
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A me piace usarle le penne, quindi acquisto penne che spero scrivano bene e secondo i miei gusti, quindi ogni acquisto è frutto di studio, di recensioni e videorecensioni viste e riviste, fosse anche una penna da 3 euro. Secondo me la fase di studio è parte della bellezza di una nuova acquisizione, o di possibile tale. Se le penne riflettono noi stessi, allora devo essere una persona che fa dell'understatement un tratto peculiare di sé. Mi sono accorto che ho quasi tutte penne di colori non esagerati, quelle più "vivaci" sono una Ahab in Jade Green, una Filcao arancione, e una Jinhao 51a nell'acrilico che chiamano Coffee qualcosa. E non ho nessun pennino broad, a parte un 1.9 preso per vedere come funziona. Per la maggior parte ho pennini fini, penne dai colori piuttosto scuretti, e una pessima grafia. Quindi, keep calm and understate
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Vediamo di usare i termini corretti: io non sono un vecchione, sono un vecchio s_ _ _ _o. O uno s_ _ _ _o vecchio?
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Diciamo che tutte le stilografiche che ho mi "rispecchiano" soprattutto per i colori adoro il blu e il viola ma sono molto legata ad Una Aurora 98 riserva magica per me sinonimo di eleganza e raffinatezza.
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Ho sempre scritto e disegnato moltissimo.AngelicaReveries ha scritto: ↑sabato 30 gennaio 2021, 15:39 Tornando quindi alla questione iniziale, ecco la mia domanda: quanto della vostra personalità e del vostro carattere si rispecchia nella vostra penna preferita? Oppure, se volete, come cambiate la vostra penna in base alle esigenze, e come questo influenza anche il vostro approccio?
Pur avendo una conoscenza profonda dei mezzi informatici, io sono sostanzialmente un semplificatore opportunista: se ritengo che uno strumento mi avvantaggia, in qualsiasi modo, lo prediligo.
Stringendo il discorso, e focalizzandolo solo sulla scrittura, io tendo a scrivere tutto a mano e poi, se e quando necessario, a passare in formato digitale solo a livello di ricopiatura. Per me funziona molto meglio così, e il rallentamento mi è assolutamente congeniale e gioca a mio favore. Dato che - come dicevo - sono un opportunista, scelgo il mezzo in base a una logica semplicissima; ad esempio, se devo scrivere su carta molto porosa, tendo a scegliere le biro (molto, molto, molto raramente il gel), in modo da non avere i problemi legati all'inchiostro liquido. Per le biro non ho particolari esigenze: mi basta avere un inchiostro che scivoli bene, come il Viscoglide di Schneider e analoghi, e per me è ok.
Se però posso usare la stilografica le cose cambiano, ed entrano anche altri fattori, tra cui - anche se marginalmente - quello puramente estetico.
Le penne che preferisco usare sono anche quelle che si adattano alla mia mano e al mio modo, che hanno - senza se e senza ma - un funzionamento impeccabile e che reputo belle. Sono anche quelle che significano qualcosa per me, un fattore che spesso (anche se non sempre) è conseguenza dell'uso intenso: va da sé che una stilografica con cui hai svuotato una decina di boccette di Waterman Havana in tre anni di navigazione per mezzo mondo, ha più probabilità di ricordarti qualcosa rispetto a una penna a cui hai fatto fare un paio di converter.
Io tendo a super-utilizzare ciò che mi piace, non solo le penne, mettendo a riposo solo per breve tempo gli strumenti preferiti, e solo se ho reali alternative di pari livello. Per dire, grazie a una discussione come questa e a un amico del forum, da alcuni giorni sono felice possessore della gemella di una stilografica che ho amato moltissimo, e che è stata sostanzialmente l'unica per tutta l'adolescenza e la prima giovinezza: una Waterman C-F moiré. Per dire, è già al quarto converter di blu-nero, e non sto riuscendo a staccarmene, come se volessi metterla "in pari" con le poche altre che amo davvero; oltretutto, scrivendoci, mi pare quasi che questi quarant'anni non siano mai passati, è proprio il colpo d'occhio della mia mano che scrive con quella penna. So che la cosa può far sorridere, risultare pura e semplice esagerazione, una stupidaggine fuori luogo, ma come si dice quì "quest'è".
