PARKER PENPARKER + ENVELOPENER + "GO" DESK BASE + BURGUNDY & BLACK JUNIOR + VEST-PARKER DUOFOLD SET IN BOX — USA 1932

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Preludio

1 • Parker PENPARKER
2 • Parker Duofold Junior Burgundy & Black
3 • Parker ENVELOPENER
4 • Parker Vest-Parker Duofold Burgundy & Black Set in Box
5 • Parker «GO» ONYX DESK BASE

Postludio



* * *



Preludio
La presente recensione tratterà di un piccolo ecosistema PARKER che si poteva assemblare agli inizi del 1932, nel pieno della Grande Depressione: le stilografiche e la matita della linea Duofold ne costituivano, ovviamente, la “conditio sine qua non”, ma i deliziosi accessori che erano stati creati dalla Casa per moltiplicare la praticità e la soddisfazione d’uso dei pur pregiatissimi strumenti di scrittura saranno almeno per oggi i veri protagonisti…

1. PARKER Penparker, Envelopener, GO desk base, Duofold Junior, Vest-Parker set in box (1).jpg

* * *


Chi volesse conoscere le straordinarie vicende di questo grandissimo tra i Produttori, tuttora in attività, potrà consultare:
https://www.fountainpen.it/Parker/it

Per inquadrare i modelli di stilografica in presentazione oggi suggerisco come sempre la consultazione del nostro formidabile WIKI creato e curato da Simone Piccardi :thumbup: con i generosi contributi dei Collezionisti.

Per una completa ricapitolazione della storia del glorioso modello Duofold in tutte le sue evoluzioni:
• il volume «Parker Duofold» di David Shepherd e Dan Zazove
• il sito parkersheaffer.com
• ancora il nostro Wiki: https://www.fountainpen.it/Duofold

Per parte mia, in questa sede mi limiterò a richiamare l’attenzione del lettore sugli aspetti meno conosciuti della materia.




1 • Parker PENPARKER

Nel citato sito parkersheaffer.com, l’ottimo Dan Zazove firma un articolo che introduce dal punto di vista storico il «Penparker» (https://parkersheaffer.com/penparker-a- ... desk-base/) ricordando come proprio nel 1932, al culmine degli effetti negativi della Grande Depressione, la Parker avrebbe visto il proprio fatturato ridursi ad un terzo rispetto a quello degli anni precedenti (!), e che avrebbe patito per la prima volta nella sua quarantennale storia il primo esercizio in perdita… La risposta della dirigenza, in attesa del lancio del nuovo prodotto che avrebbe rivoluzionato il mercato (la prima Vacuum-filler/Vacumatic trasparente è proprio dell’autunno di quell’anno), fu quella di prendere tempo, resistere senza abbassare i prezzi, e cercare di smaltire gli stock di Duofold invenduti, proponendo con campagne pubblicitarie di grande impatto le penne e le matite in abbinamento ad accessori utili ma con bassissimi costi di produzione.
Gli “accessori” disponibili erano i seguenti:
• la nuova base metallica «Penparker»,
• il nuovo tagliacarte in celluloide «Envelopener»,
• i codali in celluloide per la conversione delle penne da tasca in penne da scrivania,
• le boccette di inchiostro «Quink» (per piazzare le quali si inventò la delirante taglia “Baby Grand Bottle”),
• le mine di ricambio per la matita,
• le personalizzazioni di penne, matite e perfino del tagliacarte con l’autografo/firma del futuro utilizzatore, riprodotto sulla celluloide da un macchinario brevettato,
• il tutto racchiuso in scatole regalo che li proponevano in diverse combinazioni (“Gift Ensembles”),
ma sempre in omaggio (con il risparmio presunto dichiarato nell’inserzione pubblicitaria) e sempre in abbinamento con una penna e una matita Duofold.

Nell’articolo citato si potranno reperire informazioni interessanti anche sul brevetto del Penparker e sul suo titolare, I.D. Tefft.
2. Patent-US-1,892,181 (dal Wiki).jpg
Patent-US-1,892,181 (dal Wiki)

* * *

Non vi sono, almeno che io sappia, immagini del Penparker provenienti dai Cataloghi.
La prima notizia del nuovissimo accessorio da me rinvenuta sulla stampa quotidiana nordamericana dell’epoca (che posso consultare per abbonamento) è dell’inizio di febbraio 1932.
3. Chicago_Tribune_1932_02_05_p.5.jpg
Chicago_Tribune_1932_02_05_p.5

In marzo a Buffalo il Penparker lo regalavano un po’ tutti i rivenditori… :D
4. The_Buffalo_Times_1932_03_03_p.5.jpg
The_Buffalo_Times_1932_03_03_p.5

Sulle riviste a diffusione nazionale la prima apparizione da me rinvenuta è di due settimane dopo, sul Saturday Evening Post del 20 febbraio 1932, ma è in bianco e nero e corrisponde alla pubblicità della stampa quotidiana che allegherò più sotto; personalmente, ho voluto acquistare dagli USA una pubblicità originale a colori del Penparker in cui comparisse anche la penna con cui lo presento, e volentieri conferisco il mio primo contributo odierno al Wiki:
5. PARKER – 1932.04. The Penparker - The Saturday Evening Post – Vol.204, No. 44, pag.1 (seconda di copertina).jpg
PARKER – 1932.04. The Penparker - The Saturday Evening Post – Vol.204, No. 44, pag.1 (seconda di copertina)
Data visibile sul retro del foglio (copertina)


Il nome
Il nome gioca sul doppio senso presente nel cognome “Parker” che in inglese – allontanandosi dall’etimo originale di “conduttore di parco/riserva” – negli anni ruggenti era giunto per tutti a significare “parcheggiatore”: per cui “Penparker” sarà il “parcheggiatore della penna Parker” (in una pubblicità esplicitamente «a desk base for “parking” the pen»).
6. PENPARKER 1.jpg

Le misure
Diametro: 7 cm
Altezza: 1,96 cm
Peso: 207 g


Osservazioni
Il Penparker è realizzato in materiale non ferroso, con la sola eccezione del sottile “ponticello” (grip = il fermo), estremamente rigido e saldamente infisso, efficacemente resistente alla trazione nonostante l’aspetto delicato e flessibile.
Definito in una Ad «a moderne beauty in chromium and jet finished metal» (feb. 20, 1932), mostra una superficie cromata (una cromatura, senza dubbio, di qualità) con l’eccezione del disco che funge da base, che è invece verniciato di nero a contrasto (direttamente sulla cromatura): sul mio esemplare la vernice nera non si è rivelata altrettanto efficace nel resistere alle ingiurie del tempo.
7. PENPARKER 2.jpg
La superficie inferiore è ricoperta dal feltro verde originale.

