Qual'è o quali sono i motivi che ci spingono a riempire cassetti e scaffali con oggetti che al giorno d'oggi sono anche un po' desueti? A me vengono in mente questi:
- Colleziono strumenti
- Colleziono oggetti
- Colleziono ricordi
Potrebbe essere la forma di collezionismo più utilitaristica nel senso che le penne vengono scelte e raccolte sulla base del loro uso effettivo; io stesso ho alcune penne che uso per le riunioni di lavoro, quando mi serve la massima praticità d'uso e regolarità di funzionamento (...grazie Pilot Capless) altre che utilizzo per annotare con calma le mie riflessioni sui quadernoni A4 (...ad esempio ora sto usando una delle Duchesse del Forum) altre ancora per le annotazioni a margine del foglio quando studio qualche documento (per questo secondo me le Preppy sono le n° 1). Aggiungerei in questa categoria le penne usate per la calligrafia e il disegno, esprimendo tutta la mia invidia per coloro che riescono a tirare fuori dalle penne delle cose bellissime.
COLLEZIONO OGGETTI
Sono le penne che potrei anche non usare mai (quante volte nel mercatino del Forum troviamo delle mai inchiostrate?) che vengono collezionate per il gusto di possederle. Qui ci vedo un paio di motivazioni di base. Una potrebbe essere il desiderio di completare la serie (sto meditando un assalto al mercato delle Pelikan serie M) il gusto di apprezzare il family feeling che collega i diversi esemplari della stessa marca, ordinatamente disposti in file rigorosamente coerenti con le diverse versioni del modello (...avete presente: M200-M400-M600-M800-M1000?). Una seconda motivazione è legata alle caratteristiche specifiche di ciascun modello di penna che potrebbe riguardare la componente tecnica o quella artistica. Sulla questione tecnica ovviamente si innesta soprattutto il desiderio di testare diversi pennini, nelle quasi infinite combinazioni di misure, materiali, forme, flessibilità, ecc., e alimentatori e sistemi di caricamento. A questo si aggiunge, come recentemente discusso nel Forum, il tema del fusto ricavato dal pieno (...e qui la mia Duchessa ha avuto un piccolo skip per l'emozione). Sulla parte artistica direi che si spazia dal design (mi piace la penna come oggetto, da guardare, da tenere in mano, aprire e chiudere per apprezzarne la precisione delle filettature, i materiali, l'efficienza del gruppo scrittura) alle vere e proprie opere d'arte cesellate che di norma sono realizzate più per essere esposte che per firmare autografi; penne particolari che a me personalmente non piacciono quasi mai ma che credo abbiano una loro platea di estimatori e delle quali comunque apprezzo l'abilità artigiana - da arte orafa - e la creatività di chi le ha concepite.
COLLEZIONO RICORDI
Io appartengo alla generazione a cui il primo giorno di scuola i genitori mettevano la penna stilografica nella cartella dei giovani alunni (ora sostituita da tablet e smartphone) con il primo aggiornamento importante (ora si chiamerebbe upgrade) che arrivava di solito in concomitanza con la prima comunione. Nei miei cassetti trovate manciate di Auretta 32 e Pelikan Antimacchia (io ero per questa seconda fazione) però inevitabilmente nel mio caso questa motivazione sparisce per le penne antecedenti gli anni '60. Per questo motivo personalmente fatico a emozionarmi di fronte a una degna esponente delle Big Four (www.fountainpen.it/Big_Four) che recentemente sono tornate alla ribalta nel Forum in un topic abbastanza dibattuto (...sempre grazie a Bons

Mi pare di avere abbastanza inquadrato il tema, per chi avrà voglia di leggere tutto questo pippone. Credo che la conclusione sia abbastanza scontata e cioè che in realtà queste motivazioni sono sempre mescolate tra loro e ciascuno di noi si lascia di volta in volta portare verso dove lo conducono le emozioni. Penso anche che da questo dipenda il fatto che non ci sono penne belle o brutte, meritevoli o da scartare a priori, e questa considerazione rende un po' fuori luogo certi giudizi tagliati con l'accetta.
Buon fine settimana a Tutte e Tutti. G.