É Omas, ed é veramente Omas!

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Tisbacker
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É Omas, ed é veramente Omas!

Messaggio da Tisbacker »

Dico anch’io la mia, da concittadino della vera Omas che fu.
Sono molto felice del suo ritorno, sono molto scettico che tutto quello che è stato scritto (o promesso) possa davvero trasformarsi in realtà.
Sarò felicissimo di essere smentito, ma vorrei proprio vederli coi miei occhi in azione i vecchi macchinari che laminano, manovrati dalle mani sapienti di “vecchi” operai tornati in forza lavoro, i nuovi - vecchi pennini Omas che ritornano sul mercato con le caratteristiche che furono dei gloriosi Extra ed Extra Lucens.
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Enbi
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Messaggio da Enbi »

Ho avuto l'occasione insieme con amici di vedere la presentazione del 17 e ho visto la scheda sul sito.

La mia speranza è che questo modello sia solo un modo di rientrare "in grande stile" sul mercato, e che poi si inizi a parlare di una produzione regolare con modelli di diverse fasce senza concentrarsi esclusivamente sul settore lusso (cosa che in parte già fanno alcuni produttori italiani). Ho un paio di Omas di livello alto, ma devo dire che apprezzo molto anche i modelli "minori" che Omas ha saputo produrre (Rinascimento, Studio e 72 quelli che ho provato), caratterizzati tutti da una grande qualità di scrittura.

Mi lascia un po' perplesso tutta l'insistenza sulla tradizione e sul ritorno alle origini, persino su cose un po' superate (la pece per attaccare il collare del pennino alla sezione!).
Non capisco neanche la scelta di rivestire in titanio la storica (e problematica) resina di cotone Omas, a parte il dichiarato richiamo a una edizione del 2000, che non è certo la più iconica. Forse proprio per arginare possibilità di restringimento?

Comunque auguro tutto il bene a questi produttori già solo per il fatto di fare penne in Italia. Cerco di non far montare troppo l'aspettativa sui risultati, ma osservo con interesse. Come ebbi modo di scrivere su un'altra piattaforma, non si scrive con la storia o con i marchi, ma con le penne, quindi dovranno essere quelle a dire se i signori Malaguti faranno un buon lavoro.
Enrico
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Messaggio da BLACKLETTERS »

Gentilissimo,

anzitutto, lasci che Le rivolga il mio più sincero ringraziamento per l’elegante contributo e per la generosa condivisione del Suo ricchissimo parco stilografico: non nascondo che ammirarne i dettagli — grazie anche alle fotografie che ha avuto la cortesia di inviarmi — è stato per me motivo di profondo stupore e, mi permetta, anche di genuina ammirazione. Possedere strumenti come la Waterman 7 Pink, le Swan Eternal, o una 52 ben calibrata è, per me che muovo ancora i primi passi in questo affascinante universo, qualcosa di prossimo al sogno.

Sono, difatti, un giovane — non solo anagraficamente, ma soprattutto in termini di esperienza in questo mondo. La mia passione per la stilografica nasce in ambito familiare, grazie a mio padre, un uomo semplice nella sua professione di geometra, ma dotato di un culto autentico per la scrittura a mano e per l’oggetto che ne veicola l’intenzione: la penna stilografica. A lui devo non solo l’eredità materiale di qualche strumento, ma soprattutto l’amore per il gesto, per la linea, per l’inchiostro che racconta, più ancora delle parole, l’anima di chi scrive.

Vivo in una terra bellissima ma remota, culturalmente poco nutrita su questo fronte: qui, la stilografica è spesso relegata a semplice oggetto ornamentale, se non addirittura dimenticata. Ed è proprio per questo che reputo questo forum un luogo prezioso, quasi sacro, dove ho potuto dissetare la mia sete di conoscenza. Ogni intervento, ogni immagine, ogni riflessione che leggo qui ha per me il valore di un trattato, di una lezione. La ringrazio, quindi, non solo per il Suo contributo, ma per ciò che rappresenta: uno dei molti fari che illuminano il mio cammino in questa passione.

