breve recensione ASApens Genius
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breve recensione ASApens Genius
Mi piace ogni tanto mostrarvi qualche penna, pur moderna, poco nota ai più. Qualche foto della Genius l'ho già postata qui e là ma non ho mai fatto una vera recensione.
ASApens, India, è una realtà peculiare, fino a poco tempo fa aveva un sito internet dove proponeva alcune delle penne ASA, ma anche alcune altre, come ad esempio le penne Gama, per cui inizialmente agivano sia come produttori che distributori di terzi. E' una realtà piuttosto piccola, pare che Mr. Subramaniam, che faceva tutt'altro lavoro (lavorava in una azienda di telecom) a 40 anni abbia deciso di mollare tutto e mettersi a produrre penne, la sua passione, dopo aver seguito un workshop sulla produzione di penne al tornio (nel 2012). Disegna le sue penne nel suo studio di Chennai (una città costiera nel sud-est dell'India) le produce nel suo workshop a Tiruchirapalli (cittadina costiera quasi di fronte a Ceylon), e poi le assembla e completa a Chennai. Sono un gruppetto di sei persone... un pen-turner (suo amico), due aiutanti nella produzione, e due persone nell'ufficio di Chennai. Sua moglie coordina la parte commerciale. Con questa organizzazione nel 2018 dichiarava di riuscire a fare 300-400 penne al mese, poi c'è stata la batosta del covid... oggi si stanno riprendendo, credo con buoni risultati.
Da qualche tempo il loro sito era in effetti sparito, ultimamente cercando sotto asapens.in compare un nuovo sito in preparazione. Nel frattempo ASApens è rimasta attiva su Instagram e Facebook (ma dato che non possiedo un account su nessuno dei due e non intendo averlo, al momento è uscita dalle mie mire - attendo che tornino ufficialmente online). Tempo addietro comunque, il sito era discretamente usabile (per gli standard indiani certamente) ed era possibile ordinare e farsi spedire la penna ordinata in Italia. Mr. Subramaniam si pregia infatti di essere stato la prima azienda indiana produttrice di penne ad avere un negozio online. Fino a prima del covid i prezzi per le sue penne in ebanite, quasi sempre con riempimento eyedropper, alimentatore in ebanite e pennino in acciaio erano tra i 20 e i 30 USD, oggi saranno certamente saliti. Mi è noto che oggi lavorano anche la resina, e abbiano adottato gli ubiquitari pennini Jowo.
Tornando alla penna, la ASA Genius è la tipica penna indiana tornita a mano da barra di ebanite "tradizionale" indiana, con riempimento eyedropper, alimentatore in ebanite e pennino in acciaio inseriti a frizione nella sezione (senza alcun collare avvitabile).
I colori usati per le ebaniti tradizionali indiane sono tipicamente rosso, verde, blu, marrone chiaro o scuro, e il decoro tipico è ripple (a onda) o mottled (a spirale che si avvolge sul fusto). Partendo da questi colori base nel tempo si sono sviluppate varianti.
La mia Genius è in ebanite "mottled light brown", ed è laccata lucida (l'odore di gomma bruciata non si percepisce quasi per nulla, neanche annusando dentro il cappuccio).
A dispetto del fatto che le penne indiane sono spesso molto grandi, le dimensioni della Genius sono "medie" (lunghezza chiusa 13 cm, e senza cappuccio - escluso il pennino - 10,1 cm. Per capirci, sono dimensioni molto simili a quelle di una Pelikan M600, il diametro del fusto è leggermente maggiore, 1,3-1,4cm, una M600 è un filo più sottile (1,1-1,2 cm). Anche la sezione ha diametro simile a quello di penne di dimensioni medie, 1 cm nella parte più sottile, 1,2 cm nella parte più larga vicino alla filettatura.
La penna è proposta con una clip in acciaio cromato che si abbina alla finitura del pennino. La clip è piuttosto rigida e non eccessivamente aggraziata, ma neanche inguardabile.
La forma della penna è semplice, ma non rozza, la parte del fondello è più affusolata e permette di calzare il cappuccio perfettamente.
La sezione è a filo col fusto (quindi niente gradini), e degrada appena verso il pennino per terminare con un leggero labbro, che la rende molto comoda da impugnare. La filettatura su cui avvita il cappuccio è molto dolce sotto le dita.