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
Umberto Saba
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Non credo che le nostre siano scelte coscienti, probabilmente chi ci osserva riconoscerà nei nostri gusti sulle penne anche il nostro carattere, ad esempio una persona più estrosa è più facile che possa preferire penne dall'estetica appariscente ed inseguire tutte le possibile combinazioni di celluloide, mentre un'altra più pratica preferisce penne più sobrie. Se però devo dire scelgo quella penna perché mi rappresenta in qualche modo, mi sembra eccessivo e penso sia così anche per gli altri, sono scelte più dettate dal gusto e dai canoni estetici (e dalla disponibilità economica) che non dal simbolismo recondito.AngelicaReveries ha scritto: ↑sabato 30 gennaio 2021, 15:39 Tornando quindi alla questione iniziale, ecco la mia domanda: quanto della vostra personalità e del vostro carattere si rispecchia nella vostra penna preferita? Oppure, se volete, come cambiate la vostra penna in base alle esigenze, e come questo influenza anche il vostro approccio?
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Ciao, io mi rivedo un po’ in diverse frasi già scritte da altri.
La stilografica per me non è una necessità perché non ci lavoro. È solo relax quindi posso anche sacrificare la praticità se una penna mi piace, come per esempio la Noodler’s Boston che ogni volta che la apro devo fare mente locale per ricordarmi di farlo con la penna a testa in su La condizione però sulla quale non transigo è che scrivano bene altrimenti le aspetta il cassetto. Per questo quando mi accingo ad un nuovo acquisto tento di documentarmi più che posso (e questo è parte del divertimento). Non ho mai pensato che le mie penne potessero rappresentarmi anche in parte, ma se guardo quelle che possiedo molte sono nere o molto scure con finiture dorate. Un paio tutte dorate che non porterei mai in giro con me e un paio trasparenti. Gli inchiostri che uso sono al 70% variazioni di blu, un 20% di nero e 10 di altro misto tra rossi verdi e viola. Quindi se le mie penne mi rappresentano... chi sono ? Una persona seriosa con qualche sprazzo di dorato?
La stilografica per me non è una necessità perché non ci lavoro. È solo relax quindi posso anche sacrificare la praticità se una penna mi piace, come per esempio la Noodler’s Boston che ogni volta che la apro devo fare mente locale per ricordarmi di farlo con la penna a testa in su La condizione però sulla quale non transigo è che scrivano bene altrimenti le aspetta il cassetto. Per questo quando mi accingo ad un nuovo acquisto tento di documentarmi più che posso (e questo è parte del divertimento). Non ho mai pensato che le mie penne potessero rappresentarmi anche in parte, ma se guardo quelle che possiedo molte sono nere o molto scure con finiture dorate. Un paio tutte dorate che non porterei mai in giro con me e un paio trasparenti. Gli inchiostri che uso sono al 70% variazioni di blu, un 20% di nero e 10 di altro misto tra rossi verdi e viola. Quindi se le mie penne mi rappresentano... chi sono ? Una persona seriosa con qualche sprazzo di dorato?
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Complimenti per tutte le meravigliose penne che hai menzionato!Automedonte ha scritto: ↑sabato 30 gennaio 2021, 21:08 [...] Pelikan M600 o Montegrappa Fortuna, adoro la Delta Dolce vita mini che l’unica che uso con il cappuccio calzato.
Montblanc, Leonardo Speranza e Montegrappa Mia Chrysocolla per ora non mi hanno fatto innamorare.
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Ecco, piccola domanda "fuori tema": ho appena acquistato anche io una Ahab in Jade Green: come va con l'odore? Tende ad andare via? Sta lentamente diventando la mia penna preferita, ma ho paura di usarla in pubblico per via del tanfo
Che meraviglia, l'Aurora 98! E non potrei essere più d'accordo sui colori!
Non la trovo affatto un'esagerazione: d'altronde l'emozione che proviamo nell'usarle, piccola o grande che sia, è uno dei fattori fondamentali per i quali usiamo una penna piuttosto che un'altra
schnier ha scritto: ↑domenica 31 gennaio 2021, 13:48Non credo che le nostre siano scelte coscienti, probabilmente chi ci osserva riconoscerà nei nostri gusti sulle penne anche il nostro carattere, ad esempio una persona più estrosa è più facile che possa preferire penne dall'estetica appariscente ed inseguire tutte le possibile combinazioni di celluloide, mentre un'altra più pratica preferisce penne più sobrie. Se però devo dire scelgo quella penna perché mi rappresenta in qualche modo, mi sembra eccessivo e penso sia così anche per gli altri, sono scelte più dettate dal gusto e dai canoni estetici (e dalla disponibilità economica) che non dal simbolismo recondito.AngelicaReveries ha scritto: ↑sabato 30 gennaio 2021, 15:39 Tornando quindi alla questione iniziale, ecco la mia domanda: quanto della vostra personalità e del vostro carattere si rispecchia nella vostra penna preferita? Oppure, se volete, come cambiate la vostra penna in base alle esigenze, e come questo influenza anche il vostro approccio?
