
Chiaramente non parliamo di penne a cartuccia, e specialmente quando entrano in gioco i sacchetti e i sistemi di caricamento dell'epoca i problemini possono sorgere. Poi dipende dal tempo che ci vuoi dedicare: a me piace "restaurare" nel piccolo delle mie possibilità, quindi mi è capitato di accollarmi delle poverette che mi hanno dato un bel po' di grane, ma basta virare sui modelli "fidati" (pagando qualche soldo in più) per avere sottomano penne assolutamente funzionanti e tranquillamente utilizzabili quotidianamente. Io me le porto pure in giro, ma probabilmente sono matto.
Ho sempre un po' snobbato il mondo Waterman per ragioni strettamente personali, ma regalarmi una 452 ½ V è stata una bellissima decisione. Avrà cento anni, ma non ha un problema che sia uno (e in più ha un flex di tutto rispetto). Per quanto riguarda i pennini, come hanno già detto altri, i flessibili non sono esattamente pratici per l'utilizzo quotidiano o di lavoro, ma trovi fior di pennini rigidi anche nel repertorio d'epoca. Parlo della stragrande maggioranza delle Balance, per esempio, o delle varianti manifold di altri modelli importanti. Mini aneddoto: quando acquistai la mia Eversharp Skyline rimasi inizialmente deluso dal fatto che il pennino fosse un manifold rigidissimo... e invece l'esperienza di scrittura ha sciolto tutte le mie riserve.
Tutto questo per dire che c'è un bellissimo mondo nel vintage, e che anche se può intimorire vale la pena farci un giro