Il Penparker è in buona sostanza una lucente “base da tavolo” in stile Déco caratterizzata da tre dischi concentrici, impilati uno sull’altro con diametri decrescenti (di ca. 0,5 cm).
8. PENPARKER 3.jpg
Al centro della superficie del disco superiore è stato ricavato un incavo asimmetrico, che parrebbe penetrare per più dell’altezza dell’ultimo disco: per questo motivo, il manufatto potrebbe anche essere soltanto un “blocco unico”, e non il risultato dell’assemblaggio di tre parti distinte.
L’incavo a cui ho accennato ha una forma esterna ellissoidale, che presenta all’interno una sezione smussata/concava (che permette lo scivolamento della testina della penna verso il basso) e una sezione piatta incidente, perfettamente circolare, che accoglie in posizione di riposo la testina anch’essa piatta (flat-top, anche nella nuova versione streamlined delle Duofold) e costituisce il fine corsa della rotazione della penna.
9. PENPARKER 4.jpg



Continua…
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Per agganciare la penna al Penparker, se destrimani occorrerà posizionare davanti a sé il disco dalla parte del “ponticello” (come nell’immagine precedente);
quindi, con la clip rivolta verso il ponticello stesso, si dovrà agganciare il cappuccio come per l’inserimento in un taschino, e farlo scorrere sino in fondo (arrivando in prossimità dell’anello della washer-clip); la penna in questa posizione orizzontale (0°) è così pronta per essere riposta all’occorrenza in un cassetto;
10. PENPARKER 5.jpg
a questo punto si farà leva sul fondello per raddrizzare la penna in posizione verticale (90°), forzando leggermente per far scivolare la testina in ebanite nell’invito concavo del metallo;
11. PENPARKER 6.jpg
infine, si potrà/dovrà completare in movimento fino alla posizione di riposo della testina contro il dischetto piatto, raggiungendo esattamente i 45° dalla parte opposta, come si vede in tutte le Ads.
E proprio come dice la pubblicità, la semplice operazione di aggancio prende solo «un secondo o due» (io impiego 2,5 secondi perché con le leve di ogni specie procedo sempre con molta cautela).

Svitate quindi disciplinatamente il fondellino di ebanite, e avvitate al suo posto un bel codale di celluloide nera (ma anche ancora di ebanite) con un lucente anellino laminato oro, che pure veniva dato in omaggio insieme al Penparker proprio come accadeva per tutte le desk-base tradizionali.
12. PENPARKER 7.jpg
Per essere un gadget “a costo zero”, in piena Grande Depressione, non è nemmeno così malaccio, una volta che vi venga agganciata/“parcheggiata” una radiosa Duofold di razza… ;)
13. PENPARKER 8.jpg


Che a nessuno venga però in mente di fare come diabolicamente suggeriva la pubblicità della Casa da me conferita («Pen may be used with or without taper»),
14. PARKER – 1932.04. The Penparker - The Saturday Evening Post – Vol.204, No. 44, pag.1 - DETAIL.jpg
ovvero di lasciare il cappuccio parcheggiato nel Penparker e di impugnare solo il fusto, di usare la penna, cioè, senza calzare il cappuccio ovvero senza innestare il codale: erano tempi duri, e alla Parker le sparavano grosse perché volevano vendere a tutti i costi… :twisted:
Ma la versione “corretta” era stata comunque pubblicata con anche maggior rilievo: la campagna nazionale, infatti, era stata pervasiva su tutta la stampa, e aveva anche mostrato esplicitamente (senza limitarsi a suggerirlo in un “disegnino” come nelle Ads precedenti) la penna (top di gamma) inserita nel Penparker con il codale “correttamente” avvitato.
15. The_Washington_Herald_1932_02_21_p.59.jpg
The_Washington_Herald_1932_02_21_p.59

«Ah, le buone maniere stilografiche!» (cit. Guastardo :ugeek: )

16. PENPARKER. Ad & Penparker with Duofold Jr..jpg


* * *

Nell’articolo citato, D.Zazove sostiene che vi fossero 3 misure di Penparker, dettaglio certamente non di poco conto.
Nonostante fossero previsti ben tre calici diversi, dedicati ad accogliere le tre misure storiche delle Duofold, ovvero Senior, Junior e Lady (e che quest’ultimo possa essere usato anche per le Pastel e per le desk-pen solo nere “entry level”), e che anche i corrispondenti tre codali avvitabili (per trasformare le penne da “pocket” a “desk” pens) fossero adatti ciascuno ad una sola taglia, personalmente non ho letto in alcuna pubblicità che esistessero anche 3 misure di Penparker… Anzi, in questa Ad dell’anno seguente alla distribuzione (1933), in cui si cercava di sbolognare le centinaia di esemplari invenduti (o, meglio, nemmeno accettati in regalo), mi sembrerebbe di capire che i Penparker fossero stati sempre proposti in misura/taglia unica.
17. Valley_Morning_Star_1933_05_12_p.5.jpg
Valley_Morning_Star_1933_05_12_p.5

Perciò l’affermazione di Zazove che, si badi bene, lungi dal fotografare i tre presunti Penparker alternativi fianco a fianco si limita a mostrarne uno solo (tra l’altro non di sua proprietà), resta a mio parere ancora tutta da verificare…
Quel che è certo è che il Penparker non può in alcun modo alloggiare le stilografiche Duofold precedenti alla ristilizzazione (lievemente) affusolata (“streamlined”) del modello (in altre parole, nessuna delle penne completamente cilindriche prodotte prima dell’autunno 1929).

