Edizioni limitate, quanto?

Nuovi modelli in arrivo o appena presentati.
Michele93
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Edizioni limitate, quanto?

Messaggio da Michele93 »

Tornando al discorso delle edizioni limitate ho un'altra osservazione.
Edizione limitata presuppone che un articolo sia prodotto in un numero più o meno limitato e che quindi prima o poi esaurisca.
(Generalmente, nel momento in cui l'articolo esaurisce dovrebbe rivalutarsi nell'usato in quando sarà possibile acquistarlo solamente di seconda mano.)

Ma quante di queste edizioni limitate sono esaurite?
Per esempio, La Gabriele d'Annunzio è ancora disponibile dopo molti anni. Un' altro esempio è l'Amare.

Dal mio punto di vista, in questo caso, l'edizione limitata perde di significato e si sintetizza in un cambio di colore o della veste.

Voi cosa ne pensate?

Michele.
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Messaggio da Automedonte »

Michele93 ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 14:45 Tornando al discorso delle edizioni limitate ho un'altra osservazione.
Edizione limitata presuppone che un articolo sia prodotto in un numero più o meno limitato e che quindi prima o poi esaurisca.
(Generalmente, nel momento in cui l'articolo esaurisce dovrebbe rivalutarsi nell'usato in quando sarà possibile acquistarlo solamente di seconda mano.)

Ma quante di queste edizioni limitate sono esaurite?
Per esempio, La Gabriele d'Annunzio è ancora disponibile dopo molti anni. Un' altro esempio è l'Amare.

Dal mio punto di vista, in questo caso, l'edizione limitata perde di significato e si sintetizza in un cambio di colore o della veste.

Voi cosa ne pensate?

Michele.
Dipende dalla “fortuna” commerciale che ha quel modello, anche la MB Hemingway rimase in vendita per anni.
Oggi ci sono tante marche che fanno queste edizioni ed inevitabilmente non tutte si esauriscono, in Aurora anche la Internazionale è una edizione limitata a 919 esemplari ma si trova ancora in giro.
Cesare Augusto
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Messaggio da piccardi »

Michele93 ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 14:45 Tornando al discorso delle edizioni limitate ho un'altra osservazione.
Che sarebbe stato meglio fare altrove, dato che rispetto all'argomento di partenza (viewtopic.php?p=442594#p442594) detta osservazione ha solo attinenza marginale.

Ho diviso io, ma è una operazione macchinosa, per cui per favore, richiesta rivolta a tutti, siete pregati quando volete deviare da un argomento su un altro di farlo in maniera corretta creando quello nuovo e mettendo un riferimento in quello vecchio, perché cancellare i messaggi fuori tema è banale ed immediato, dividere gli argomenti no.

Simone
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Messaggio da Simy »

Io ho poca esperienza e ce l'ho soprattutto su Platinum.
La linea Shape of a Heart ha contato 4 edizioni da 2000 esemplari l'una.
L'ultima (Bluebird) è uscita lo scorso maggio e si trova ancora.
La precedente (Chai Latte) è uscita nel 2024. Si trova ancora qualche esemplare nel nuovo ma pochi e a prezzi più alti di quello di lancio. Sul mercato usato non si trova.
La Ivoire (2023) e la Black (2022) si trovano ampiamente dai retailer ancora al prezzo di lancio.

A oggi, il modello più di successo è stato la Chai Latte. Quando le poche copie ancora presenti dai retailer saranno terminate, sarà trovabile solo nell'usato. La Bluebird è piaciuta, ha venduto parecchio ma si trova ancora, con tutto che è anche recentissima. Le prime due sono quelle che più probabilmente si potrebbero cominciare a trovare con qualche sconto per liberare i magazzini.

Quindi, "edizione limitata" è una dicitura per far scattare la famosa FOMO e far correre all'acquisto immediato. E' una strategia facile e che, quindi, alle aziende piace. A seconda della fortuna del singolo modello, può avere senso cascarci e comprare al lancio o aspettare. E' una cosa, tuttavia, che non si sa prima. Chi produce ci prova. Può andare come la Chai Latte, quasi sparita in pochi mesi, o come la Ivoire e la Black, che sono piaciute poco e si troveranno ancora per parecchio tempo

Ah, ora mi viene in mente che ho un'altra edizione limitata: la La Dotta Campanula di Scribo. Dchiarano, mi pare, meno di mille esemplari prodotti ma si trova in listino ovunque. C'entra il prezzo alto, ovviamente, ma La Dotta non è nemmeno una penna particolarmente amata, vista la forma così particolare: anche di quella se ne troveranno in giro per parecchio tempo nel nuovo

Ultima nota sulle edizioni limitate: a volte le aziende non le producono solo per stuzzicare i compratori, a volte entrano in possesso di materie prime in quantità limitate e sono in grado di produrre solo un numero limitato di pezzi. Prendono i proverbiali due piccioni con una fava, in quel caso.
Mi riferisco, per esempio, a particolari materiali (celluloide) o colorazioni.