Dalla descrizione forse sarà chiaro che per una serie di misure, proporzioni e accorgimenti, questa penna sta molto comoda nella mia mano, ed è uno dei motivi per cui, pur essendo una "pennetta" tra le svariate, anche più nobili, che possiedo, non di rado è in uso.
Inizialmente, va detto, che questa penna mi aveva dato qualche problema, aveva un flusso ridotto che tendeva ad asciugarsi man mano.
Avevo fatte delle prove sostituendogli il pennino (cosa semplice, pennino e alimentatore sono inseriti a frizione nel foro della sezione, basta tirare per estrarli, e inserire un pennino diverso - size 6) ma il problema rimaneva. In un sistema così semplice - eyedropper + pennino/alimentatore a frizione - l'unico colpevole di una restrizione al flusso non poteva che essere l'alimentatore. Dopo un po' di prove, lavaggi etc., ho preso coraggio e ho leggermente allargato il canale dell'inchiostro con una mini-lima. Bingo! Dalla notte al giorno, improvvisamente la penna ha iniziato a scrivere con flusso corretto e costante.
(qui si vede il fondo dell'alimentatore in ebanite che si affaccia sul fondo della sezione, segnato con la freccia rossa l'imbocco del canale dell'inchiostro) Come scrive quindi? Appunto, ora (dopo la cura) il pennino in acciaio, che è probabilmente un fine leggermente tendente al medio, e già di suo è ben scorrevole, produce un tratto "quasi medio" costante, con flusso non timido, molto gradevole. Il pennino è rigido, quindi niente svolazzi calligrafici, ma preciso e affidabile. Il riempimento eyedropper non mi ha mai riservato sorprese, del tipo "burping" e goccioloni vari, forse perché la penna è discretamente piccola e non contiene una enormità di aria che possa espandersi, peraltro provvede invece ad un flusso "sempre pronto": mettendo pennino alla carta ci si accorge che l'inchiostro è lì pronto senza esitazioni. Spesso non la carico del tutto e malgrado questo, non gocciola. Immagino che un paio di ml il fusto li possa contenere.
Nel complesso una penna carina, in un bel materiale che trovo sempre gradevole da impugnare, dalle dimensioni e forme particolarmente perfette per i miei gusti, con un sistema di riempimento antico ma ben funzionante (e che sono riuscito a ri-tarare come volevo riguardo il flusso). Ora attendo che ASA ri-attivi il suo sito, per vedere cosa hanno di nuovo da offrire, anche se in un certo senso temo un po' che si siano uniformati a tutti gli altri produttori di penne che offrono un gruppo pennino Jowo + converter, con una penna intorno.
ASApens, India, è una realtà peculiare, fino a poco tempo fa aveva un sito internet dove proponeva alcune delle penne ASA, ma anche alcune altre, come ad esempio le penne Gama, per cui inizialmente agivano sia come produttori che distributori di terzi. E' una realtà piuttosto piccola, pare che Mr. Subramaniam, che faceva tutt'altro lavoro (lavorava in una azienda di telecom) a 40 anni abbia deciso di mollare tutto e mettersi a produrre penne, la sua passione, dopo aver seguito un workshop sulla produzione di penne al tornio (nel 2012). Disegna le sue penne nel suo studio di Chennai (una città costiera nel sud-est dell'India) le produce nel suo workshop a Tiruchirapalli (cittadina costiera quasi di fronte a Ceylon), e poi le assembla e completa a Chennai. Sono un gruppetto di sei persone... un pen-turner (suo amico), due aiutanti nella produzione, e due persone nell'ufficio di Chennai. Sua moglie coordina la parte commerciale. Con questa organizzazione nel 2018 dichiarava di riuscire a fare 300-400 penne al mese, poi c'è stata la batosta del covid... oggi si stanno riprendendo, credo con buoni risultati.