Non volevo certo generalizzare Pensavo potesse solo essere uno dei tanti modi attraverso i quali i nostri gusti si esprimono quasi "inconsciamente", senza saperlo.Iridium ha scritto: ↑domenica 31 gennaio 2021, 15:30 Ciao, io mi rivedo un po’ in diverse frasi già scritte da altri.
La stilografica per me non è una necessità perché non ci lavoro. È solo relax quindi posso anche sacrificare la praticità se una penna mi piace, come per esempio la Noodler’s Boston che ogni volta che la apro devo fare mente locale per ricordarmi di farlo con la penna a testa in su La condizione però sulla quale non transigo è che scrivano bene altrimenti le aspetta il cassetto. Per questo quando mi accingo ad un nuovo acquisto tento di documentarmi più che posso (e questo è parte del divertimento). Non ho mai pensato che le mie penne potessero rappresentarmi anche in parte, ma se guardo quelle che possiedo molte sono nere o molto scure con finiture dorate. Un paio tutte dorate che non porterei mai in giro con me e un paio trasparenti. Gli inchiostri che uso sono al 70% variazioni di blu, un 20% di nero e 10 di altro misto tra rossi verdi e viola. Quindi se le mie penne mi rappresentano... chi sono ? Una persona seriosa con qualche sprazzo di dorato?
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quanto è bello il mondo perché è vario. Pensa che io non lo trovo spiacevole, ogni tanto quando la uso la "sniffo" ancheAngelicaReveries ha scritto: ↑lunedì 1 febbraio 2021, 10:54Complimenti per tutte le meravigliose penne che hai menzionato!Automedonte ha scritto: ↑sabato 30 gennaio 2021, 21:08 [...] Pelikan M600 o Montegrappa Fortuna, adoro la Delta Dolce vita mini che l’unica che uso con il cappuccio calzato.
Montblanc, Leonardo Speranza e Montegrappa Mia Chrysocolla per ora non mi hanno fatto innamorare.
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Ecco, piccola domanda "fuori tema": ho appena acquistato anche io una Ahab in Jade Green: come va con l'odore? Tende ad andare via? Sta lentamente diventando la mia penna preferita, ma ho paura di usarla in pubblico per via del tanfo
cut
Non volevo certo generalizzare Pensavo potesse solo essere uno dei tanti modi attraverso i quali i nostri gusti si esprimono quasi "inconsciamente", senza saperlo.
a parte gli scherzi, leggendo di utenti che lo trovano forte o sgradevole mi viene il dubbio che forse non abbiano sempre lo stesso "aroma". La mia è nera, azzardo una sciocchezza, è possibile che alcuni colori abbiano un odore piu forte di altri? Chi ne possiede più d'una ha notato differenze tra un esemplare e l'altro?
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lascialo stare quello, e' un romanista esibizionistaAngelicaReveries ha scritto: ↑lunedì 1 febbraio 2021, 10:54Complimenti per tutte le meravigliose penne che hai menzionato!Automedonte ha scritto: ↑sabato 30 gennaio 2021, 21:08 [...] Pelikan M600 o Montegrappa Fortuna, adoro la Delta Dolce vita mini che l’unica che uso con il cappuccio calzato.
Montblanc, Leonardo Speranza e Montegrappa Mia Chrysocolla per ora non mi hanno fatto innamorare.
La mia passione però sono le due Aurora 88 big e Talentum che mi danno grande soddisfazione in tutti i frangenti.
non ci sperare. io ho accelerato il processo lasciandola chiusa in un sacchetto contenente caffe' macinato, smontata e priva di pennino ed alimentatore. dopo 2-3 settimane l'ho lavata e poi l'ho strofinata con profumo. ora si sente molto meno (ma si sente)ho appena acquistato anche io una Ahab in Jade Green: come va con l'odore? Tende ad andare via?
come detto, noi robot la troviamo solo una scelta piu' funzionale di altre. l'emozione e' probabilmente piu' legata a ricordi, come ha chiarito Monet63l'emozione che proviamo nell'usarle, piccola o grande che sia, è uno dei fattori fondamentali per i quali usiamo una penna piuttosto che un'altra
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