Condivido in pieno la Sua riflessione sul concetto di flessibilità. La variazione di tratto, per quanto affascinante e tecnicamente impressionante, non è — né deve essere — l’unico parametro con cui valutare la qualità di un pennino flessibile. Al contrario: come Lei giustamente osserva, ciò che rende un pennino degno d’elogio è la risposta sotto pressione, la progressività del ritorno, la capacità di assecondare il gesto senza imporsi, mantenendo coerenza e carattere.

Mi ha colpito profondamente la citazione implicita al pensiero del Cavalier Simoni e al lavoro pionieristico di OMAS. La scelta di privilegiare, tra le tante prove, quei prototipi che riuscivano a bilanciare ampiezza e controllo denota un’intelligenza del gesto scrittorio che pochi altri produttori hanno saputo comprendere o rispettare. Non è un caso, credo, che ancora oggi si parli dell’Extra Lucens non solo come di un capolavoro di design, ma come di un’emanazione concreta di una filosofia della scrittura.

Pur non avendo ancora avuto il privilegio di provarla, mi auguro che, un giorno, OMAS o chi per essa possa riportare in vita quel pennino — o almeno quello spirito progettuale. Sarebbe un trionfo non solo per i collezionisti, ma per tutti coloro che, come me, vivono la scrittura non come una mera funzione, ma come un’arte minore, e la stilografica come la sua bacchetta magica.

Possiedo anch’io alcuni modesti esempi di flessibilità, sia vintage che moderni: nulla di paragonabile alla Sua collezione, mi creda, ma abbastanza da farmi riflettere su come ogni penna, a prescindere dal blasone, abbia una sua voce, un suo passo, un suo modo d’essere condotta. E proprio da artista e calligrafo, se mi è concesso, vorrei chiudere con una piccola riflessione personale: la perfezione tecnica è un traguardo nobile, ma è la mano — il cuore che la guida — a far danzare il pennino. Anche uno strumento umile, se ben guidato, può produrre meraviglie. Figuriamoci, come dicevo, uno già nato eccellente.

Con rinnovata gratitudine e sincera ammirazione,
Giuseppe Nuzzo Corso

Santojanni ha scritto: mercoledì 6 agosto 2025, 12:16
BLACKLETTERS ha scritto: mercoledì 6 agosto 2025, 10:26e magari – perché no – flessibile, veramente flessibile, come l’ormai leggendario Extra Lucens con lo sfiato a cuore. Se davvero l’azienda riuscirà nell’ambizioso intento di riportare in vita un pennino Superflex come quelli che hanno fatto la storia
Signor Giuseppe, é bello leggere della Sua emozione e condivido l’entusiasmo per i pennini flessibili. Mi piace cogliere l'occasione per offrire un commento da una prospettiva strettamente personale.

Possiedo alcuni cosiddetti wet noodle, tra cui alcuni vintage. Una Waterman 7 (Pink), alcune 52, una Swan Mabie Todd Eternal 4460 ed una 6241, nonché alcuni modelli moderni come la Fountain Pen Revolution Ultra Flex (con conduttore in ebanite), la MAG 650, una MB 149 Calligraphy, un Noodler’s Music Flex, e uno Standard Flex (Ahab). Nessuno, dal mio punto di vista, supera l’Extra Lucens, perché la flessibilità, intesa come massima variazione di linea, da sola, non caratterizza né la bontà di un pennino e neppure la misura della variazione di linea.

Credo conti almeno quanto, se non di più, il modo in cui tale variazione venga generata: l’elasticità della risposta, la resistenza, la cedevolezza, la precisione sotto pressione, la coerenza del tratto, e quel certo carattere che sfugge a qualunque misura tecnica.

Per dirla con Pirelli, la flessibilità senza controllo è nulla.