Da qualche tempo il loro sito era in effetti sparito, ultimamente cercando sotto asapens.in compare un nuovo sito in preparazione. Nel frattempo ASApens è rimasta attiva su Instagram e Facebook (ma dato che non possiedo un account su nessuno dei due e non intendo averlo, al momento è uscita dalle mie mire - attendo che tornino ufficialmente online). Tempo addietro comunque, il sito era discretamente usabile (per gli standard indiani certamente) ed era possibile ordinare e farsi spedire la penna ordinata in Italia. Mr. Subramaniam si pregia infatti di essere stato la prima azienda indiana produttrice di penne ad avere un negozio online. Fino a prima del covid i prezzi per le sue penne in ebanite, quasi sempre con riempimento eyedropper, alimentatore in ebanite e pennino in acciaio erano tra i 20 e i 30 USD, oggi saranno certamente saliti. Mi è noto che oggi lavorano anche la resina, e abbiano adottato gli ubiquitari pennini Jowo.
Tornando alla penna, la ASA Genius è la tipica penna indiana tornita a mano da barra di ebanite "tradizionale" indiana, con riempimento eyedropper, alimentatore in ebanite e pennino in acciaio inseriti a frizione nella sezione (senza alcun collare avvitabile).
I colori usati per le ebaniti tradizionali indiane sono tipicamente rosso, verde, blu, marrone chiaro o scuro, e il decoro tipico è ripple (a onda) o mottled (a spirale che si avvolge sul fusto). Partendo da questi colori base nel tempo si sono sviluppate varianti.
La mia Genius è in ebanite "mottled light brown", ed è laccata lucida (l'odore di gomma bruciata non si percepisce quasi per nulla, neanche annusando dentro il cappuccio).
A dispetto del fatto che le penne indiane sono spesso molto grandi, le dimensioni della Genius sono "medie" (lunghezza chiusa 13 cm, e senza cappuccio - escluso il pennino - 10,1 cm. Per capirci, sono dimensioni molto simili a quelle di una Pelikan M600, il diametro del fusto è leggermente maggiore, 1,3-1,4cm, una M600 è un filo più sottile (1,1-1,2 cm). Anche la sezione ha diametro simile a quello di penne di dimensioni medie, 1 cm nella parte più sottile, 1,2 cm nella parte più larga vicino alla filettatura.
La penna è proposta con una clip in acciaio cromato che si abbina alla finitura del pennino. La clip è piuttosto rigida e non eccessivamente aggraziata, ma neanche inguardabile.
La forma della penna è semplice, ma non rozza, la parte del fondello è più affusolata e permette di calzare il cappuccio perfettamente.
La sezione è a filo col fusto (quindi niente gradini), e degrada appena verso il pennino per terminare con un leggero labbro, che la rende molto comoda da impugnare. La filettatura su cui avvita il cappuccio è molto dolce sotto le dita.
Dalla descrizione forse sarà chiaro che per una serie di misure, proporzioni e accorgimenti, questa penna sta molto comoda nella mia mano, ed è uno dei motivi per cui, pur essendo una "pennetta" tra le svariate, anche più nobili, che possiedo, non di rado è in uso.
Inizialmente, va detto, che questa penna mi aveva dato qualche problema, aveva un flusso ridotto che tendeva ad asciugarsi man mano.
Avevo fatte delle prove sostituendogli il pennino (cosa semplice, pennino e alimentatore sono inseriti a frizione nel foro della sezione, basta tirare per estrarli, e inserire un pennino diverso - size 6) ma il problema rimaneva. In un sistema così semplice - eyedropper + pennino/alimentatore a frizione - l'unico colpevole di una restrizione al flusso non poteva che essere l'alimentatore. Dopo un po' di prove, lavaggi etc., ho preso coraggio e ho leggermente allargato il canale dell'inchiostro con una mini-lima. Bingo! Dalla notte al giorno, improvvisamente la penna ha iniziato a scrivere con flusso corretto e costante.
(qui si vede il fondo dell'alimentatore in ebanite che si affaccia sul fondo della sezione, segnato con la freccia rossa l'imbocco del canale dell'inchiostro) Come scrive quindi? Appunto, ora (dopo la cura) il pennino in acciaio, che è probabilmente un fine leggermente tendente al medio, e già di suo è ben scorrevole, produce un tratto "quasi medio" costante, con flusso non timido, molto gradevole. Il pennino è rigido, quindi niente svolazzi calligrafici, ma preciso e affidabile. Il riempimento eyedropper non mi ha mai riservato sorprese, del tipo "burping" e goccioloni vari, forse perché la penna è discretamente piccola e non contiene una enormità di aria che possa espandersi, peraltro provvede invece ad un flusso "sempre pronto": mettendo pennino alla carta ci si accorge che l'inchiostro è lì pronto senza esitazioni. Spesso non la carico del tutto e malgrado questo, non gocciola. Immagino che un paio di ml il fusto li possa contenere.