Qualche anno fa c'è stato un piccolo dramma nel mondo dell'arte, per esempio.
I pigmenti per colori a olio, acquerelli, tempere e acrilici sono acquistati da chi produce pigmenti soprattutto per il mondo automobilistico, che è quello che muove più affari. Per anni ha circolato un pigmento, il "quinacridone gold" (giallo quinacridone?). Conosco soprattutto il mondo degli acquerelli e molte aziende lo usavano. Era un pigmento apprezzato da parecchi artisti e veniva usato dalle più rinomate aziende di produzione di acquerelli. Ti nomino Schmincke, Winsor&Newton, Daniel Smith. In particolare quello di Daniel Smith piaceva.
Quel pigmento è caduto fuori moda nel mondo delle fabbriche di veicoli, l'azienda che lo produceva ha annunciato che lo avrebbe deprecato.
C'è stato il solito dramma di chi non ha problemi più grossi nella vita: gli acquerellisti disperati per la scomparsa imminente di questo pigmento. Daniel smith ha annunciato che erano riusciti ad accaparrarsi l'ultimo lotto e che per qualche tempo sarebbero stati ancora in grado di produrre quell'acquerello. Di fatto, da un giorno all'altro, è diventato un'edizione limitata per questioni che non hanno a che vedere con la speculazione
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Messaggio da Michele93 »

Mi scuso per aver causato questo disguido.
Non si ripeterà.

Michele.
piccardi ha scritto: mercoledì 6 agosto 2025, 0:42
Michele93 ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 14:45 Tornando al discorso delle edizioni limitate ho un'altra osservazione.
Che sarebbe stato meglio fare altrove, dato che rispetto all'argomento di partenza (viewtopic.php?p=442594#p442594) detta osservazione ha solo attinenza marginale.

Ho diviso io, ma è una operazione macchinosa, per cui per favore, richiesta rivolta a tutti, siete pregati quando volete deviare da un argomento su un altro di farlo in maniera corretta creando quello nuovo e mettendo un riferimento in quello vecchio, perché cancellare i messaggi fuori tema è banale ed immediato, dividere gli argomenti no.

Simone
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Messaggio da Roland »

Se trascuriamo l'esemplare unico, direi che la Leonardo è esperta nel far edizioni a numero limitato. E per limitato intendo veramente limitato tipo 10.
La Leonardo Gioiellino fu fatta in meno di 10 esemplari.
Difficile fare meglio. :lol:

Poi tutte le produzioni sono a numero limitato (nessuno produce un'infinità di penne). Quindi si tratta di sapere se la scritta "numero limitato esemplare x di y" incisa su una stilografica da un valore intrinseco a una cosa che di per se esiste in un numero finito di esemplari.

La Hemingway mica aveva la scritta numero limitato, era semplicemente una stilografica dalla veste vintage che costava più delle serie standard.
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Messaggio da Esme »

Roland ha scritto: mercoledì 6 agosto 2025, 11:58 Difficile fare meglio. :lol:
Dimentichi Montegrappa... :mrgreen:
Loro oltre alle LE hanno anche le "non plus ultra".
Una a caso, la Gladiator in oro: 5 esemplari.
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Messaggio da sansenri »

si può pensare quello che si vuole, non c'è una regola, una edizione limitata è limitata, ma solo il produttore decide quanto limitata.
Si può obiettare che una edizione limitata a una sola copia sia speculare su una probabile prova produttiva che poi viene messa in vendita, o che una edizione limitata a 3000 copie è talmente poco limitata che se ne venderanno copie per anni.
Limitata non vuol dire nemmeno necessariamente numerata.
E' un affermato espediente di marketing, che giustifica (secondo il produttore) un prezzo maggiorato. A fare i conti economici una parte di verità c'è, limitare l'utilizzo di un determinato materiale vuol dire doverlo pagare di più al fornitore, peraltro è anche vero che se non su penne notissime e di elevatissime tirature, l'utilizzo di lotti piccoli di materiale per certe marche e modelli di stilografiche non permetterà mai enormi economie di scala (come a dire alcune edizioni non limitate sono comunque limitate).
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Messaggio da Michele93 »

Io ci posso trovare un senso se ci fosse qualcosa di diverso dalle serie standard. Non se cambia banalmente il colore della penna.
Poi se uno ricerca proprio quel modello di quel particolare colore dovrà pagarla di più (purtroppo).

Michele.
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Messaggio da Simy »

Michele93 ha scritto: mercoledì 6 agosto 2025, 13:31 Io ci posso trovare un senso se ci fosse qualcosa di diverso dalle serie standard. Non se cambia banalmente il colore della penna.
Poi se uno ricerca proprio quel modello di quel particolare colore dovrà pagarla di più (purtroppo).