In ogni caso, se l’affermazione di Zazove corrispondesse alla realtà, l’unico modo per sapere se si sta acquistando il Penparker corretto per una Senior oppure per una Junior o per una Lady (che nella versione con clip è chiamata “Juniorette”) dovrebbe essere quello di misurare il cerchio perfetto presente nell’incavo: il diametro di esso dovrebbe risultare (solo) un poco più abbondante del diametro della testina (che nel caso della Junior in presentazione è di 1,1 cm).
Io sono stato fortunato nell’aver pescato nella baia la misura sicuramente perfetta per la mia Junior “Burgundy & Black”, mentre la mia Duofold Lady/Juniorette rossa per il mercato danese, marchiata con l’ancora e il monogramma dell’importatore Christian Olsen deve venire “parcheggiata” in modo parzialmente diverso:
18. Penparker with PARKER DUOFOLD JUNIORETTE OLSEN (Danish market).jpg
mentre la Junior compie tutto il percorso descritto, infatti, la Lady/Juniorette si arresta poco prima che la rotazione sia completata (a quanto posso vedere per la diversa aderenza della clip al cappuccio nella parte alta, che è più stretta nella Lady che nella Junior), e la conseguenza è che l’angolazione massima a cui può riposare “solidamente” la penna risulta visibilmente diversa, essendo pari a 70° esatti di inclinazione. Ma questa angolazione potrebbe anche essere voluta dal Produttore, poiché la penna più piccola e il codale più corto risalteranno senz’altro meglio quando la penna abbia un’inclinazione più prossima alla verticale…


Ma quanti ne “regalarono” di Penparker?
La clientela che, nonostante la crisi, poteva permettersi una stilografica di gamma alta, segnatamente una Duofold (che, giova ricordarlo, non aveva mai abbassato i prezzi dopo il “Wall Street Crash” dell’ottobre 1929!) non si sarebbe certamente accontentata di una soluzione dichiaratamente “cheap” in sostituzioone di una vera base da scrivania in materiali pregiati, mentre chi non poteva più (o non ancora di nuovo) permettersela, beh, semplicemente non aveva ricevuto il “regalo”.
Perciò non sembra che la Parker ne abbia regalati poi molti…
Inoltre, l’ambiguità del progetto risultò più che evidente quando già alla fine del 1932 per i regali di Natale costrinse in qualche modo la Parker a presentare il Penparker come l’accessorio a cui attaccare la penna… «quando non era in uso».
Poiché in alcune pubblicità si parlava di una produzione di un milione (1.000.000 !!!) di pezzi, a fronte di un fortissimo invenduto/non omaggiato, l’anno seguente (1933) alla Parker decisero di riconvertire la base a dischi cromati in uno stiloforo tradizionale, ma questa volta per il nuovo modello super economico “Parkette” che, guarda caso, essendo a levetta (!) non avrebbe neppure mai potuto montare un codale Parker tradizionale…
19. Parkette desk base (Fonte vacumania.com).jpg
19. Parkette desk base (Fonte vacumania.com).jpg (84.38 KiB) Visto 22101 volte
Parkette desk base, 1933 (Fonte vacumania.com)

La mia proverbiale spocchia :mrgreen: mi farebbe probabilmente affermare che con questo accrocchio (in stile “una scarpa & una ciabatta”) sia stato raggiunto il punto più basso nella storia delle penne da scrivania…

In ogni caso, i Penparker “originali” superstiti messi sul mercato oggidì sono davvero pochissimi: e ciò anche perché senza una penna attaccata (la “giusta” penna attaccata!), non avendo neppure uno straccio di “marchio di fabbrica” inciso o appiccicato, è francamente difficile persino capire a cosa servissero!, per cui gli eredi li avranno serenamente gettati tutti nell’indifferenziata già dopo la Guerra…
Ma per gli appassionati resta un oggetto poco comune oggi, e molto collezionabile. :thumbup:




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2 • Parker Duofold Junior Burgundy & Black

Osserviamo adesso un poco più nel dettaglio la splendida Parker Duofold Junior streamlined nella sfolgorante livrea “Burgundy and Black” fin qui solo intravista nelle foto dedicate al Penparker.
Per quanto riguarda il modello Junior streamlined (molto diffuso e ben documentato), si faccia pure riferimento all’introduzione alla linea Duofold di Richard Binder: http://www.richardspens.com/ref/profiles/duofold.htm

Il colore “Burgundy” alla fine del 1931 veniva presentato come «as radiant as wine colored crystal»: questa celluloide, che ricorda il vino di Borgogna in un bicchiere di cristallo, è dal vivo realmente mozzafiato,
20. PARKER DUOFOLD Burgundy & Black celluloid details.jpg
e può vantare uno dei migliori livelli di conservazione in assoluto nel campo delle stilografiche d’epoca.

La nuova, bellissima colorazione era stata introdotta in un mercato devastato dalla Grande Crisi senza equipararla alle due (poi tre) celluloidi “perlate” di fascia alta/Deluxe che sempre proponevano la Senior a $10, ma accostandola ai colori classici/storici delle cosiddette “regular Parker Duofold” (rosso Laquer, nero e oro, blu Lapis Lazuli, verde Jade, giallo Mandarin) che tradizionalmente vendevano la Senior a $7 (ma sempre con garanzia a vita, come per tutte le altre Duofold, anche le più piccole).

Secondo le mie ricerche, i primi test di mercato si svolsero già nel febbraio del 1931.
21. Los_Angeles_Evening_Citizen_News_1931_02_23_p.7.jpg
Los_Angeles_Evening_Citizen_News_1931_02_23_p.7

Ma, come si può osservare, la denominazione della nuova livrea al momento del lancio nazionale alla fine di marzo 1931 fu temporaneamente modificata in «Black and Burgundy Red» (almeno nelle titolazioni, perché nel testo dell’inserzione rimane «Burgundy and Black»), forse per essere più chiari con quelli tra i potenziali acquirenti che non pasteggiavano a vino “rosso” di Borgogna… :mrgreen:
22. Chicago_Tribune_1931_03_22_p.40.jpg
Chicago_Tribune_1931_03_22_p.40

E così ancora in aprile
23. The_Baltimore_Sun_1931_04_07_p.6.jpg
The_Baltimore_Sun_1931_04_07_p.6

Mentre già al momento del lancio, in maggio, i Canadesi-mezzi-francesi lo sapevano benissimo cos’era il Borgogna… :lol:
24. The_Toronto_Star_1931_05_18_p.39.jpg
The_Toronto_Star_1931_05_18_p.39

Interessante la nota a piè di pagina che rivendica una produzione MADE IN CANADA rivolta a mezzo mondo (Italia compresa)!
In realtà, per tutto il resto dell’anno dopo il lancio si trovano molte più pubblicità in Canada che negli USA…

Per il mercato studentesco, alla ripresa delle lezioni in settembre negli USA nelle titolazioni la denominazione della colorazione passò anche attraverso «Burgundy Red and Black»; dopo tale data la colorazione non ricevette più i titoli delle inserzioni: tutto ciò e assolutamente comprensibile, poiché il giornale quotidiano era stampato sempre in bianco e nero, e un’indicazione di massima del colore principale sarebbe stata sempre la benvenuta su quel medium, specie quando ci fossero stati di mezzo "evocativi nomi commerciali” tutti da decifrare… :D