Nel complesso una penna carina, in un bel materiale che trovo sempre gradevole da impugnare, dalle dimensioni e forme particolarmente perfette per i miei gusti, con un sistema di riempimento antico ma ben funzionante (e che sono riuscito a ri-tarare come volevo riguardo il flusso). Ora attendo che ASA ri-attivi il suo sito, per vedere cosa hanno di nuovo da offrire, anche se in un certo senso temo un po' che si siano uniformati a tutti gli altri produttori di penne che offrono un gruppo pennino Jowo + converter, con una penna intorno.
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breve recensione ASApens Genius
Le indiane sembrano gli unici a fare penne in ebanite economiche nonostante altri produttori ben più conosciuti chiedono prezzi premium! Ovviamente bisogna vedere anche il grado di evanite usata, ma trovo molto carini questi
Quel moncolotto non sembra neanche un feeder onestamente
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eh, sì, fino ad un certo punto, sì, poi si sono accorti di quello che spendiamo qui per una penna e hanno adeguato i prezzi per l'export...
Sono sorte alcune aziende che mirano ai compratori Europei e Americani (vedi ad esempio Lotus e Magna Carta) che non hanno prezzi economici...
Le ebaniti usate in India variano per qualità, quella tradizionale è tipicamente più grezza, non confrontabile con quelle giapponesi o tedesche, purtuttavia alcune penne prodotte totalmente a mano rimangono molto interessanti.
Il moncolotto di cui parli è il fondo dell'alimentatore, ma considera che è annegato nella sezione, non ha bisogno di pescare di più, è direttamente a contatto con l'inchiostro che scorre libero all'interno del fusto. Di per sé l'alimentatore è lungo almeno un paio di centimetri.
Sono sorte alcune aziende che mirano ai compratori Europei e Americani (vedi ad esempio Lotus e Magna Carta) che non hanno prezzi economici...
Le ebaniti usate in India variano per qualità, quella tradizionale è tipicamente più grezza, non confrontabile con quelle giapponesi o tedesche, purtuttavia alcune penne prodotte totalmente a mano rimangono molto interessanti.
Il moncolotto di cui parli è il fondo dell'alimentatore, ma considera che è annegato nella sezione, non ha bisogno di pescare di più, è direttamente a contatto con l'inchiostro che scorre libero all'interno del fusto. Di per sé l'alimentatore è lungo almeno un paio di centimetri.
- balthazar
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Bella penna, grazie per avercela mostrata. Mi piacciono anche le dimensioni (cerco di stare lontano dalle gigantone che molti produttori attualmente propongono)
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le indiane in particolare hanno una forte tendenza alle giganti, forse anche a causa della dimensione delle mani degli utenti locali... ho visto certi badilotti!
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solo per curiosità,
un gruppo di recenti penne ASA in resina e un gruppo di recenti penne in ebanite
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- Enbi
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Grazie per la bella recensione! Io ho un debole per le penne tutte in ebanite, e neanche i colori mi dispiacciono (soprattutto il ripple red). Apprezzo molto che in india si tenga viva la cultura dell'ebanite, e delle stilografiche.
Molto bello il motivo della penna, deve essere quasi ipnotico rigirarsela tra le mani.
Rispetto a quelle con il tradizionale sistema a contagocce, preferisco quelle che montano pennini con collare. Apprezzo per questo molto le Ranga, che offrono grandi possibilità di compatibilità.

Molto bello il motivo della penna, deve essere quasi ipnotico rigirarsela tra le mani.
Rispetto a quelle con il tradizionale sistema a contagocce, preferisco quelle che montano pennini con collare. Apprezzo per questo molto le Ranga, che offrono grandi possibilità di compatibilità.
Conosco un paio di indiani e posso confermare che con certe stazze una penna che per me è "normale" per loro è una pocket

Enrico
"刃を持った者をそのふところに抱き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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E aggiungiamo pure queste alla lista desideri... grazie, eh! 