Sia i pennini moderni il MAG 650 FPR Ultra Flex, etc) sia i vintage (7 Pink, alcune 52, 4460, 6241, etc) pur offrendo una maggiore variazione di linea, non consentono di mantenerla con costanza lungo la linea stessa. L’eccessiva cedevolezza, l’impossibilità di applicare e modulare una pressione identica in modo uniforme lungo il tratto, e altri fattori meccanici fanno sì che i pennini capaci di mantenere una variazione costante, come altre 52, MB Calligraphy, etc), non raggiungano, in compenso, la medesima ampiezza massima di variazione.

Negli archivi OMAS e negli appunti del Cavalier Simoni si trovano annotazioni chiare delle produzioni di test di pennini flessibili, con variazioni di linea impressoinanti (annotava le misure al decimo di millimetro), ben supeiori alla variazione del mio Waterman 7 Pink, ma privi della giusta risposta e del dovuto carattere. Li scartava. Il Cavalier Simoni non inseguiva la massima variazione di linea, ma la massima variazione di linea raggiungibile con controllo.

Questo è, credo, il vero traguardo al quale miro anch’io e, ad oggi, nessuna variazione superiore a quella offerta dall'Extra Lucens mi è parsa dotata di sufficiente controllo per scrivere una lettera ad un amico o prendere un appunto senza dover modificare oltremodo la mia impugnatura o modo di scrivere.
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fufluns
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Messaggio da fufluns »

Santojanni ha scritto: martedì 5 agosto 2025, 12:43 Caro Signor Fufluns,

sono assai lieto di leggere tanto affetto tra le righe del Suo post. Ho il privilegio di conoscere il Signor Malaguti-Simoni da oltre vent’anni, un’amicizia nata sotto l’auspicio d’un progetto imprenditoriale condiviso. [...]
---
Tommaso di Santojanni
Gentilissimo Tommaso:

La ringrazio per le interessanti notizie e prospettive riguardo al futuro prossimo di Omas. Sono certo che, come me, i molti tifosi di Omas saranno felicissimi di quanto lei ha riferito, soprattutto per il fatto che - data la sua amicizia con il signor Malaguti Simoni - si tratta di notizie che provengono da una fonte primaria.

Vorrei dire, e dire ai signori Simoni/Malaguti/Simoni, che l’impresa che hanno iniziato richiederà non solo bravura e ingegno, investimenti e lavoro, ma anche molta pazienza. Noi italiani siamo gente difficile, molto propensa a criticare anche le cose che gli altri vedono di noi come valide e prestigiose. Credo siamo stati l’unico Paese al mondo capace di mettere in discussione il Premio Nobel per la Letteratura concesso ad un connazionale!

Omas é divisiva. Lo é como lo sono con frequenza le grandi realizzazioni, le imprese sideree: suscitano grandi amori o grandi disamori e invidie, raramente indifferenza.

Per chi, come, me, ha patito per dieci anni con pena sottile la fine di un mito della scrittura, e che l’ha visto “rinascere” una e un’altra volta obbrobrioso in spoglie prive di amore e di cultura e senza gusto, la rinascita di Omas davvero é come un sogno. Ma seguo questo piccolo mondo da tanti anni, troppi, per non sapere che sarà difficile e che bisognerà tener duro. Resistere ai soliti discorsi (troppo Paragon, troppo poco Paragon, troppa plastica, poca plastica, greca no, greca sí, pennino in-house troppo costoso, pennino generico troppo qualunque, pistone sí, converter no…) e a quel bisbiglio di denigrazione che, a mio avviso, hanno nel passato minato la forza della marca.