Sulle grandi riviste generaliste, che ovviamente stampavano anche a colori, questo problema non si poneva di certo: infatti, la colorazione «Burgundy and Black» fu dapprima sapientemente insinuata già nel gennaio del 1931 (senza dedicarle una sola parola nell’inserzione, giusto per creare “l’aspettativa”!!),
25. 1931-01-03-Parker-Pen-ad-in-Saturday-Evening-Post-cover (Fonte parkersheaffer.com).jpg
1931-01-03-Parker-Pen-ad-in-Saturday-Evening-Post (Fonte parkersheaffer.com)

per poi essere grandiosamente lanciata all’inizio di aprile…
26. 1931-04-04-Parker-Pen-ad-in-Saturday-Evening-Post-cover (Fonte parkersheaffer.com).jpg
1931-04-04-Parker-Pen-ad-in-Saturday-Evening-Post (Fonte parkersheaffer.com)

* * *

La penna
27. PARKER DUOFOLD JUNIOR B&B. 4 views.jpg
Parker Duofold Junior “streamlined” in celluloide Burgundy & Black tornita dal pieno, con estremità in ebanite nera, parti metalliche a vista laminate oro; con cappuccio a vite, caricamento a pulsante di fondo, pennino Parker in oro 14 carati. Produzione U.S.A., anno 1931/1932.



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Le misure
Penna chiusa: 12,0 cm
28. PARKER DUOFOLD JUNIOR B&B. Capped.jpg
Cappuccio: 5,7 cm
29. PARKER DUOFOLD JUNIOR B&B. Opened.jpg
Fusto: 11,3 cm (con pennino sporgente di 2,0 cm)
Con cappuccio calzato: 14,9 cm (con pennino sporgente di 2,0 cm)
30. PARKER DUOFOLD JUNIOR B&B. Posted.jpg
Fusto con codale avvitato: 18,9 cm (con pennino sporgente di 2,0 cm)

Diametro max cappuccio: 13,8 mm
Diametro max fusto (all’iscrizione): 12,0 mm
Diametro medio impugnatura: 11,5 mm
31. PARKER DUOFOLD JUNIOR B&B. Open and posted.jpg
Peso (scarica): 17 g
Cappuccio: 6 g
Fusto: 11 gr



Osservazioni
L’iscrizione principale, che era stata aggiornata nel corso del 1930, riporta:
32. PARKER DUOFOLD JUNIOR B&B. Inscription.jpg
Il pennino è in oro 14 carati e presenta il caratteristico foro circolare; la punta è un F abbondante, molto rigido e preciso, per cui non ritengo necessaria una prova di scrittura (in altre parole, come direbbe la Polizia nei film: “non c’è niente da vedere, circolare!” :lol: ).
33. PARKER DUOFOLD JUNIOR B&B. Nib.jpg
L’iscrizione
PARKER
DUOFOLD
MADE IN
U.S.A.
è sormontata da un numero a 6 cifre [616273]. Questa tipologia di numerazione/codice (con i numeri al di sopra o anche in mezzo all’iscrizione) fu utilizzata da Parker soltanto tra il 1931 e il 1932 (ma solo nel 1932 sulle Deluxe con celluloidi perlate).
Ebbene, questo numero (che, come vedremo nel prosieguo della recensione, sarà presente anche sui pennini delle altre due penne oggi in presentazione: la Vest-Parker e la Lady/Juniorette per il mercato danese) potrebbe anche essere un numero...di pura fantasia! :o





3 • Parker ENVELOPENER

Il tagliacarte «Envelopener», presentato come «a Duofold pencil with a letter opener end» (= “una matita Duofold con un’estremità apri-lettere”) o anche «a Duofold pencil with a handy paper cutter on the end» (= “una matita Duofold con un pratico tagliacarte all’altra estremità”) fu lanciato insieme alla base da tavolo Penparker, e non sembrerebbe aver avuto una pubblicità dedicata in modo esclusivo, a parte quella presente nel Catalogo generale e questo brevissimo redazionale, pur senza immagini.
34. The_Sioux_City_Journal_1932_03_18_11.jpg
The_Sioux_City_Journal_1932_03_18_p.11

Tuttavia, come detto, l’«Envelopener» compare fin dall’inizio della campagna degli accessori che abbiamo elencato e descritto precedentemente: qui sotto lo possiamo vedere in uno dei possibili “Gift Ensembles” proposti dalla Casa sin dal febbraio 1932.
35. The_Washington_Herald_1932_02_21_p.59.jpg
The_Washington_Herald_1932_02_21_p.59

A differenza del Penparker il tagliacarte compare nel Catalogo del 1932: nel dettaglio qui allegato
36. PARKER Catalog 20.01.1932 (fonte PCA) - detail.jpg
PARKER Catalog 20.01.1932 (fonte PCA) - detail

si sottolinea che si potevano avere tanti Envelopener diversi quanti erano i colori delle Vest-Parker Pencil in vendita, cioè nel 1932 ben 9: rosso (lacca cinese), verde (giada), blu (lapislazzuli), giallo (mandarino), nero (e oro), rosso borgogna e nero (burgundy and black); poi i tre colori perlati "Nero e Perla", "Verde e Perla", "Verde perla e Nero" (l’ultimissimo della linea Duofold tradizionale), che costavano $0.50 di più.




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Il nome
Il nome commerciale del tagliacarte in celluloide introdotto nel 1932 come ENVELOPENER è un neologismo sincratico, ovvero un nuovo vocabolo frutto della fusione delle due parole «Envelope + Opener» (= che apre + una busta).