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mi piace, hanno un bel design
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Bella recensione Enrico! Provata ieri, mi è piaciuta molto per la leggerezza, anche se io non amo le ebaniti con venature, di nessun produttore, e infatti le ho tutte monocolore. Al di là del mio gusto estetico personale, la penna è bella da tenere in mano e mi ha affascinata ancora di più quando ho scoperto che era eyedropper, sistema di caricamento che mi manca. Il pennino mi è parso molto affidabile con un bel flusso.
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grazie Rita, in genere io cerco l'opposto, ebaniti con venature varie!edis ha scritto: ↑mercoledì 30 luglio 2025, 15:53 Bella recensione Enrico! Provata ieri, mi è piaciuta molto per la leggerezza, anche se io non amo le ebaniti con venature, di nessun produttore, e infatti le ho tutte monocolore. Al di là del mio gusto estetico personale, la penna è bella da tenere in mano e mi ha affascinata ancora di più quando ho scoperto che era eyedropper, sistema di caricamento che mi manca. Il pennino mi è parso molto affidabile con un bel flusso.

Molti produttori indiani stanno abbandonando l'eyedropper, perché ovviamente può dare più problemi di utilizzo, a favore di penne a converter.
Secondo me ci può stare avere l'opzione a converter, ma il sistema eyedropper fa parte della tradizione indiana, una volta che lo abbandonano del tutto, e magari passano alle resine, si saranno un po' uniformati a tanti altri e dovranno fare i conti con l'agguerrita concorrenza cinese.
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Concordo sul valore di tenere viva la cultura dell'ebanite, a parte il Giappone (e uno specifico produttore tedesco) sono pochi i produttori di ebanite, e quella indiana è diversa e ha un suo specifico aspetto. Comprendo che le versioni con pennino avvitato e converter sono di utilizzo più semplice (come magari saprai anch'io ho parecchie Ranga) ma rischiano di scrivere tutte allo stesso modo (salvo montare pennini speciali). Tra le mie Ranga ne ho diverse a converter ma anche un buon numero in semplice eyedropper con alimentatore in ebanite.Enbi ha scritto: ↑martedì 29 luglio 2025, 14:48 Grazie per la bella recensione! Io ho un debole per le penne tutte in ebanite, e neanche i colori mi dispiacciono (soprattutto il ripple red). Apprezzo molto che in india si tenga viva la cultura dell'ebanite, e delle stilografiche.
Molto bello il motivo della penna, deve essere quasi ipnotico rigirarsela tra le mani.
Rispetto a quelle con il tradizionale sistema a contagocce, preferisco quelle che montano pennini con collare. Apprezzo per questo molto le Ranga, che offrono grandi possibilità di compatibilità.
Conosco un paio di indiani e posso confermare che con certe stazze una penna che per me è "normale" per loro è una pocket![]()
PS a proposito, invece, di tener viva la tradizione delle stilografiche, è vero, l'India è uno di quei paesi dove per molto tempo si è continuato a scrivere con le stilografiche. La tecnologia (antica) gli è stata trasferita dagli Inglesi durante il colonialismo. Come raccontavo altrove, gli indiani hanno prima imparato a riparare le stilografiche inglesi, e poi hanno imparato a produrle!
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Ah bene, sono felice che gli indiani tengano viva la cultura delle stilografiche, sono tra i pochi ormai oltre i giapponesi che come popolo sono attaccati alla scrittura a mano (esempio lampante nella cultura lavorativa giapponese: il CV va scritto a mano perché trasmette "calore umano" e personalità).
Enrico
"刃を持った者をそのふところに抱き込まねば、愛の世は来ません。刃を手から離させようとするから、やっぱり争いとなるのです。「平和のために戦う」というようなちぐはぐな心がけでは、いつまでたっても戦いはやみますまい"。永井隆、『如己堂随筆』
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i giapponesi sono inarrivabili!Enbi ha scritto: ↑mercoledì 30 luglio 2025, 20:43 Ah bene, sono felice che gli indiani tengano viva la cultura delle stilografiche, sono tra i pochi ormai oltre i giapponesi che come popolo sono attaccati alla scrittura a mano (esempio lampante nella cultura lavorativa giapponese: il CV va scritto a mano perché trasmette "calore umano" e personalità).
