WATERMAN’S ― Foglietto di istruzioni, ca.1937

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WATERMAN’S ― Foglietto di istruzioni, ca.1937

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In un foglietto di istruzioni (31,5 x 13,1 cm) della Waterman’s da me recentemente acquisito (all’interno di una scatolina di lusso coeva),
a1.jpg
è presente a pag.3 (quello che ragionevolmente dovrebbe essere) un numero progressivo di catalogazione (<1306>, codice che in altri foglietti si trova preceduto dal generico <FORM> = modello) accanto al canonico <PRINTED IN U.S.A.>, ma nessuna data di pubblicazione.

I modi indiretti per datare (o almeno per stabilire un limite temporale alla stampa di) un foglietto di istruzioni che sia privo di datazione esplicita sono diversi (non tutti ugualmente intuitivi), e tra questi:
• quello di riconoscere i modelli di stilografica e di matita meccanica (così come i flaconi di inchiostro) più recenti tra quelli raffigurati, e di verificare le date certe della loro introduzione sul mercato;
• quello di controllare le date di rilascio dei brevetti citati;
• quello di confrontare gli indirizzi delle sedi Waterman’s negli U.S.A. e all’estero (essendo sempre almeno una mezza dozzina, la sestina indicata è “valida” solo per un ben determinato lasso di tempo).


Scorriamo le pagine nell’ordine suggerito dalla piegatura.


p.1.jpg
Pag.1

I flaconi di inchiostro rappresentati e commentati sono
- il <Well-Top> (1936)
- il [“Tip-Fill” seconda versione] da 2 once (lanciato in contemporanea col precedente nel 1936) chiamato semplicemente <No.172> per la presenza contestuale del
- primo <Tip-Fill> da 4 once, che verrà in seguito ribattezzato <De Luxe Tip-Fill>, introdotto già nel 1935.

* * *

p.2.jpg
Pag.2

Questa pagina non ci aiuta con la datazione perché si rivolge ai possessori di penne a levetta tradizionali: i modelli di lusso del passato o quelli economici della seconda metà degli anni Trenta fino alla rivoluzionaria <Hundred Year Pen> del 1939…
Si ricorda al pubblico come riempire correttamente una “lever filler” comune (sommergendo il pennino & parte della sezione) e, stranamente, non si cita l’alimentatore “Tip-Fill” che permetteva dal 1933 (ma soltanto su alcuni modelli selezionatissimi) di immergere il pennino solo sino al foro di sfiato per un caricamento realmente pulito. L’alimentatore “Tip-Fill”, in realtà, fu molto meno diffuso di quanto si potrebbe credere: ancora compare alla fine del 1935 accompagnando il primo tipo di “Ink-Vue” a levetta singola, ma non fu più pubblicizzato estesamente dopo il passaggio alla levetta sdoppiata nel 1936 (come capiremo dalla sua "assenza" a pag.4).

* * *

p.3.jpg
Pag.3

La matita meccanica raffigurata è senza dubbio quella accoppiata alla stilografica più grande e lussuosa delle trasparenti Waterman’s, la <Ink-Vue De Luxe>, uscita nel corso del 1936 ed abbinata nelle pubblicità dapprima al calamaio “Well-Top” (https://www.fountainpen.it/File:1936-09 ... opWell.jpg) e, dall’anno seguente 1937, al calamaio “Tip-Fill” del secondo tipo (https://www.fountainpen.it/File:1937-10 ... InkVue.jpg).