Michele.
Considerando che si parla di un mercato di lusso e non di utilità (per l'utilità c'è la Bic da 50 cent), il diverso colore conta.
Io non ho nessuna 3776 standard perché i colori standard non mi piacciono, ho solo edizioni speciali o limitate, come le si vuole chiamare, proprio perché sono diverse dalla linea permanente. Ed è chiaramente una scelta consapevole, da parte mia, spendere di più per poter avere dei colori (o finiture o decorazioni) che mi piacciono perché non sono prodotti sempre.
Se facessi la scelta economica, sarei rimasta con la Pelikan che avevo a scuola 40 anni fa

E' il "gioco" della domanda e offerta: se vengono prodotte certe edizioni è perché si è valutato che siano vendibili. Raramente un'azienda ha un'idea e si butta a farla senza un'indagine di mercato dietro. Poi l'indagine può aver sbagliato, l'azienda si prenderà la perdita e imparerà. Quando l'indagine è ben fatta (associata a una buona campagna marketing), l'azienda se ne avvantaggia ma - alla fine - anche gli utenti hanno il loro tornaconto, nel poter avere accesso a versioni diverse rispetto allo standard. Senza il cliente che compra, l'azienda può - come si dice a Milano - attaccarsi al tram
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Messaggio da sansenri »

dirò di più, uscendo un attimo dal discorso della edizione limitata. Guardate la moda, qualcuno ad un certo punto ha pensato bene di "cambiare colore" ad ogni stagione. Ora va il verde salvia? tutti a comprar magliette, pullover, etc. verde salvia. L'anno prossimo se metti verde salvia sei fuori moda, così devi comprare "il nuovo colore". E' puro marketing, e funziona sulla maggior parte delle persone. E si applica sempre di più anche ad altri oggetti, l'arredo, la macchina, la penna (anche se con criteri leggermente diversi).
E' consumismo? sì, ovviamente. Però non ci dispiace se possiamo permettercelo. E' un sano equilibrio (facendosi il mazzo tutto l'anno a lavorare per portare a casa sudati soldini) tra spendere per soddisfare desideri di vario genere, e tenersi il necessario per vivere (ognuno ha il suo equilibrio).
Serve a poco dire "un nuovo colore non è una nuova penna", la scelta c'é, stai sul tutto nero e una sola penna per modello :)
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Messaggio da Michele93 »

Simy ha scritto: mercoledì 6 agosto 2025, 13:44
Michele93 ha scritto: mercoledì 6 agosto 2025, 13:31 Io ci posso trovare un senso se ci fosse qualcosa di diverso dalle serie standard. Non se cambia banalmente il colore della penna.
Poi se uno ricerca proprio quel modello di quel particolare colore dovrà pagarla di più (purtroppo).

Michele.
Considerando che si parla di un mercato di lusso e non di utilità (per l'utilità c'è la Bic da 50 cent), il diverso colore conta.
Io non ho nessuna 3776 standard perché i colori standard non mi piacciono, ho solo edizioni speciali o limitate, come le si vuole chiamare, proprio perché sono diverse dalla linea permanente. Ed è chiaramente una scelta consapevole, da parte mia, spendere di più per poter avere dei colori (o finiture o decorazioni) che mi piacciono perché non sono prodotti sempre.
Se facessi la scelta economica, sarei rimasta con la Pelikan che avevo a scuola 40 anni fa

E' il "gioco" della domanda e offerta: se vengono prodotte certe edizioni è perché si è valutato che siano vendibili. Raramente un'azienda ha un'idea e si butta a farla senza un'indagine di mercato dietro. Poi l'indagine può aver sbagliato, l'azienda si prenderà la perdita e imparerà. Quando l'indagine è ben fatta (associata a una buona campagna marketing), l'azienda se ne avvantaggia ma - alla fine - anche gli utenti hanno il loro tornaconto, nel poter avere accesso a versioni diverse rispetto allo standard. Senza il cliente che compra, l'azienda può - come si dice a Milano - attaccarsi al tram
Effettivamente mi trovo d'accordo. Il fatto che è che purtroppo sono dalla parte del cliente e non dell'azienda, quindi sono uno di quelli che deve sganciare :D
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Messaggio da Esme »

sansenri ha scritto: mercoledì 6 agosto 2025, 14:23 Però non ci dispiace se possiamo permettercelo.
A me sì che dispiace. :)
Perché quando non trovi quello che ti serve perché "quest'anno non va di moda", ti frullano parecchio.
Sottolineo il "ti serve", e aggiungo che mi riferisco a richieste normali.

Per le penne come sottolineava Simy, è difficile applicare strettamente il "mi serve".
Però ad esempio l'imperante mania delle penne gargantuesche potrebbe rientrare in questo ambito. E una bic può non essere la soluzione! :)
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Messaggio da Roland »

Io sgancio, ma sgancio prevalentemente ai pen show e ai venditori online che hanno prezzi giusti. :D
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Messaggio da Chrisweb »

Per me le edizioni limitate sono un giochino a cui non mi presto volentieri se non quando il prodotto ha veramente qualcosa a livello tecnico o di design davvero particolare.
Seiko negli orologi per esempio, ha il vizio di fare le limited a 2000 pezzi a volte addirittura di più e magari sullo stesso tipo di orologio ad esempio il Seiko 5 Sport, lo declina in infinite capsule collection.
«Vedi, il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica, e chi scava. Tu scavi».
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