E, caro Tommaso, se lei avesse un orecchio “in famiglia” che l’ascolta, gli ricordi che é necessario anche correggere errori veri, errori nel fare le penne, alcuni veniali, altri più seri, che andrebbero “addressed’. C’é gente come me, e credo non siamo pochi, per i quali tutto ció che Omas ha fatto di imperfetto non era che peccato veniale. Ma non siamo tutti. Per questo, davvero, bisogna fare qualche penna che, oltre ad essere magnificamente Omas, sia anche magnificamente una penna funzionale. Io credo fermamente che il passato sia una grande lezione, anche e forse soprattutto per ricostruire nel pubblico una predilezione condivisa per un grande prodotto italiano, per convincere passo a passo i detrattori di principio e convertirli in amici di un marchio di penne come pochi altri nel mondo.

Dica a Gian Luca e a Raffaella, se anche lei facesse parte del suo entourage, di non preoccuparsi troppo per le critiche alle penne troppo costose. Se funzionano perfettamente, saranno solo alcune tra le meraviglie che i mortali comuni ammirano ed apprezzano anche se non possono acquistarle. Ma gli dica anche che molti, fosse moltissimi appassionati attendono con ansia una Omas bella e possibile, nella misura del possibile.

Concludo, Tommaso, per ringraziarla enormemente per l’onore che mi ha fatto offrendomi l’opportunità di provare la sua Omas 150625, anche se dubito che la cosa possa accadere realmente, per tante ragioni legate alle contingenze delle vite. Ma sappia che resterò in una serena attesa di quel che verrà dalla Omas: solo poterlo dire, “novitá Omas”, dopo tanto tempo, suona un piacere per l’anima.
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maylota
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Messaggio da maylota »

Ho ascoltato la presentazione qualche settimana fa. Il desiderio di riallacciarsi alle radici di Omas è apprezzabile, come si tradurrà in pratica veramente, mi incuriosisce.

La penna che è stata presentata è un simpatico e molto ben fatto oggetto "da museo" a tiratura super confidenziale, non replicabile così com'è e soprattutto NON in vendita nei negozi, quindi non esattamente un vero e proprio ritorno del Brand per come la vedo io. Questioni legali e di Trademark a parte, ovviamente.

Per il futuro sarà interessante vedere se e come si sviluppa il progetto.
Ossia dove e come sarà prodotto il pennino, la penna, il target ed il livello di prezzo, la distribuzione e soprattutto quale "anima" di Omas verrà privilegiata: la Omas pre LVMH degli anni 90 (quella che amo di più per ragioni anagrafiche) è molto diversa da quella del dopoguerra e da quella del periodo d'oro degli anni 30.

Lo vedremo quando - spero - partirà il progetto.
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Messaggio da Ottorino »

Cito dal regolamento
L'uso inaccorto del pulsante "cita", che produce citazioni integrali molto lunghe e la replicazione delle immagini contenute negli interventi precedenti, rende difficile e frustrante la navigazione, soprattutto a chi accede col telefonino. Si richiede quindi di cancellare sempre le parti secondarie della citazione, lasciando solo quelle necessarie alla risposta. #
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
Santojanni
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Messaggio da Santojanni »

maylota ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 3:11Ossia dove e come sarà prodotto il pennino, la penna, il target ed il livello di prezzo, la distribuzione e soprattutto quale "anima" di Omas verrà privilegiata: la Omas pre LVMH degli anni 90 (quella che amo di più per ragioni anagrafiche) è molto diversa da quella del dopoguerra e da quella del periodo d'oro degli anni 30.
Il progetto è avviato: gli artigiani storici e il direttore di produzione del periodo pre-2000 sono già al lavoro presso la sede di Via Turati, 8 – quella storica, precedente al trasferimento del 1979. I macchinari ideati, brevettati, costruiti e impiegati fino al 1979 dal Cavalier Simoni e poi dalla figlia, destinati alla fusione delle leghe e alla laminatura differenziata dei metalli, vennero messi da parte quando OMAS si trasferì in Via del Fonditore, 10, quando vennero acquistati impianti più moderni ed efficienti che permisero di abbassare i costi di produzione.