Le misure
Lunghezza dichiarata dal Produttore: 4 ½ inches = 11,4 cm
Lunghezza esemplare in presentazione: 10,5 cm
37. VEST-PARKER PENCILS. 3 colours & Envelopener.jpg
Lunghezza totale con matita dichiarata dal Produttore: 6 ¾ in. = 17,1 cm
Lunghezza totale con matite diverse:
• matita verde: 16,6 cm
• matita rossa: 16,5 cm
• matita burgundy and black: 16,4 cm

Osservazioni
La forma dell’apri-lettere Parker è conica, sostanzialmente identica a quella dei normali codali (taper). Da un lato questa forma è mantenuta, mentre da quello opposto dopo meno di 2 cm è stata ricavata una sezione secante che crea un piano inclinato che termina con una punta piatta dolcemente smussata (oggi, probabilmente, ancora più che in origine). L’apri-lettere che sottopongo alla vostra attenzione compie egregiamente il suo lavoro per me ormai da diversi anni, e mi mette sempre di buon umore usarlo, anche quando devo "accoltellare" le buste delle bollette… :lol:
Come si può apprezzare dalla foto, basta svitare il cappuccio (cap-top) della matita (come si farebbe normalmente per scoprire la gomma per cancellare e per accedere alla riserva di mine sotto di essa)
38. PARKER ENVELOPENER. Opened.jpg

per sostituirlo con il codale a forma di tagliacarte…
39. PARKER ENVELOPENER. Ready.jpg

L’assoluta intercambiabilità di penne, matite e accessori permetteva di cambiare configurazione……a seconda dell’umore! 8-)
40. Penparker and Envelopener with red Duofold pen and pencil.jpg

Ma vediamo adesso da dove provenivano quelle matite così affascinanti che sole potevano montare un Envelopener…




4 • Vest-Parker Duofold Burgundy & Black Set in Box

41. VEST-PARKER B&B SET Pen and Pencil.jpg

Osserviamo adesso in dettaglio la splendida parure Vest-Parker Duofold nella sfolgorante livrea “Burgundy and Black” di cui abbiamo mostrato la matita nelle foto dedicate all’Envelopener.
Per quanto riguarda il modello (molto amato dai Collezionisti e ben documentato), oltre alle precedenti indicazioni si faccia pure riferimento al nostro formidabile Wiki (che mostra anche la splendida collezione di Roberto Vetrugno, citata dai migliori siti internazionali): https://www.fountainpen.it/Vest_pocket

Nel corso del 1930, dopo il collasso della Borsa di Wall Street del 1929 e il conseguente crollo del giro d’affari, la Parker introdusse solo un paio di novità nella sua linea di punta Duofold:
• il colore “Moderne Green and Pearl” (che ebbe scarso successo, essendo stato affiancato alle ben note penne “Black & Pearl” nella più costosa linea “Deluxe” con 3 anellini sul cappuccio - cui si aggiungerà in seguito anche il terzo e ultimo colore perlato, il “Green, Black & Pearl” - in cui le ammiraglie Senior costavano $10, invece dei $7 richiesti per gli altri 5 colori storici)
• e un set stilografica&matita di ridottissime dimensioni, in taglia cosiddetta “da tasca” (vest pocket).
Queste penne furono denominate Vest-Parker Duofold Pens come apprendiamo dalla pagina di Catalogo ad esse dedicata.
42. PARKER Catalog 1930 (Fonte parkersheaffer.com).jpg
Parker Catalog 1930 (Fonte parkersheaffer.com)

La stilografica rientra nella tradizione delle “vest pocket pens” e altre assimilabili mini-penne dai nomi disparati (baby, midget, handbag o purse-pens) che (quasi) da sempre Parker aveva offerto alla sua clientela: è (almeno) del 1903, infatti, la mitica “Bull Dog Special” (una eyedropper con alimentatore “Lucky Curve”), la primissima “vest pocket” della Casa che, pur essendo lunga 1 cm in più dell’ultima arrivata (raggiungendo i 4 inches), soddisfaceva le medesime caratteristiche di portabilità della Vest di quasi trent’anni dopo che oggi abbiamo in presentazione.
La fortuna delle penne di questo segmento, oggigiorno particolarmente negletto dai Produttori, è dovuta sia alla indubbia praticità di trasporto (ingombranti «quanto una chiave»! era il motto pubblicitario) che per la possibilità di renderle oggetti graziosi quanto preziosi (da quelle in bakelite trasparente a quelle con rivestimenti in metalli nobili fino a quelle realizzate in celluloidi ricercate):
http://fountainpenboard.com/forum/index ... t-parkers/
Erano tutte penne di 3 ½ pollici (poco meno di 9 cm) o ancora più corte...
Anche questa volta il design della stilografica Parker riuscì accattivante, ma il vero colpo di genio commerciale fu l’abbinamento con una matita altrettanto ben riuscita, ricca di personalità, rivolta ad una clientela sicuramente agiata cui si suggeriva di impiegarla come bridge-pencil, ovvero “segnapunti” da tavolo, o anche golf-pencil, quindi adatta agli sport sul campo. Ed è proprio con questa connotazione pratica e sportiva che già alla fine del 1930 (a tempo di record!) la coppia di strumenti venne promossa sul mercato italiano (qui sotto un mio contributo al Wiki di qualche anno fa),
43. 1930-11-Parker-Duofold-Tasca.jpg
1930-11-Parker-Duofold-Tasca (dal Wiki)

e, soprattutto, francese. A questo proposito, ecco il mio secondo conferimento originale odierno, in cui le Vest-Parker sono ribattezzate direttamente «SPORTS» (proprio come le Kaweco ;) ).
44. PARKER – 1930.12. Parker Duofold different flat top and streamlined models in set – L’ILLUSTRATION – Vol.204, No. 44.jpg
PARKER – 1930.12. (probably) Parker Duofold different flat top and streamlined models in set – L’ILLUSTRATION
@Simone: data non visibile direttamente, fornitore non affidabile, datazione presunta ma probabile. :thumbup:

Si noti che le importazioni in Europa erano pubblicizzate come provenienti dal Canada (MADE IN CANADA).

Ma vediamo quando, e soprattutto come, la coppia di Vest-Parker venne effettivamente lanciata sul mercato americano.


Dopo aver allegato più sopra il Catalogo generale a colori del 1930, passiamo alle riviste generaliste, pure a colori, che molto spesso erano privilegiate per i lanci in anteprima.
Questo è il primo annuncio del nuovo modello che ho trovato e, come si può vedere, il set presentato corrisponde quasi completamente a quello visto nel Catalogo: la penna ha un solo anellino sopra il labbro del cappuccio e l’anellino della testina (ring top) è di forma tondeggiante, così come quello della matita (mentre nel Catalogo quello della matita è squadrato…).
45. 1930-04-05-Parker-Pen-ad-in-Saturday-Evening-Post(Fonte parkersheaffer.com).jpg
1930-04-05-Parker-Pen-ad-in-Saturday-Evening-Post (Fonte parkersheaffer.com)

Sulla stampa quotidiana statunitense (per la cui consultazione sono abbonato) il lancio del modello avvenne addirittura prima, in una campagna nazionale iniziata già alla fine di marzo 1930, ma senza ancora mostrare il modello.
46. Evening_star_1930_03_31_p.42.jpg
Evening_star_1930_03_31_p.42




