È con un certo timore reverenziale che mi appresto a parlarvi della penna di oggi: si tratta di un modello che ha fatto la storia, che ha mostrato le vette tecniche cui possono giungere i produttori nipponici, la Pilot Capless, riproposta qui in una veste particolare. Senza voler dare primati che non le spettano (già la Pullman della Météore e la Asterope dell'Aurora presentavano meccanismi simili), mi sento comunque di affermare che si tratta della stilografica senza cappuccio più di successo e meglio realizzata, rimasta non a caso in produzione (con numerose varianti) dai primi anni Sessanta.
Iniziamo come sempre dalla descrizione esteriore: la prima cosa che salta all'occhio è il fatto che, proprio come suggerisce il nome, è senza cappuccio. Il corpo inizia con un puntale in metallo rodiato cui è agganciato il fermaglio, che si sviluppa con un restringimento iniziale per poi di nuovo allargarsi e terminare con una punta arrotondata. Design semplice e pulito. Dopo il puntale inizia la prima parte del corpo, che è in metallo rivestito da legno. In particolare, secondo quanto dichiarato dalla stessa Pilot sul suo sito, si tratta di legno di betulla giapponese impregnato di resina, è quindi un legno stabilizzato. Il risultato è, direi, ottimo: il materiale risultante è setoso al tatto, liscio, senza asperità (merito dello strato di resina), ma al tempo stesso restituisce la calda sensazione del legno, e si possono ammirare le bellissime venature del legno, in una alternanza ipnotica di nero e rosso scuro (esiste anche la colorazione nero-grigia). La prima parte del corpo termina con una giunzione costituita da una coppia di anelli, di cui quello più vicino al puntale riporta dalla parte opposta al fermaglio l'incisione “PILOT JAPAN”. Dopo questa giunzione vi è la seconda parte del corpo, nello stesso materiale della prima, che termina con un fondo metallico di forma troncoconica da cui si diparte il pulsante di estrazione del pennino. Premuto quel pulsante, infatti, si fa fuoriuscire il pennino dallo sportellino posto all'estremità del puntale e si può iniziare a scrivere. Ecco qui alcune misure: circa 140 mm con pennino rientrato e circa 138 mm con pennino estratto, peso di 26 grammi. È dunque una penna di un certo peso e lunghezza, si sente nella mano.
Il sistema di caricamento è il classico cartuccia/converter ad attacco proprietario, ma la particolarità tecnica impone qui una variante importante: per caricare la penna bisogna svitare le due parti alla giunzione dei due anelli, tirare fuori l'anima della penna che comprende pennino e alimentatore, inserire la cartuccia o il converter (nel primo caso, viene fornito un copri-cartuccia in metallo da applicare per scongiurare il rischio di danni alla cartuccia e assicurare il buon funzionamento del meccanismo di estrazione), e rimontare il tutto. Un dente metallico posto sull'anima e un corrispettivo alloggiamento nel corpo penna assicurano un perfetto allineamento del pennino rispetto allo sportellino di estrazione.
Credo sia giunto il momento di parlare del pennino: si tratta di un pennino in oro 18 carati rodiato, molto piccolo e stretto, presenta un piccolo foro di sfiato circolare, al di sotto del quale vi sono le incisioni che riportano il nome del produttore, il titolo dell'oro nelle due forme (18K e 750) e il tratto, in questo caso F. Il pennino nella parte inferiore ha quattro alette con cui è saldamente agganciato all'alimentatore, in plastica grigio-bluastra.
Veniamo dunque alle prestazioni di scrittura: questo pennino ha una sensazione diversa rispetto ai classici pennini in oro Pilot della serie Custom. È più burroso, liscio, è rigido ma non rigidissimo, ha un dialogo con la carta che permette leggere sfumature, rendendo il tratto più ricco. Il tratto è leggermente più spesso di altri fini di Pilot. Si tratta dunque di un ottimo pennino, in perfetta tradizione giapponese. La cosa che ha fatto più discutere riguardo questa penna è la sua impugnabilità, ovvero se la presenza del fermaglio vicino al pennino e dunque alle dita durante la scrittura comporti o meno scomodità nell'uso. Io non mi sono trovato scomodo, ho un'impugnatura diciamo “standard”, quindi il fermaglio sta esattamente nello spazio tra pollice e indice e lì rimane. Forse è un po' troppo lunga per le mie mani, ma per il resto la trovo ben bilanciata, come dicevo prima la sensazione di questo legno è molto piacevole. Lascio come al solito una prova di scrittura.
In conclusione, si tratta secondo me di un'ottima penna, un fiore all'occhiello della produzione nipponica, anche se sicuramente non per tutti i gusti.
Un capolavoro giapponese "retrattile": Pilot Capless Wooden
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Enrico
"刃を持った者をそのふところに抱き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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Ma è bellissima. A me piacciono le penne in legno e metallo.