Quegli strumenti originali, risalenti agli anni Venti e Trenta, sono oggi in fase di messa a punto: una volta ripristinati, consentiranno di fondere leghe distinte in base alla destinazione d’uso del pennino e di laminare i metalli con spessori differenziati lungo l’arco del pennino stesso, affinché ogni pennino (e conduttore) risponda alle specificità funzionali cui sarà destinato. Ogni pennino avrá un numero di serie unico ed un certificato d'origine con il nome del cliente.
Ultima modifica di Santojanni il giovedì 7 agosto 2025, 13:22, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Enbi »

Santojanni ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 13:11 Ogni pennino avrá un numero di serie unico ed un certificato d'origine con il nome del cliente.
Comprendo se non vuole rispondere per motivi di riservatezza, ma mi pare di capire da questa frase che potremmo aspettarci, almeno in una prima fase, una produzione solo su ordinazione, corretto?
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Messaggio da Santojanni »

Corretto.

Ma, anche in futuro, la produzione OMAS seguirà esclusivamente le richieste di negozi e clienti e non diverrá mai una produzione industriale o in grande serie. I prezzi saranno sensibilmente più accessibili rispetto alla 150625 e, pur preservando una lavorazione interamente artigianale, tanto per i pennini, realizzati a mano uno ad uno, quanto per il corpo della penna, da quanto posso stimare, gli strumenti OMAS di accesso si collocheranno, piú o meno, in linea con i valori delle stilografiche di punta della migliore produzione mondiale. Mi permetto di non entrare ulteriormente nel merito dei prezzi, confidando nella Sua comprensione, giacché non sono né dipendente OMAS, né collaboratore, neppure in forma occasionale: sono semplicemente un amico della famiglia, da moltissimi anni e nutro un forte affetto per OMAS. Ho solo qualche informazione di prima mano in più e, quanto non so lo chiedo al Signor Malaguti-Simoni.

Sarò lieto di rispondere ad altre domande; La prego tuttavia di comprendere che ci troviamo in una fase delicata di inzio e di rilancio.
Ultima modifica di Santojanni il giovedì 7 agosto 2025, 15:25, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da maylota »

Santojanni ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 13:11 Il progetto è avviato: gli artigiani storici e il direttore di produzione del periodo pre-2000 sono già al lavoro presso la sede di Via Turati, 8 – quella storica, precedente al trasferimento del 1979. I macchinari ideati, brevettati, costruiti e impiegati fino al 1979 dal Cavalier Simoni e poi dalla figlia, destinati alla fusione delle leghe e alla laminatura differenziata dei metalli, vennero messi da parte quando OMAS si trasferì in Via del Fonditore, 10, quando vennero acquistati impianti più moderni ed efficienti che permisero di abbassare i costi di produzione.
[...]
Ogni pennino avrá un numero di serie unico ed un certificato d'origine con il nome del cliente.
Grazie delle notizie.
Mi permetto due suggerimenti (non richiesti, ma è il bello dei forum ;) )
1) Magari trovate anche qualche consulente anagraficamente più "arzillo"... Un Direttore di Produzione che lavorava negli anni 90 probabilmente oggi va per gli 80 anni suonati, per non parlare di un operatore di macchinari pre 1979, che fosse anche stato un apprendista ventenne ai tempi oggi veleggerà abbondantemente oltre i 70 :D
2) Personalmente non spingerei troppo su stilemi da "mondo del lusso" tipo i pennini numerati e abbinati al cliente e cose del genere e prezzi fuori scala. E' un trend in rapido declino e cambiamento, non siamo più nel 2015/2020. Simoni, da bravo imprenditore di successo, queste cose le capiva benissimo credo...
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Messaggio da Polemarco »