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Ma già solo pochi giorni dopo, ai primi di aprile 1930 (in concomitanza con il lancio sulle riviste generaliste a diffusione nazionale) si può trovare un’inserzione di presentazione dedicata esclusivamente alla nuova coppia di star, la primissima di una campagna nazionale sulla stampa quotidiana ben orchestrata quanto massiccia (nonostante le prime severe ricadute sull’economia reale causate dal Crollo di Wall Street di cinque mesi prima).
47. The_Duluth_News_Tribune_1930_04_06_p.8.jpg
The_Duluth_News_Tribune_1930_04_06_p.8

E qui ci troviamo di fronte ad una grossa contraddizione, che non corrisponde affatto alla vulgata sulle differenze riscontrabili nello stesso modello: dalle mie ricerche sembra proprio che sulla stampa quotidiana non sia mai comparsa la versione ad anellino singolo sopra il labbro del cappuccio che era stata mostrata nel Catalogo generale e nel Saturday Evening Post di quella stessa prima settimana di aprile!
Anzi, a quanto ho potuto appurare sembra non esserci alcuna immagine di Vest-Parker con un solo anellino sopra il labbro del cappuccio nella pubblicità al di fuori dei Cataloghi e di questa prima inserzione sul Saturday Evening Post…
Inoltre, e anche in questo caso fin da subito, come si è potuto vedere dai miei allegati, nelle pubblicità della stampa quotidiana si vedono gli anelli che sormontano le testine sia della penna che della matita (ring top) entrambi di forma squadrata e NON tondeggianti (né tanto meno uno tondeggiante e l’altro squadrato).
Io di Vest-Parker reali con un solo anellino sul labbro non ne ho mai viste in foto, ma diciamo pure che non faccio testo.
E allora sorge spontanea una domanda: è forse possibile che quella soluzione estetica “povera” non sia mai entrata in produzione e che la versione definitiva con 3 anellini sul labbro l’abbia sostituita da subito, “al volo”, solo sulla stampa quotidiana (più flessibile nei cambiamenti repentini rispetto agli altri media)?
Certo è che già ad un mese di distanza, nel maggio 1930, il set di Vest-Parker come lo conosciamo faceva finalmente bella mostra di sé anche sul Saturday Evening Post… :thumbup:
48. 1930-05-03-Parker-Pen-ad-in-Saturday-Evening-Post (Fonte parkersheaffer.com).jpg
1930-05-03-Parker-Pen-ad-in-Saturday-Evening-Post (Fonte parkersheaffer.com)

Anzi, oserei dire di più: dalle osservazioni da me effettuate sulle pubblicità e sulle immagini conferite dai Collezionisti di mezzo mondo, azzarderei l'ipotesi che i 3 anellini (che già adornavano i modelli Deluxe) fossero da subito configurati nella nuova quanto riuscitissima disposizione “sottile/largo/sottile”, che poi verrà adottata su tutta la gamma, alla fine della parabola storica della Duofold negli anni seguenti.

In ogni caso, se qualcuno dei miei quattro lettori avesse da mostrare una Vest-Parker “come da Catalogo” sarebbe cordialmente invitato a farlo!

Questa ricerca mi stava particolarmente a cuore perché mi ha permesso di appurare che l’anellino/ring top nella mia matita, essendo di forma arrotondata,
49. PARKER VEST-PARKER SET BURGUNDY & BLACK. Pen and Pencil ring tops.jpg
deve allora essere stato certamente sostituito in passato, dopo aver perduto quello squadrato originale. L’anellino della matita, tondeggiante, è quello di una Lady Duofold o, in subordine, quello di una Parker Pastel Moire streamlined (che erano della stessa taglia). Ne troverò uno corretto e lo sostituirò, o forse anche no.


* * *

Il set
50. PARKER VEST-PARKER SET BURGUNDY & BLACK SET IN BOX 1.jpg
PARKER VEST-PARKER COMBINATION SET STILOGRAFICA e MATITA in celluloide BURGUNDY AND BLACK tornita dal pieno, con estremità in ebanite nera, parti metalliche a vista laminate oro; la stilografica con cappuccio a vite, pennino Parker in oro 14 carati, caricamento a pulsante di fondo; la matita meccanica con funzione “propel/repel” impiega mine da 1.1 mm. In scatola originale.
Produzione U.S.A., anno 1931-1932.



Le misure *
* Sia nella penna che nella matita le misure tengono conto anche del piolo fisso (vagamente a forma di campana) laminato oro che sporge di ca. 3 mm al di sopra della testina (clip-lock) in ebanite.
Stilografica
Penna chiusa: 9,0 cm
51. VEST-PARKER PEN B&B. Capped.jpg
Cappuccio: 4,4 cm
52. VEST-PARKER PEN B&B. Opened.jpg
Fusto: 8,3 cm (con pennino sporgente di 1,7 cm)
Con cappuccio calzato: 11,5 cm (al piolo fisso, con pennino sporgente di 1,7 cm)
53. VEST-PARKER PEN B&B. Posted.jpg
Fusto con codale avvitato: 16,3 cm (con pennino sporgente di 1,7 cm)

Diametro cappuccio: 12,1 mm
54. VEST-PARKER PEN B&B. Cap.jpg
Diametro max fusto: 11,4 mm
Diametro medio impugnatura: 10,1 mm

Peso (scarica): 10 g
Cappuccio: 3 g
Fusto: 7 gr

Matita meccanica
Lunghezza: 8,7 cm (al piolo fisso)
55. VEST-PARKER PENCIL B&B. Capped.jpg
Diametro medio impugnatura: 9,5 mm
Diametro max (all’iscrizione): 11,7 mm
56. VEST-PARKER PENCIL B&B. Opened.jpg
Peso: 13 g




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Box
57. VEST-PARKER B&B SET BOX. closed.jpg
L: 11,0 cm / l: 5,5 cm / H: 2,4 cm
58. VEST-PARKER B&B SET BOX. Front and rear.jpg
Peso (vuota): 58 g
59. PARKER VEST-PARKER SET BURGUNDY & BLACK SET IN BOX. Opened.jpg



Osservazioni
La scatolina riporta il nome del Produttore sia all’esterno (dove ancora si notano le tracce della vernice dorata che riempiva le scanalature delle lettere) che all’interno del coperchio, dove risulta ricamato (?) sul raso bianco.
60. VEST-PARKER B&B SET BOX. Inscriptions 1.jpg
Inoltre, è presente sul bordo anteriore l’origine della manifattura, incisa e riempita di vernice color oro:
MADE IN ENGLAND
61. VEST-PARKER B&B SET BOX. Country inscription.jpg
Manca l’indicazione Duofold, presente nelle pubblicità americane, ma gli alloggiamenti calibrati al millimetro per penna e matita sono inequivocabili (oltre che inadatti ad ospitare qualsiasi altra coppia di strumenti).
La qualità percepita della costruzione è decisamente molto elevata: il rivestimento dell’esterno è in carta goffrata, marezzata di rosa e verde, con dettagli dorati sulle cornici, a ricoprire una robusta struttura in legno con dettagli in metallo (cerniere, meccanismo del pulsante di apertura): un vero piccolo scrigno!