* * *

p.4.jpg
Pag.4

In questa paginetta si descrive il caricamento con levetta a doppia azione (Double-Action Lever) che Gabriel Larsen aveva progettato per le penne trasparenti della Casa (“Ink-Vue” type, nel Wiki: https://www.fountainpen.it/Ink-Vue#cite_ref-1): prima ne era uscita una versione a levetta singola nel settembre del 1935, che fu però rapidamente sostituita già a partire dalla prima metà del 1936.
Per ottenere un limite inferiore affidabile alla datazione, in questo caso è possibile verificare i brevetti riportati in calce alla pagina: l’ultimo dei “brevetti tecnici” elencati è relativo al sistema di caricamento “Ink-Vue” e fu (richiesto nel 1935 e) rilasciato nel luglio del 1937 (nel Wiki: https://www.fountainpen.it/File:Patent-US-2087672.pdf), mentre tra i “brevetti di design” l’ultimo è del giugno 1937 ed è relativo alla parte trasparente del fusto in celluloide della “Lady Patricia Ink-Vue” (nel Wiki: https://www.fountainpen.it/File:Patent-US-D105022.pdf). Anche quest’ultimo brevetto è a nome del grandissimo Gabriel Larsen.

* * *

p.5.jpg
Pag.5

Interessante notare come il testo accenni ancora alla possibilità di scegliere “per colore” una delle sette punte preferite solitamente dagli utilizzatori, ma abbia dimenticato o i bollini colorati (su un foglietto in bianco e nero!) o almeno il nome dei colori stessi… E così, la variegata tavolozza del <Waterman’s Nib Color Code> (https://www.fountainpen.it/Waterman_Nib_Color_Code) viene presentata in una poco attraente versione “monocromatica”:
- tre tipi di Fine: rigido, flessibile e [semiflessibile];
- due tipi di Medio: semiflessibile e rigido;
- una punta Rotonda;
- uno Stub.

Alcune di queste punte tradizionali venivano vendute addirittura ad un prezzo maggiorato; erano però sempre disponibili i consueti “pennini speciali” (Music, Artists’ etc.) anch’essi, ma assai più comprensibilmente, con sovrapprezzo.
Tuttavia, era già dall’avvento della celluloide “Ray” (nel 1935, viewtopic.php?t=31049) sulla <Number 7> e sulle prime <Ink-Vue> (chiamate anche <#84> dalla Casa) che non era più previsto alcun richiamo “colorato” sul corpo della penna (anellino o dischetto che fosse) sulle penne di gamma superiore che potevano montare i pennini #5 e #7 dedicati ai colori, e in seguito il design non avrebbe lasciato più alcuno spazio (tra medaglioni ed estremità scalettate) a tale scopo. Era perciò solo una questione di tempo per la completa dismissione del sistema, essenzialmente fino al completo esaurimento delle scorte dei pennini marchiati coi nomi degli ormai commercialmente “vecchi” colori…
Per la nostra datazione, ho rinvenuto almeno una pubblicità del 1937 in cui, al posto del nome del colore, sul pennino (ancora però dotato di foro a "buco della serratura"/Keyhole) è presente l’iscrizione <MED.> a fianco del classico <RED> montato sulla penna a sinistra (una “Ink-Vue” standard).
Waterman's Ad 1937 (fonte Ebay).jpg
Waterman's Ad 1937 (fonte Ebay)

* * *

p.6.jpg
Pag.6

Nell’ultima pagina sono presenti le tradizionali raccomandazioni per la normale manutenzione delle penne a levetta.
Su due punti richiamo l’attenzione dei lettori:
- per pulire l’interno dei cappucci (in cui si dava per scontato che si potesse accumulare dell’inchiostro) si consigliava un panno inumidito;
- si sconsigliava (ma solo perché non lo si poteva vietare!) di fare "riparazioni casalinghe" (proprio quelle di cui ci occupiamo più volentieri qui sul Forum :twisted:).

* * *

Tutto ciò considerato, direi che il foglietto di istruzioni che oggi conferisco al nostro (sempre più) formidabile Wiki :thumbup: dovrebbe essere stato stampato nella seconda metà del 1937 (dopo la data dell’ultimo brevetto citato), e non oltre il 1938, poiché dal 1939 vennero introdotte novità così importanti che avrebbero reso inutile il piccolo vademecum.



Grazie per l’attenzione!

:wave:

Giorgio
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Messaggio da piccardi »

Bel ritrovamento Giorgio,

e come sempre complimenti per la dettagliata ricostruzione storica e grazie per l'n-simo contributo.

Simone
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