maylota ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 15:15
Santojanni ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 13:11 Il progetto è avviato: gli artigiani storici e il direttore di produzione del periodo pre-2000 sono già al lavoro presso la sede di Via Turati, 8 – quella storica, precedente al trasferimento del 1979. I macchinari ideati, brevettati, costruiti e impiegati fino al 1979 dal Cavalier Simoni e poi dalla figlia, destinati alla fusione delle leghe e alla laminatura differenziata dei metalli, vennero messi da parte quando OMAS si trasferì in Via del Fonditore, 10, quando vennero acquistati impianti più moderni ed efficienti che permisero di abbassare i costi di produzione.
[...]
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Grazie delle notizie.
Mi permetto due suggerimenti (non richiesti, ma è il bello dei forum ;) )
1) Magari trovate anche qualche consulente anagraficamente più "arzillo"... Un Direttore di Produzione che lavorava negli anni 90 probabilmente oggi va per gli 80 anni suonati, per non parlare di un operatore di macchinari pre 1979, che fosse anche stato un apprendista ventenne ai tempi oggi veleggerà abbondantemente oltre i 70 :D
2) Personalmente non spingerei troppo su stilemi da "mondo del lusso" tipo i pennini numerati e abbinati al cliente e cose del genere e prezzi fuori scala. E' un trend in rapido declino e cambiamento, non siamo più nel 2015/2020. Simoni, da bravo imprenditore di successo, queste cose le capiva benissimo credo...
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Messaggio da Linos »

Immagino che apriranno una catena di boutique, nelle cartolerie sarà difficile trovarle, già è difficile trovare le cartolerie...
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Messaggio da fab66 »

Io confesso la mia perplessità su questo tipo di operazione, senz'altro un mio problema... sono possessore comunque di diverse omas vintage e modernariato d'epoca come ho battezzato quelle anni 90
La mia coscienza mi impedisce di spendere quella cifra per una sola penna :o
Anche se con poco di più negli ultimi anni sono arrivate 5 montblanc limited writers edition... :mrgreen:
Spero per loro che comunque vada sarà un successo :wave:
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Messaggio da Santojanni »

fufluns ha scritto: mercoledì 6 agosto 2025, 22:22Ma gli dica anche che molti, fosse moltissimi appassionati attendono con ansia una Omas bella e possibile, nella misura del possibile.
Gnetile Signor Fufluns,

La ringrazio, anche a nome della Famiglia, per le Sue parole sagge ed affettuose, che hanno letto con gratitudine.

Lei ha colto con chiarezza la sfida che accompagna ogni passo di questa rinascita: da un lato, il desiderio di offrire una penna a quanti più appassionati, che vorrebbero tornare a scrivere con una OMAS bella e possibile; dall’altro, la consapevolezza che i tempi sono mutati e il mercato, oggi, detta leggi invalicabili ed estranee al mestiere dell’artigiano.

Ritengo che ogni tentativo di rincorrere l'efficienza produttiva, o di cedere alle logiche industriali, condurrebbe, prima o poi, alla stessa sorte che ha travolto tanti marchi gloriosi, non sempre per colpa o imprevidenza. La Famiglia Simoni ha, giustamente a mio avviso, scelto di restare fuori dai cicli di mercato che hanno tradito tanti marchi di una volta e di non acquistare quei macchinari che oggi consentirebbero di produrre pennini in acciaio per una ventina di euro, e in oro con poco più di cento.

Per competere in quelle fasce basse e medie, le logiche del mercato imporrebbero la manifattura di pennini in serie. Non credo che esistano alternative. E, di lì, una volta scesi nell'arena del mercato, la gara per offrire il prodotto a un prezzo sempre più concorrenziale è inevitabile. Ed ecco che, dal pennino in serie, si scivola progressivamente verso il pennino industriale, fino a concludere in un circolo vizioso che termina con l’acquisto dei pennini da una o due case al mondo che, per economie di scala, risultano imbattibili. Sono logiche di mercato ineludibili.