* * *

Riesce difficile crederlo oggi, ma le tre misure di stilografiche Duofold non Senior (cioè, a scalare di dimensioni, la Junior, la Lady/Juniorette e la Vest) costavano tutte $5, una per l’altra! Qui sotto una foto con la Junior e la Vest, per valutare, così d’emblée, quanta celluloide in più ci volesse…
62. PARKER DUOFOLD JR. B&B vs VEST-PARKER DUOFOLD PEN B&B.jpg
Per i pennini d’oro, che, ovviamente, incidevano ancor di più sui costi di produzione, sono praticamente certo (nonostante non sia così evidente nella foto) che i pennini della Lady e della Vest fossero identici, mentre quello della Junior era di gran lunga più grande…
Ecco una foto di famiglia:
63. PARKER DUOFOLD NIBS. VEST – LADY-JUNIORETTE – JUNIOR.jpg
VEST – LADY/JUNIORETTE – JUNIOR

Le differenze di prezzo tra i modelli Junior/Lady/Vest erano, saggiamente, concentrate dalla Parker solo tra le matite, che avevano prezzi a scalare: Junior pencil $3.75 / Lady pencil $3.25 / Vest-Parker pencil $2.50.

Come verificheremo nel capitolo seguente, anche le mini-penne erano convertibili in penne da tavolo, con l’aggiunta di un codale avvitabile (caratteristica platealmente sottolineata dalla pubblicità seguente, che evidenzia l’opportunità di “risparmiare”, di fare un affare, in tempi decisamente grami),
64. Chicago_Tribune_1930_04_08_11.jpg
Chicago_Tribune_1930_04_08_p.11

mentre, come abbiamo visto nel capitolo precedente, la matita abbinata/dedicata era trasformabile in un utilissimo tagliacarte grazie alla sua testina svitabile.

L’iscrizione su due righe che era stata aggiornata nel corso del 1930 (non corrisponde, infatti, a quella presente nel Catalogo o nelle primissime pubblicità)
65. VEST-PARKER FOUNTAIN PEN B&B. Inscription.jpg
è la stessa che compare (non dirò più “orgogliosamente”, bensì “perentoriamente”, così da spiazzare i copioni :mrgreen: ) anche sulla matita.
66. VEST-PARKER PENCIL B&B. Inscription.jpg


* * *



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Penna e matita hanno un design estremamente compatto e tuttavia elegante, da Duofold di razza,
67. VEST-PARKER PEN B&B. Pen and pencil 1.jpg
caratterizzato da una serie di accentuate bombature (le cosiddette forme “a barilotto”), in una reinterpretazione assolutamente geniale (decisamente molto più delle sorelle maggiori) del giovanissimo stile streamlined (affusolato), lanciato solo pochi mesi prima dalla Sheaffer (https://www.fountainpen.it/Streamlined).

Il ritmo dei punti-luce delle dorature individua con precisione la direzione delle linee di forza dei due manufatti, contribuendo ad instillare subito in chi osserva il desiderio di afferrare gli oggetti per rigirarseli tra le dita…
68. VEST-PARKER SET B&B. Pencil + Fountain pen capped, opened, posted.jpg

E ciò perché, più o meno consapevolmente, tali linee
69. VEST-PARKER PEN B&B. Lines.jpg
rimandano a figure tipiche di ritualità ancestrali, a forme ubertose e feconde come quelle immaginate e create dai nostri progenitori millenni fa, nelle isole Cicladi del Neolitico (ca. 4000 a.C.),
70. VEST-PARKER PEN B&B. Neolithic Cycladic female figures, ca. 4000 BC (The MET, Phoenix Ancient Art).jpg
e fanno di questi strumenti di scrittura degli autentici piccoli “totem” da taschino (o da borsetta...), veri e propri capolavori di design, che non mancarono di influenzare grandemente la produzione mondiale successiva. :ugeek:
71. PARKER VEST-PARKER SET BURGUNDY & BLACK SET IN BOX 3.jpg


* * *


Della matita ci possiamo fidare sulla parola, ma la stilografica scrive anche?!? :mrgreen:
Ma certo… Non stiamo parlando delle "pennette di prastica col pennino de fero (ma sgrindato!)" che piacciono tanto oggidì: queste costavano $5 durante la Grande Depressione: se non avessero funzionato, gli avrebbero fatto la pelle alla Parker… :lol:

Il caricamento è il rodatissimo (non “rodiatissimo” bensì “doratissimo”) bottone, o pulsante di fondo di Parker,
72. VEST-PARKER PEN B&B. Button filler.jpg
mentre l’alimentatore è il vecchio e affidabile, ma ormai superato (e pochi mesi dopo definitivamente pensionato) “Lucky Curve” (https://www.fountainpen.it/Lucky_Curve).
73. VEST-PARKER PEN B&B. Nib and feeder.jpg
Il pennino ha un aspetto decisamente “massiccio”, come certo doveva essere per una vera Duofold, top di gamma anche nelle versioni più piccole, con piena garanzia a vita della Casa.
74. VEST-PARKER PEN B&B. Nib point.jpg
E sì, scrive che è un piacere, soprattutto per i brevi appunti/messaggi per cui era stata concepita…
75. VEST-PARKER PEN B&B. Writing sample 1.jpg
Personalmente, avendo mani più grandi della media, mi trovo ancora più a mio agio ad utilizzare la Vest-Parker Pen con il codale avvitato, in modalità desk-pen. È quest’ultima, infatti, la conformazione ideale per il pennino (non certo il classico chiodo a prova di bomba e a prova di stupido/=manifold che tipicamente equipaggia la maggior parte delle Duofold grandi dell'epoca, più statunitensi che canadesi) che è così in grado di sfruttare tutte le sue notevoli potenzialità.
76. VEST-PARKER PEN B&B. Writing sample 2.jpg




