fufluns ha scritto: ↑mercoledì 6 agosto 2025, 22:22Ma gli dica anche che molti, fosse moltissimi appassionati attendono con ansia una Omas bella e possibile, nella misura del possibile.
Gnetile Signor Fufluns,
La ringrazio, anche a nome della Famiglia, per le Sue parole sagge ed affettuose, che hanno letto con gratitudine.
Lei ha colto con chiarezza la sfida che accompagna ogni passo di questa rinascita: da un lato, il desiderio di offrire una penna a quanti più appassionati, che vorrebbero tornare a scrivere con una OMAS bella e possibile; dall’altro, la consapevolezza che i tempi sono mutati e il mercato, oggi, detta leggi invalicabili ed estranee al mestiere dell’artigiano.
Ritengo che ogni tentativo di rincorrere l'efficienza produttiva, o di cedere alle logiche industriali, condurrebbe, prima o poi, alla stessa sorte che ha travolto tanti marchi gloriosi, non sempre per colpa o imprevidenza. La Famiglia Simoni ha, giustamente a mio avviso, scelto di restare fuori dai cicli di mercato che hanno tradito tanti marchi di una volta e di non acquistare quei macchinari che oggi consentirebbero di produrre pennini in acciaio per una ventina di euro, e in oro con poco più di cento.
Per competere in quelle fasce basse e medie, le logiche del mercato imporrebbero la manifattura di pennini in serie. Non credo che esistano alternative. E, di lì, una volta scesi nell'arena del mercato, la gara per offrire il prodotto a un prezzo sempre più concorrenziale è inevitabile. Ed ecco che, dal pennino in serie, si scivola progressivamente verso il pennino industriale, fino a concludere in un circolo vizioso che termina con l’acquisto dei pennini da una o due case al mondo che, per economie di scala, risultano imbattibili. Sono logiche di mercato ineludibili.
Credo, giustamente, la Famiglia abbia preferito restaurare e rimettere in funzione i macchinari fondamentali ideati e utilizzati dal Cavalier Simoni sin dall’inizio dell’attività nel 1925, in via Turati, che erano rimasti nella Collezione Simoni: fra essi vi sono quelli destinati alla fusione delle leghe e alla laminazione dei pennini, oggi in fase di rimessa in funzione. Tali macchinari permettono la fusione selettiva di leghe d’oro differenti in base alla destinazione d’uso (scrittura scolastica, professionale, calligrafica), e la successiva laminazione con spessori diversi e calibrati lungo il pennino, in modo da ottenere elasticità progressiva e controllo nella pressione.
Il processo, oggi scomparso in ogni altra manifattura, comporta fino a trentadue passaggi separati, alcuni dei quali a mano, compresa la forgiatura a caldo, la laminatura differenziata, la fresatura delle spalle, la lucidatura a tela, l’incisione, la saldatura dell’iridio sul famoso pentagono OMAS, il taglio a mano e la rifinitura sotto lente. Ogni passaggio richiede perizia, tempo ed una mano esperta. Richiede un costo.
Nessun produttore moderno offre nulla di simile: non solo per mancanza di capacità tecnica, ma soprattutto perché il mercato, oggi, non lo renderebbe possibile in un’ottica commerciale.
V’è poi un’altra ragione, più intima, per la quale OMAS non tornerà ad essere una fabbrica: questa rinascita, che ho seguito dall'inizio, non è impresa commerciale, ma un atto d'amore verso il padre e il nonno. È una scelta che ha il sapore della responsabilità, non della speculazione, perché, come dice spesso Donna Raffaella, il nome OMAS non è più solo della Famiglia Simoni, ma di tutti noi italiani.
Esattamente com'é avvenuto per Ferrari, Pirelli, Borsalino, Riva...
Il marchio registrato e la proprietà intellettuale possono, sì, appartenere a una ragione sociale. Ma vi sono nomi italiani che, nel tempo, hanno cessato di appartenere a un’azienda: oggi sono parte di una Civiltà. Una civiltà che fonda sulla scienza, la tecnica, l'arte; e, sopra tutto, l'amore per il bello, un'identità ed una memoria condivise da tutti gli italiani.
Ecco, a mio avviso, OMAS è uno di questi nomi e, parafrasando Bechi Luserna, il Cavalier Simoni oggi è in quell'angolo di Paradiso che il Signore ha riservato a chi ha reso grande l'Italia. Non per nulla, questa penna, che porta i pennini creati da lui, può a pieno titolo essere definita Made in Heaven
Detto tutto ciò, una penna più accessibile, davvero molto più accessibile, è prevista per Pasqua.
Sarà anch’essa interamente fatta a mano, con pennino numerato e certificato a nome dell'acquirente, che potrà, se lo desidera, ricevere un breve video che documenta la produzione del proprio numero di serie unico. Non sarà economica, ma sarà certamente molto più accessibile e possibile. E per molti, speriamo, sarà anche bellissima.
Ancora una volta, grazie. Le Sue parole ci aiutano a ricordare perché valga la pena affrontare ogni difficoltà. Perché la produzione OMAS non debba tornare mai più in mano a chi non apprezza ciò che di più bello l'Italia sa offrire al mondo.