Credo, giustamente, la Famiglia abbia preferito restaurare e rimettere in funzione i macchinari fondamentali ideati e utilizzati dal Cavalier Simoni sin dall’inizio dell’attività nel 1925, in via Turati, che erano rimasti nella Collezione Simoni: fra essi vi sono quelli destinati alla fusione delle leghe e alla laminazione dei pennini, oggi in fase di rimessa in funzione. Tali macchinari permettono la fusione selettiva di leghe d’oro differenti in base alla destinazione d’uso (scrittura scolastica, professionale, calligrafica), e la successiva laminazione con spessori diversi e calibrati lungo il pennino, in modo da ottenere elasticità progressiva e controllo nella pressione.

Il processo, oggi scomparso in ogni altra manifattura, comporta fino a trentadue passaggi separati, alcuni dei quali a mano, compresa la forgiatura a caldo, la laminatura differenziata, la fresatura delle spalle, la lucidatura a tela, l’incisione, la saldatura dell’iridio sul famoso pentagono OMAS, il taglio a mano e la rifinitura sotto lente. Ogni passaggio richiede perizia, tempo ed una mano esperta. Richiede un costo.

Nessun produttore moderno offre nulla di simile: non solo per mancanza di capacità tecnica, ma soprattutto perché il mercato, oggi, non lo renderebbe possibile in un’ottica commerciale.

V’è poi un’altra ragione, più intima, per la quale OMAS non tornerà ad essere una fabbrica: questa rinascita, che ho seguito dall'inizio, non è impresa commerciale, ma un atto d'amore verso il padre e il nonno. È una scelta che ha il sapore della responsabilità, non della speculazione, perché, come dice spesso Donna Raffaella, il nome OMAS non è più solo della Famiglia Simoni, ma di tutti noi italiani.

Esattamente com'é avvenuto per Ferrari, Pirelli, Borsalino, Riva...

Il marchio registrato e la proprietà intellettuale possono, sì, appartenere a una ragione sociale. Ma vi sono nomi italiani che, nel tempo, hanno cessato di appartenere a un’azienda: oggi sono parte di una Civiltà. Una civiltà che fonda sulla scienza, la tecnica, l'arte; e, sopra tutto, l'amore per il bello, un'identità ed una memoria condivise da tutti gli italiani.

Ecco, a mio avviso, OMAS è uno di questi nomi e, parafrasando Bechi Luserna, il Cavalier Simoni oggi è in quell'angolo di Paradiso che il Signore ha riservato a chi ha reso grande l'Italia. Non per nulla, questa penna, che porta i pennini creati da lui, può a pieno titolo essere definita Made in Heaven

Detto tutto ciò, una penna più accessibile, davvero molto più accessibile, è prevista per Pasqua.

Sarà anch’essa interamente fatta a mano, con pennino numerato e certificato a nome dell'acquirente, che potrà, se lo desidera, ricevere un breve video che documenta la produzione del proprio numero di serie unico. Non sarà economica, ma sarà certamente molto più accessibile e possibile. E per molti, speriamo, sarà anche bellissima.

Ancora una volta, grazie. Le Sue parole ci aiutano a ricordare perché valga la pena affrontare ogni difficoltà. Perché la produzione OMAS non debba tornare mai più in mano a chi non apprezza ciò che di più bello l'Italia sa offrire al mondo.
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É Omas, ed é veramente Omas!

Messaggio da alfredop »

fab66 ha scritto: giovedì 7 agosto 2025, 16:39 Io confesso la mia perplessità su questo tipo di operazione, senz'altro un mio problema... sono possessore comunque di diverse omas vintage e modernariato d'epoca come ho battezzato quelle anni 90
La mia coscienza mi impedisce di spendere quella cifra per una sola penna :o
Anche se con poco di più negli ultimi anni sono arrivate 5 montblanc limited writers edition... :mrgreen:
Spero per loro che comunque vada sarà un successo :wave:
Fabrizio che problema c’è? Noi le compreremo usate in un penshow tra 30-50 anni :D

Alfredo
“Andare all’inferno è facile . C’è una scala. Scendi il primo gradino. Poi scendi il secondo. Poi scivoli." (Leo Ortolani, Rat-Man n. 91)
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