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5 • Parker «GO» ONYX DESK BASE

Passiamo infine ad esaminare un accessorio certamente più “tradizionale”: lo stiloforo.
In realtà “tradizionale” lo è solo per noi oggi, a un secolo di distanza, poiché lo stiloforo per penne stilografiche fu lanciato sul mercato soltanto alla fine del 1925, e dunque nel 1932 esso era per molti ancora un’assoluta novità. Per un’introduzione al mondo degli stilofori e alla terminologia impiegata per descriverli, si consulti il capitolo introduttivo della mia recensione al seguente indirizzo: viewtopic.php?t=31664

La base per stiloforo denominata «MODEL GO» in onice oggetto della presentazione odierna era sicuramente offerta da Parker già dal 1927 (nei Cataloghi generali che presentavano le Duofold ancora tutte cilindriche “flat top”), ed era dotata del calice in ebanite denominato “gold ball-and-socket receptacle” (ovvero quello del secondo tipo, in uso dal 1927 al 1929), mentre dall’autunno del 1929, con l’introduzione dello stile “streamlined” su tutta la gamma, la stessa identica base verrà equipaggiata con il nuovo calice “filante” con due anellini (calice Parker del terzo tipo) che oggi potremo esaminare.
77. PARKER Catalog 1930 (fonte PCA).jpg
Parker Catalog 1930 (fonte PCA)

Ancora nel 1932 a causa della Depressione, ma anche dell’indubbia praticità non disgiunta da squisita eleganza, la base non aveva subito alcuna modifica.
78. PARKER Catalog 20.01.1932 (fonte PCA) 2.jpg
Parker Catalog 20.01.1932 (fonte PCA) - detail

Di norma, la desk-base (dotata del calice in ebanite della misura adatta alla penna già posseduta o contestualmente acquistata) poteva essere venduta anche da sola, ma era sempre corredata di un codale (taper) anch’esso adatto alla taglia della penna (Senior, Junior, Lady/Pastel/Desk Pens).
La modularità dell’ecosistema Duofold permetteva altresì di accogliere nello stesso calice destinato ad una Lady anche l’ultima arrivata Vest-Parker.
Su richiesta e solo a partire dal modello “streamlined”, veniva fornito anche un codale specifico per utilizzare, nei calici dedicati alle rispettive stilografiche, anche le matite, in ciascuna delle tre misure.
79. «GO» onyx desk base. 01.jpg

Nelle pubblicità dei cataloghi non si può osservare, ma sul lato corto più vicino al calice (e quindi non visibile da chi utilizzi la penna, ma ben visibile da un eventuale ospite al di là della scrivania ;) ) è presente un adesivo (gommato) che reca l’iscrizione in nero su fondo oro:
Parker
REG U.S. PAT. OFF.

80. Parker «GO» onyx desk base. Brand imprint.jpg
Nell’esemplare in presentazione non è più presente il feltro originale (verde o nero) che proteggeva la base dagli urti, né l’adesivo di semplice carta bianca che indicava i brevetti ad esso incollato; è tuttavia possibile osservare la tipica lavorazione di scavo dell’onice e il fissaggio del calice alla base stessa mediante vite e bullone.
81. Parker «GO» onyx desk base. Onyx detail.jpg

Le misure
Il calice in ebanite (taglia Lady/Pastel/Vest)
Lunghezza (snodo escluso): 51,6 mm
Ø imboccatura interno: 10,4 mm
Ø imboccatura esterno: 19,7 mm
Peso: 7,5 g
La base in onice
Lato lungo: 7,4 cm (ca. 3 inches)
Lato corto: 5,0 cm (ca. 2 inches)
Altezza: 2,3 cm
Peso (con calice avvitato): 231 g


82. Parker «GO» onyx desk base. 02.jpg
Dettaglio certamente degno di nota è che, oltre alla stilografica,
83. Parker «GO» onyx desk base + Envelopener 1.jpg
anche la matita Vest-Parker con l’Envelopener avvitato poteva essere comodamente alloggiata nel calice, ove se ne fosse ravvisata la necessità…
84. Parker «GO» onyx desk base with Pencil and Envelopener.jpg
Per cui anche questo accessorio “tradizionale” era a tutti gli effetti “multiuso”…
85. Parker «GO» onyx desk base + Envelopener 2.jpg

Concludo con uno scatto che mostri l’impiego dello stiloforo anche con la Duofold Lady/Juniorette rossa prodotta per il mercato danese (marchiata con l’ancora e il monogramma dell’importatore Christian Olsen).
86. Parker «GO» onyx desk base. With Duofold Juniorette for Danish market (Christian Olsen).jpg



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Messaggio da Musicus »

Postludio

Non mi resta che richiamare al proscenio tutti i protagonisti di questa recensione, finalmente in piena luce, per un doveroso saluto finale…
87. PARKER Penparker, Envelopener, GO desk base, Duofold Junior, Vest-Parker set in box (BIS).jpg
…per non dimenticare che
è sempre «il momento giusto per acquistare una Parker Duofold».
88. VEST-PARKER B&B set in box with Duofold wrist watch.jpg



Grazie per l’attenzione!! :thumbup:

:wave:

Giorgio


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Grazie a te, per queste meraviglie. Complimenti :thumbup:
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Messaggio da Automedonte »

Un sistema ingegnoso che sarebbe bello avere anche oggi.

Splendida esposizione come al solito :thumbup:
Cesare Augusto
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Messaggio da Esme »

Come sempre ottima e intrigante presentazione, grazie.

A me il penparker sta simpatico, cosa non scontata perché non amo gli stilofori.
Con quella ma-gni-fi-ca celluloide nero e borgogna fa un figurone.
Certo che in effetti a non conoscerne l'utilizzo diventa un oggetto alieno.
Ottimo per Imagzle. (Non ho sbagliato a digitare, è proprio imagzle.)

C'è una sola cosa che mi disturba: i numeri sui pennini. No, non posso accettare che non abbiano un senso ben preciso! :D
"È tutta colpa di Esme" [Bons]

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Messaggio da netosaf »

Solita incredibile, spettacolare recensione di Musicus.
L'ennesima ricerca regalata al forum che grazie a saggi come questo probabilmente sta diventando un riferimento mondiale per i collezionisti.
Grazie davvero e complimenti.

stefano
Si chiama penna. È come una stampante, collegata direttamente al mio cervello.
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kircher
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Messaggio da kircher »

Non sono certo solo 4 i lettori di queste appassionanti investigazioni. Saranno almeno venticinque!
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