Un articolo interessante sulla qualità della celluloide in relazione alla sua conservazione

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Esme
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Un articolo interessante sulla qualità della celluloide in relazione alla sua conservazione

Messaggio da Esme »

Non mi pare che questa pubblicazione, del 2017 a firma Anita Quye, sia stata già presentata.

Il problema del degrado del nitrato di cellulosa viene presentato in un'ottica di conservazione storica e, per deformazione professionale,
mi trovo d'accordo con due valutazioni: che non è sempre sensato cercare di salvare oggetti il cui processo di fabbricazione ha destinato inesorabilmente al degrado, e che anche questo degrado è utile.

Spoilero subito che non vengono fornite ricette miracolose di conservazione, ma un'analisi accurata sulle reali motivazioni del degrado, nonché una spiegazione molto ben divulgativa sulla produzione e sulla chimica di questo materiale.

https://journals.openedition.org/cahierscfv/799
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Messaggio da Bons »

Ho scaricato il pdf così me lo leggo con calma.

Grazie 😊
Pippo
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Messaggio da Pippo »

Grazie per la condivisione Esme, molto interessante. Ho scaricato l'articolo così potrò leggerlo più tardi :wave:
Luca
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maylota
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Messaggio da maylota »

Interessante. L'ho scorso velocemente, incuriosito dalla frase "non è sempre sensato cercare di salvare oggetti il cui processo di fabbricazione ha destinato inesorabilmente al degrado, e che anche questo degrado è utile."

Mi sembra purtroppo più pessimistico di quest'altro articolo di 30 anni fa che avevo salvato nei miei bookmarks :( https://cool.culturalheritage.org/jaic/ ... 2-003.html
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Messaggio da Esme »

maylota ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 13:10 Mi sembra purtroppo più pessimistico di quest'altro articolo di 30 anni fa che avevo salvato nei miei bookmarks :( https://cool.culturalheritage.org/jaic/ ... 2-003.html
Pubblicazione estremamente interessante e citata tra le fonti di quella che ho linkato. Me la leggo con calma, per ora gli ho dato una scorsa. Grazie. 🙂

Dal mio punto di vista non è poi così pessimistico.
Viene rilevato come in molti casi il degrado è dovuto alla produzione, e non alla conservazione e uso.
Questo però significa anche che una celluloide prodotta in modo ottimale resisterà al tempo e all'utilizzo in modo migliore di quello che si ipotizzava.
Tutto sommato è quello che sperimentiamo empiricamente con le nostre penne, e forse allenta un po' l'ansia su come conservarle (senza esagerare... 😅).
Il fatto poi che gli oggetti degradati siano comunque utili per capire il materiare e la sua evoluzione è consolatorio, no? 🙂
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Messaggio da novainvicta »

Molto interessante, grazie della condivisione .
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Messaggio da levodi »

Grazie della condivisione, la celluloide tanto delicata quando invecchia quanto affascinante. Le penne più belle che ho e che uso di più sono in celluloide, anche perchè tendo a comperare solo quelle d'epoca, a parte quache eccezione.
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Mir70
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Messaggio da Mir70 »

Esme ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 12:32 ...Spoilero subito che non vengono fornite ricette miracolose di conservazione...
Quindi vale il secondo assunto della dottrina ottorininana "Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?" .

Esme ha scritto: giovedì 25 agosto 2022, 12:32 ... non è sempre sensato cercare di salvare oggetti il cui processo di fabbricazione ha destinato inesorabilmente al degrado...
Questa affermazione si presta alle più soggettive interpretazioni (in accordo o in disaccordo con essa); mia personale interpretazione è vivere l'oggetto per quello che è: un oggetto.
Ero stato titubante nell' acquistare una penna con un inizio di cristallizzazione (nulla di così grave e il processo sembra essersi fermato) ; l'alternativa era non prenderla affatto visto il costo decisamente più alto quando la si trova in buone condizioni.
Bene, la penna in questione è sulla mia scrivania da mesi ed usata quasi quotidianamente dentro e fuori casa, senza l'assillo che si possa rovinare o rompere : è già rovinata e si romperà, tanto vale usarla il più possibile (ed aggiungo con gran soddisfazione).

Tornando all'articolo, mi pare di capire che il problema circa la qualità della celluloide non sia tanto e solo nella stagionatura, ma forse è a monte e più legato ad una non accurato lavaggio del flocculato, volto ad eliminare i residui di reagenti come l'acido nitrico e sopratutto solforico :
His study showed that the two key destabilizing factors were the percentage (%) content of sulfate and of cellulose sulfate.The stable plastics had less than 0.1% total sulfate content whereas the unstable ones had 0.80% to 0.99% free sulfate and 0.24% to 0.63% cellulose sulfate.
Il suo studio ha evidenziato che i due fattori chiave della destabilizzazione erano il contenuto del solfato e del solfato di cellulosa. La plastica stabile aveva meno dello 0,1% del solfato totale, dove quella instabile avena lo 0,8% - 0,9% del solfato libero e lo 0,24% - 0,63% del solfato di cellulosa.
Poi un bel boh ci sta...
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Messaggio da platax »

Mir70 ha scritto: venerdì 26 agosto 2022, 11:30
Questa affermazione si presta alle più soggettive interpretazioni (in accordo o in disaccordo con essa); mia personale interpretazione è vivere l'oggetto per quello che è: un oggetto.
Concordo in pieno.
Ricordo quanto era scritto sul manuale d'uso e manutenzione della mia prima Mountain Bike "seria". Recitava più o meno così: "Nonostante la cura che abbiamo messo in campo per realizzare questa bici, sappiate che comunque si romperà" ;)
Uso sempre con attenzione i miei oggetti, ma non pretendo che siano "eterni". Semplicemente cerco di non esporli ad inutile usura accelerata, poi si vedrà...
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Messaggio da Tribbo »

Grazie Esme! :thumbup:

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Mir70 ha scritto: venerdì 26 agosto 2022, 11:30 Quindi vale il secondo assunto della dottrina ottorininana "Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?" .

Esatto! 🙂
Mir70 ha scritto: venerdì 26 agosto 2022, 11:30 mia personale interpretazione è vivere l'oggetto per quello che è: un oggetto.
Mi trovi d'accordo anche su questo.
Mir70 ha scritto: venerdì 26 agosto 2022, 11:30 Tornando all'articolo, mi pare di capire che il problema circa la qualità della celluloide non sia tanto e solo nella stagionatura, ma forse è a monte e più legato ad una non accurato lavaggio del flocculato, volto ad eliminare i residui di reagenti come l'acido nitrico e sopratutto solforico
Pare anche a me che il focus sia questo, con una particolare riflessione sul fatto che nonostante ad un certo punto le conoscenze chimiche avessero ben evidenziato il problema, la produzione spesso non è cambiata.
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Messaggio da Mir70 »

Esme ha scritto: venerdì 26 agosto 2022, 14:26 ... con una particolare riflessione sul fatto che nonostante ad un certo punto le conoscenze chimiche avessero ben evidenziato il problema, la produzione spesso non è cambiata.
E' la perenne dicotomia tra il massimo risultato ottenuto con il massimo sforzo dei laboratori di ricerca, e l'accettabile risultato ottenuto con il minimo sforzo richiesto della produzione su grande scala.
Mirko
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